Centrodestra: Quagliariello, ”Coraggio Italia’ va avanti in sua missione’

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Roma, 5 giu. (Adnkronos) – “Non solo non c’è nessun pregiudizio verso forme di aggregazione politica, ma chi come me e tanti amici ha creduto nel ‘modello PdL’ e non si è rassegnato alla riproposizione di modelli ‘privatistici’ senza futuro, lavora da anni controcorrente perché il centrodestra ritrovi la strada per essere idealmente maggioritario oltreché numericamente prevalente. Insomma, la semplificazione degli schieramenti è sempre un obiettivo apprezzabile. Però…”. Lo dichiara Gaetano Quagliariello, senatore di ‘Cambiamo’ e uno dei quattro capi-delegazione del comitato costituente di ‘Coraggio Italia’, il soggetto promosso da Giovanni Toti e Luigi Brugnaro.

“Chi appena qualche giorno fa ha compiuto un passo ulteriore in questo percorso, attraverso la fondazione di ‘Coraggio Italia’ – osserva Quagliariello -, ha posto il problema dell’estinzione di un’area politica e soprattutto la necessità che quell’area per rivitalizzarsi si confronti con i problemi nuovi posti da una situazione completamente inedita come la pandemia. A livello internazionale si tratta di fare i conti con un nuovo bipolarismo determinato dalla posizione della Cina e dalla mutata situazione dell’America, e con un’Europa che ha cessato di essere un’ideologia ed è stata posta di fronte alla prova concreta della solidarietà. A livello interno c’è da affrontare il tema della cultura di impresa, della crisi demografica, del rapporto tra vitalità e sviluppo, del ruolo strategico delle aree più depresse e marginalizzate del Paese dalle quali soltanto può passare la ripresa”.

“Infine, c’è una questione che riguarda le classi dirigenti. Noi – continua il senatore di ‘Cambiamo – Coraggio Italia’ – abbiamo il dovere di rimanere ancorati a questo programma che in un momento così difficile rappresenta una vera e propria missione. Guardiamo ovviamente con rispetto a ciò che accade nella nostra metà campo. Ma invertire l’ordine delle priorità e concentrarsi sulle soluzioni organizzative invece che sul compito di ridare voce a un’area del Paese che è oggi una prateria lasciata incolta – conclude -, significherebbe fare come lo stolto che quando il dito indica la luna, piuttosto che puntare alla luna si ferma a fissare il dito”.

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