Carceri: pentito Mutolo, ‘Di Matteo come Falcone, non lo hanno voluto al Dap per la trattativa’
Palermo, 9 mag. (Adnkronos) – (di Elvira Terranova) – Il consigliere del Csm Antonino Di Matteo nel giugno del 2018 non sarebbe stato chiamato a capo del Dap perché “la sua nomina avrebbe potuto avere delle ripercussioni sulla trattativa tra Stato e mafia, tuttora in corso”. Ne è convinto il pentito di mafia Gaspare Mutolo, uno dei primi collaboratori di giustizia ai tempi del giudice Giovanni Falcone prima e di Paolo Borsellino dopo. Parlando, da una località segreta, con l’Adnkronos dello scontro avvenuto tra il Guardasigili Alfonso Bonafede e l’ex pm antimafia Antonino Di Matteo, si dice convinto che la mancata nomina al Dap, due anni fa, sarebbe da addebitare proprio alla trattativa tra pezzi di Stato e boss mafiosi, come accertato nella prima sentenza di condanna del processo che è giunto in appello.
“Antonino Di Matteo ha fatto moltissimo contro la mafia e al Dap avrebbe potuto fare danni ai boss mafiosi – dice ancora Gaspare Mutolo – E’ un personaggio competente, e giustamente era stato fatto il suo nome al Dap. Ha lottato e lotta contro la mafia. Io, già 20 anni fa avevo detto in una intervista che secondo me assomiglia a Giovanni Falcone. Come tipo di giudice”.
“Di Matteo è l’incarnazione di Falcone – dice – E infatti in questi anni gli hanno fatto passare un po’ di guai, sia i politici che alcuni suoi colleghi. Lui ha detto di non avere mai chiesto favori, neppure ai politici. Gli credo”. “Insomma – dice – non fu scelto al Dap perché sono delle ripercussioni della famosa trattativa. Sia Di Matteo che Ingroia sono stati quelli che hanno interrogato l’ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano”.
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