ULTIMA ORA:
Post title marquee scroll
SuperEnalotto, numeri combinazione vincente 8 novembre-Ucraina, Musk ha partecipato a telefonata tra Trump e Zelensky: il retroscena-Schillaci: "Per Ssn sostenibile sforzi su prevenzione e screening"-Nisticò (Aifa): "Lavoriamo per migliorare accesso a terapie oncologiche"-Usa, sventato complotto iraniano per uccidere Trump: 3 incriminati-Da Cogne a Rigopiano, tutte le mete del turismo macabro-Agguato a tifosi israeliani, Parenzo: "Amsterdam come Monaco '72"-Carceri, la proposta: tablet connessi a internet per detenuti-Giustizia, task force Ministero-Università incrementa innovazione e formazione-Schillaci, aumento costo sigarette per finanziare Ssn? "Ci rifletteremo"-Di Maio, "Con prevenzione terziaria chi ha cancro riduce rischi recidiva"-"L'esercito è fatto per prepararsi alla guerra". Il discorso del generale Masiello che scuote i militari-Italia, i convocati di Spalletti: torna Barella, esordio per Savona e Rovella-Napoli, Conte: "Inter la più forte, dobbiamo aiutare Lukaku"-Manovra, Rete Professioni Tecniche: "Flat tax anche per le società tra professionisti"-Medicina, De Stefano (Siset): "Fondamentale capire come applicare trattamenti anticoagulanti"-Patologie emorragiche, Castaman (Careggi): "Nuovi farmaci e tecnologie per identificare fattori rischio e modalità intervento"-Malattie emorragiche, Gresele (UniPg): "Quella di base fondamentale per nostri pazienti"-Malattie emorragiche, Grandone (UniFg) 'associazioni strategiche per intercettare bisogni pazienti'-Covid Italia, casi ancora in calo: giù anche Rt e ricoveri

Carceri, la proposta: tablet connessi a internet per detenuti

Condividi questo articolo:

(Adnkronos) –
Tablet con accesso a Internet come strumento educativo e riabilitativo per i detenuti: è la proposta di riforma avanzata dalle Camere Penali Internazionali che verrà presentata giovedì 14 novembre alla Camera dei Deputati in occasione dell'incontro 'Verso gli Stati Generali della Sicurezza 2025' (in cui saranno presenti, tra gli altri, Ettore Rosato, segretario del Copasir e rappresentanti di Governo della Difesa e dell'Interno). "La riforma si basa sulla convinzione che l’accesso alla rete sia un diritto umano fondamentale, necessario per lo sviluppo culturale e professionale, e ne promuove l’estensione anche ai detenuti, nel rispetto della dignità e della riabilitazione", spiegano i proponenti assicurando che la connessione alla rete dei device concessi ai detenuti sarà ovviamente "sotto stretto controllo".  "L'idea è che nel momento in cui si varca la soglia del carcere venga concesso al detenuto, al pari di altri oggetti di uso comune, un mezzo di comunicazione per mantenere un residuo collegamento con la società, che gli permetta di riabilitarsi e ricostruire un nuovo futuro", spiega all'Adnkronos l'avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale. "Il principio alla base, che ha come orizzonte una società più inclusiva e giusta – continua -, è la difesa di un diritto, della dignità dell'uomo; non ha senso isolare il detenuto dalla società dove lì domani dovrà tornarci: il tablet non servirà per andare su TikTok ma per studiare, per la formazione professionale, per una crescita personale".   
I contenuti per l'accesso a Internet, secondo la proposta, saranno approvati dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. L'obiettivo è permettere, quindi, ai detenuti di acquisire competenze e conoscenze che faciliteranno la loro reintegrazione nella società al termine della pena. Il sistema di accesso è pensato per impedire ogni comunicazione con l’esterno o l’uso di social media, garantendo che i detenuti possano utilizzare i tablet esclusivamente per scopi educativi e formativi. Tra i contenuti disponibili, saranno inclusi testi e materiali didattici, corsi professionali e di apprendimento linguistico. "Saranno esclusi da questa dotazione i detenuti in Alta sicurezza", sottolinea Tirelli.  Un aspetto innovativo della proposta prevede la possibilità di riduzioni di pena basate sui progressi educativi e di risocializzazione. Attraverso un sistema di punteggi accumulati tramite studio e test, i detenuti potranno beneficiare di uno sconto di pena, incentivando così un impegno attivo nella propria crescita personale.  La riforma, secondo le Camere Penali Internazionali, "rappresenta un passo verso un sistema penale più umano e inclusivo, con l’obiettivo di ridurre la recidiva e facilitare l’inserimento lavorativo dei detenuti, contribuendo alla loro autonomia e al rispetto dei diritti umani. Riconoscere l’accesso alla rete come diritto fondamentale migliora le condizioni di detenzione e promuove una società più giusta". Insomma, "un’opportunità per modernizzare il sistema penitenziario".   "Una proposta che preoccupa", afferma all'Adnkronos, Donato Capece, il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria – Sappe, pigando che "strumenti di questa portata all'interno delle carceri potrebbero essere pericolosi. Il rischio è che i detenuti possano superare i limiti di controllo e dall'interno governare le azioni criminali sul territorio". Peraltro,"gli agenti della polizia penitenziaria avrebbero un ulteriore compito, ma sarebbe davvero difficile poter controllare tutti i detenuti ai quali verrebbero dati questi mezzi di comunicazione. Stiamo quindi attenti a dotare i detenuti di tablet", conclude Capece.   "Il carcere dovrebbe essere per eccellenza il luogo della connessione a Internet, del lavoro da remoto, della fruizione di servizi amministrativi a distanza considerando che molte persone sono detenute in comuni diversi a quelli di residenza, ma la situazione attuale è che nessuno negli istituti penitenziari ha accesso alla rete, neanche nelle sale comuni. Penso che garantire ai detenuti strumenti con accesso limitato a Internet sia davvero la strada verso un carcere più inclusivo e giusto", è invece il commento all'Adnkronos Alessio Scandurra dell'Associazione Antigone.  "E' anche un po' paradossale essere spaventati da una comunicazione via internet, quando sta scritto sulla Costituzione, la corrispondenza è segreta – aggiunge Scandurra -, quindi quando la stragrande maggioranza dei detenuti – fatta eccezione per coloro che sono in Alta sicurezza – possono scambiarsi lettere con chiunque in totale segretezza". "Oggi tutta una serie di servizi, di strumenti di informazione, di percorsi formativi, passano obbligatoriamente dal digitale, tant'è che in diversi casi si registrano difficoltà per chi da dentro vuole accedere alle università perché la maggior parte delle pratiche sono online. Di fronte a questo cambiamento il carcere è enormemente indietro: se si vuole parlare di reinserimento sociale dei detenuti nella società attuale, non in quella del 1978, per forza di cose devi passare da lì", sottolinea Scandurra, a giudizio del quale "c'è un solo problema che richiederebbe uno sforzo maggiore per superarlo: negli istituti penali non c'è nessuno che ha le competenze tecniche necessarie per gestire un sistema informatico sicuro".  Informazioni aggiuntive Creato dabertollini Modificato damazzu Stato di Workflow Articolo/Pubblicata In uso da Nessuno    —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Questo articolo è stato letto 1 volte.

adnkronos, ultimora

Ecoseven è un prodotto di Ecomedianet S.r.l. Direzione e redazione: Lungotevere dei Mellini n. 44 - 00193 Roma
Registrazione presso il Tribunale di Roma n° 482/2010 del 31/12/2010.redazione@ecoseven.net