Comunità energetiche, il punto tra opportunità e normativa

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Roma, 5 nov. – (Adnkronos) – Si è aperta una fase di grandi cambiamenti per la produzione e la condivisione di energia da fonti rinnovabili. L’attuazione del decreto Milleproroghe, con l’anticipazione per i progetti fino a 200 kW, rende possibile la sperimentazione e realizzazione delle prime comunità energetiche nel nostro Paese. Inoltre, procede in Parlamento il percorso di recepimento integrale della Direttiva Ue, dove si dovranno affrontare aspetti energetici, tecnici e normativi fondamentali per rendere possibile la realizzazione di interventi diffusi di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili e di configurazioni di comunità energetiche per famiglie, imprese, enti locali e associazioni, in ogni parte del territorio italiano.

Tema al centro del webinar organizzato da Legambiente e Italia Solare nell’ambito delle giornate di Key Energy. Proprio in occasione della scorsa edizione alla Fiera di Rimini, Legambiente e Italia Solare presentarono a interlocutori istituzionali ed economici una proposta di recepimento anticipato della Direttiva Ue che è diventata legge nel decreto Milleproroghe. Legambiente e Italia Solare chiedono al governo di garantire un confronto trasparente e pubblico sugli obiettivi che si vogliono portare avanti con il recepimento della Direttiva 2018/2001/UE, in modo da consentire il rilancio diffuso delle rinnovabili in queste nuove configurazioni di energia condivisa in ogni parte d’Italia.

“Le comunità energetiche – dice Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare – rappresentano non solo un’opportunità per un contributo significativo alla sempre più urgente decarbonizzazione, ma anche un modo per avvicinare i cittadini al mondo dell’energia e in particolare dei mercati dell’energia, che hanno bisogno di revisioni sostanziali per consentire energia sempre più pulita e conveniente”.

“Le configurazioni di comunità energetiche, autoconsumo individuale e collettivo – spiega il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini – possono diventare una straordinaria opportunità sia in ambito urbano nei quartieri e nei condomini, sia nei distretti produttivi, sia nelle aree agricole e periurbane. Se consideriamo il milione di condomini che esiste nel nostro Paese, gli oltre 140 distretti industriali, mille tra centri commerciali e outlet, le aree artigianali nei comuni e quelle agricole, si può stimare un potenziale di circa 40 GW di solare fotovoltaico installabile con questo modello. Per questo, insieme a Italia Solare, chiediamo di accelerare il recepimento della direttiva, perché le comunità energetiche possano diventare un pilastro del rilancio sostenibile dell’economia italiana post Covid”.

Le potenzialità sono enormi in un Paese come il nostro, con ricadute positive sia da un punto di vista industriale, energetico e ambientale legate alla possibilità di autoprodurre e condividere l’energia prodotta da fonti rinnovabili, di creare sistemi efficienti di accumulo e integrazione di mobilità elettrica. L’attuazione della direttiva rinnovabili dovrà fornire gli strumenti per garantire una produzione di energia rinnovabile in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione e per garantire che gli investimenti effettuati per tale produzione siano sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico, che creino sviluppo e occupazione a livello locale e diano benefici quanto più diffusi.

Legambiente e Italia Solare hanno redatto e presentano oggi un documento con i punti più importanti che dovranno essere chiariti con il recepimento. Perché occorre dare certezze allo scenario, semplificando l’autorizzazione degli impianti, creando la corretta cornice per la creazione di comunità di energia rinnovabile, attuando il prima possibile le comunità energetiche dei cittadini che possono mettere anche l’energia degli impianti di media dimensione al servizio del territorio e sbloccando i meccanismi di mercato che valorizzano il minore costo di produzione dell’energia rinnovabile, come i prezzi dinamici e i contratti di vendita di energia rinnovabile a lungo termine.

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