Csel, da caro energia per Comuni rischio costi aggiuntivi per 1,6 mld quest’anno
Roma, 27 nov. (Adnkronos/Labitalia) – Ammontano a 3,1 miliardi le risorse stanziate dal ddl Bilancio per aiutare comparto sanitario, enti locali e mondo dei trasporti pubblici a fronteggiare gli effetti della crisi energetica nel 2023. Di questi, salvo modifiche nel corso dell’iter parlamentare, 760 milioni dovrebbero essere destinati agli enti locali, 350 al trasporto pubblico locale e 1,9 miliardi dovrebbero invece essere appannaggio del mondo sanità. A evidenziarlo è un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali (Csel), per Adnkronos, basata su dati Mef-Siope (Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici). L’Associazione nazionale dei Comuni italiani ha lanciato numerosi appelli nel corso degli ultimi mesi, evidenziando come il caro bollette rischi di minare la stabilità economica dei Comuni e, di conseguenza, mettere a rischio la continuità dei servizi che questi erogano ai cittadini.
Stando alle stime Anci, infatti, riferisce Csel, il caro energia potrebbe comportare per i Comuni italiani costi aggiuntivi per circa 1,6 miliardi quest’anno. Considerati i circa 820 milioni stanziati ad oggi dal governo per sostenere il comparto, questo vorrebbe dire un ammanco di altri 780 milioni circa. L’ultima tranche di questi aiuti che è stata ripartita è quella che fa capo al decreto Aiuti bis e che ha fatto sì che fossero assegnati 350 milioni di euro ai Comuni e 50 milioni a Città metropolitane e Province.
Invariati i criteri di riparto rispetto agli analoghi provvedimenti precedenti. Di nuovo, quindi, oltre la metà delle risorse in ballo è andata ai Comuni del Nord Italia (oltre 178 milioni, pari al 51%). Gli enti locali di Sud e Isole si sono fermati a quota 32% (112 milioni) e a quelli del Centro sono stati assegnati quasi 60 milioni, pari al 17% del totale.