Afghanistan: Letta, ‘la democrazia non si può esportare con la guerra’

Condividi questo articolo:

Roma, 16 ago. (Adnkronos) – “Ho sentito tutti i ministri competenti e ho avuto u n lungo colloquio con Josep Borrell (Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione europea, ndr ). Sono ore decisive e non devono essere sprecate. Non possono essere questi i titoli di coda dell’impegno dell’Occidente in Afghanistan. Non basta il vertice dei ministri degli Esteri, va convocato subito un Consiglio europeo che cerchi di raddrizzare il possibile. Serve una Ue unita e decisa, ora ogni distinguo è una diserzione. Questa è una guerra persa e bisogna limitarne gli effetti disastrosi”. Così il segretario del Pd, Enrico Letta, a Repubblica.

Quella in Afghanistan è stata “una guerra disseminata di tanti, troppi errori, a cominciare dall’unilateralismo con cui è stata aperta e chiusa dagli Stati Uniti” ma “ci sono stati anche dei risultati, a cominciare dall’eliminazione di al Qaeda e dalla crescita di una società civile afghana nuova e vivace, che però ora noi stiamo tradendo”. Per Letta “alla crescita della società civile afghana non si è accompagnato il nation building , la costruzione della nazione”. La democrazia non si esporta? “No. È stato uno degli abbagli successivi alla caduta del muro di Berlino, insieme alla teoria della fine della storia”. Quanto alla “questione dei diritti delle donne negati è centrale. Noi non dobbiamo lasciare nessuno solo davanti al ritorno del Medioevo, è un imperativo morale e politico”.

E come, senza più truppe sul territorio? “Evacuazione ordinata, creazione di corridoi umanitari, pressione internazionale per la formazione di un governo di unità nazionale. Sono tre tappe fondamentali e non vanno confuse l’una con le altre”. Come farà il governo italiano a sostenere convintamente questa posizione con la Lega al suo interno? “Non dimentichiamo mai che la metà dei rifugiati arrivati in Europa nel decennio scorso provenivano da Afghanistan, Iraq e Siria, le tre guerre sbagliate dell’Occidente. La cattiva gestione del dramma migratorio è un errore che non va ripetuto e, peraltro, è stata una delle ragioni che ha generato il populismo. Mi rendo conto che Salvini possa essere un problema per il governo, da settimane non parla che di sbarchi, del resto non ha mai avuto molti altri argomenti”.

Questo articolo è stato letto 5 volte.

Comments (5)

I commenti sono chiusi.

Ecoseven è un prodotto di Ecomedianet S.r.l. Direzione e redazione: Lungotevere dei Mellini n. 44 - 00193 Roma
Registrazione presso il Tribunale di Roma n° 482/2010 del 31/12/2010.redazione@ecoseven.net