Coronavirus: nasce Heritage Preservation Lab, giovani specializzati in nanotecnologie (2)

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(Adnkronos) – “D’altronde, – prosegue Zuccalà – i campi di applicazione delle nanotecnologie sono potenzialmente illimitati e tutti i settori produttivi più importanti ne saranno influenzati in maniera significativa. La ricerca e la creazione di nuovi nanomateriali creati su misura per essere applicati nella conservazione, sfruttano i concetti e le soluzioni fornite dalle nanoscienze. Questi materiali sono in grado di risolvere i problemi di degrado rispettando le proprietà fisico-chimiche degli artefatti originali, che è determinante per la stabilità a lungo termine delle opere d’arte trattate. Esistono molti esempi che dimostrano che i materiali tradizionali possono essere estremamente dannosi per le opere d’arte, ad esempio i dipinti murali trattati con polimeri acrilici o vinilici che danneggiano seriamente il ritratto, e in molti casi hanno portato alla distruzione della sua superficie. I materiali avanzati ai quali abbiamo lavorato permettono un controllo più preciso degli interventi di restauro, ad esempio la pulitura può avvenire usando microemulsioni e idrogel chimici al posto dei metodi di pulitura tradizionali. Gli approcci che proponiamo sono più affidabili di quelli tradizionali e, in alcuni casi, permettono un processo di degrado più lento e graduale” .

“Il territorio italiano – conclude Zuccalà – gode di un enorme patrimonio artistico e culturale, costituito da circa 3.500 musei, 2.000 siti archeologici, 20.000 centri storici, 40.000 rocche e castelli, 95.000 chiese e 30.000 dimore storiche. Ed è da qui che noi inizieremo”.

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