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Caos Procure: 67 giudici scrivono a Mattarella, lo scandalo continua e ora serve sorteggio (4)

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(Adnkronos) – “Il vano trascorrere del tempo, inoltre, anche in ragione dei termini normativamente previsti per l’accertamento delle condotte dei singoli, pone a rischio ogni possibilità di futura verifica, tanto da farci ritenere auspicabile l’intervento di una Commissione Parlamentare di inchiesta volta a fare definitiva chiarezza – chiedono poi i magistrati- E tuttavia, pensiamo di non potere rassegnarci alla inerzia”.

“Siamo da tempo e restiamo fermamente convinti che la via per il ripristino della credibilità della Giurisdizione, oltre che per un’inequivoca e pubblica risposta agli appelli alla trasparenza (troppo spesso elusi, strumentalizzati o del tutto inevasi), passi ineludibilmente per una radicale riforma dell’Ordinamento giudiziario – concludono – Avvertiamo, in questo, perfetta sintonia con quanto Ella, purtroppo finora inascoltata, ha così autorevolmente e ripetutamente sollecitato. Due dovrebbero essere, a nostro giudizio, i punti essenziali e imprescindibili di tale iniziativa l’inserimento del sorteggio nella procedura di selezione dei componenti del CSM e la rotazione degli incarichi direttivi e semi-direttivi. Lungi dall’essere in contrasto con la Carta costituzionale, specie ove seguito da una elezione successiva tra un numero predeterminato di candidati estratti a sorte (e non il contrario, come, forse non a caso, alcuni esponenti delle c.d. correnti hanno in passato proposto), il sorteggio rappresenta l’unico sistema idoneo a garantire l’imparzialità della funzione di autogoverno e l’effettività dei principi di distinzione dei magistrati soltanto per diversità di funzioni, di indipendenza dei magistrati e di soggezione dei giudici soltanto alla legge”.

“La rotazione, a sua volta, è in grado di eliminare in radice il carrierismo e la concentrazione di potere in mano a pochi, fenomeno preoccupante e dei cui effetti distorsivi e dannosi le recenti cronache ci hanno resi tutti ancor più consapevoli”, dicono. (di Elvira Terranova)

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