**Coronavirus: Vissani, ‘mentre loro battagliano con stipendi sicuri, noi affondiamo’**

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Roma, 1 feb. (Adnkronos) – “Cosa succederà ora che molte regioni tornano in ‘zona gialla’? Chi ha avuto la forza di poter stare chiuso resisterà, chi non ce l’ha avuta chiuderà. Avremo tante persone che cercheranno lavoro. Voglio dire a Di Maio che tra un po’ in fila per il reddito di cittadinanza ci metterà pure Vissani Gianfranco, così lo posso prendere anche io”. Così Gianfranco Vissani all’Adnkronos, nel commentare la parziale ‘ripartenza’ dei ristoratori dopo che l’ultimo dpcm ha stabilito che quasi tutte le regioni italiane siano classificate come ‘zona gialla’.

“Noi vogliamo tornare a lavorare tutti normalmente, i ristoranti lavorano soprattutto la sera, non di giorno -è lo sfogo del noto chef- L’Italia si deve rimettere in piedi, se continuiamo così arriviamo col sedere per terra. Stanno battagliando per vedere ‘chi ce l’ha più duro’ mentre noi affondiamo. Il paese è pesantemente martoriato, così non si va da nessuna parte”. Vissani attacca poi ancora l’operato del governo: “Loro per i nostri figli non hanno fatto niente, questi sono debiti che pagheranno i nostri nipoti. I guadagni non ci sono ma le utenze arrivano regolarmente, e devono essere pagate. E’ un anno che stiamo soffrendo. Non se ne vogliono rendere conto”.

E sulla situazione della sua regione, l’Umbria, tra le poche che sono rimaste ancora in ‘zona arancione’, denuncia: “Noi adesso siamo arancioni e col rischio di diventare rossi -dice- ma anche potendo riaprire abbiamo dei problemi seri, una regione piccola come l’Umbria non ha quel movimento di uffici e lavoratori come le grandi città, che a mezzogiorno vanno tutti a mangiare in pausa pranzo. E poi sono penalizzati coloro che lavorano in campagna, che non hanno gli uffici vicini”. Lo chef conclude con una constatazione: “Questo non è un gioco, qui c’è gente che rischia di morire di fame. E dobbiamo stare uniti, perché altrimenti qui ci troviamo tra sei mesi tutti in fallimento. Il problema non è solo dei ristoratori, ma di tutte le categorie. Vogliamo solo lavorare, e per tornare a farlo ci vuole un governo con persone con le palle”.

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