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Afghanistan: Miccio (Emergency), ‘ospedale Kabul pieno, popolazione si è sentita tradita’ (3)

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(Adnkronos) – “L’ultima volta che sono andata a Kabul era a febbraio – dice ancora Rossella Miccio- e c’era già tantissima rassegnazione sul fatto che sarebbero andati via i militari ma c’era ancora la speranza che i paesi occidentali restassero vicine alle popolazione. Invece questa fuga con la coda tra le gambe, in meno di 24 ore, ha lasciato tutti senza parole e con tanta disperazione, alimentando le preoccupazioni e le paure, legittime, degli afghani”. “Ma a noi non risulta che sia stato chiesto alle diplomazie occidentali di lasciare l’Afghanistan, né dai talebani né da altri, è stata una scelta autonoma degli occidentali – dice – questo peserà molto sul futuro del paese. Un tradimento per un afghano è qualcosa di importante”.

E le donne afghane? “Nei primi due giorni c’era molta paura – spiega – anche da parte dello staff femminile, soprattutto quelle che lavoravano in Panshir. Per qualche giorni ci hanno chiesto di non venire a lavorare, perché dovevano viaggiare e non si sentivano sicure. Temevano che potesse succedere qualcosa. Ma da un paio di giorni la situazione si sta quasi normalizzando. Lo staff sta tornando in ospedale, anche le donne. Ci dicono che anche lungo la strada da Kabul a Panshir vengono fermati dai check point ma non viene contestato nulla. Ad oggi i timori di un ritorno alle reclusioni dure contro le donne non si sono verificati, anche se non dobbiamo abbassare la guardia”.

“I nostri ospedali che curano tutti sono un punto di osservazione privilegiato – dice -un segnale di forza e di vicinanza della popolazione afghana. Sanno che non solo soli e che ci siamo sempre battuti che le donne potessero lavorare ed essere curate. Abbiamo scuole di formazione a cui accedono molte donne e vogliamo portarle avanti. Sicuramente potere essere lì e continuare questo dialogo insieme a sostegno delle afghane è un segnale importante per loro”.

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