Da Ndicka e Bove fino a Bentancur, tutti i casi di malori in campo
(Adnkronos) – Ci sono stati diversi casi di calciatori che hanno accusato malori in campo, alcuni dei quali hanno avuto esiti tragici, mentre altri sono riusciti a riprendersi e a continuare la loro carriera. L'ultimo in ordine di tempo è stato quello del centrocampista del Tottenham, ex Juve, Rodrigo Bentancur che ieri sera, nel corso della semifinale d'andata di Coppa di Lega inglese contro il Liverpool, al 7' del primo tempo è svenuto in campo dopo aver toccato di testa un cross da calcio d'angolo. Il match è stato sospeso per circa 8' e poi il calciatore è stato trasportato fuori in barella con la maschera d'ossigeno. Lo stesso giocatore uscendo dal campo aveva fatto un segno con la mano di essere cosciente, così il match è ripreso con il Tottenham che si è imposto 1-0 sul Liverpool. La grande paura dei giocatori in campo e del pubblico sugli spalti ha riportato alla mente il caso recente di Edoardo Bove, che ha accusato un malore al 17' della partita Fiorentina-Inter, il 1 dicembre scorso, ma che è stato fortunatamente soccorso tempestivamente e si è ripreso. Al giocatore è stato installato un defibrillatore sottocutaneo amovibile nell'ospedale di Careggi dove è stato ricoverato ed ora si attende di capire quale sarà il suo futuro. Lo scorso anno era stato Evan Ndicka ad accasciarsi al suolo durante un Udinese-Roma. Il difensore giallorosso aveva accusato un trauma pneumotoracico ed era stato trasportato subito in ospedale, riuscendo a rimettersi in tempi brevi. Prima di lui, durante l'Europeo del 2021, era stato Christian Eriksen, al tempo centrocampista dell'Inter, a subire un arresto cardiaco in campo. Le immagini dei compagni intorno a lui e l'intervento provvidenziale del capitano Kjaer hanno fatto il giro del mondo, con il danese salvato proprio grazie all'immediato intervento dei soccorritori. In seguito all'incidente al giocatore è stato impiantato un dispositivo ICD, ovvero un defibrillatore cardioverter. A causa delle regole interne alla Serie A però, che non permettono a un giocatore di scendere in campo con un peacemaker, Eriksen ha dovuto lasciare i nerazzurri e tornare in Inghilterra, dove ha vestito prima la maglia del Brentford e poi quella del Manchester United. Nel 2018 una tragedia scosse l'Italia. Davide Astori fu trovato morto nella sua stanza d'hotel prima del match tra la Fiorentina e l'Udinese. La causa del decesso fu una fibrillazione ventricolare, legata a un problema cardiaco genetico che non era stato rilevato dalle tante visite mediche a cui sono sottoposti i calciatori professionisti. Prima di Astori, fu Piermario Morosini a trovare la morte su un campo da calcio. Il centrocampista del Livorno perse i sensi durante una partita di Serie B contro il Pescara e morì poco dopo. Morosini soffriva di cardiomiopatia aritmogena, un problema cardiaco rilevato solo dopo il decesso. La tragedia di Morosini ha ricordato quella di Antonio Puerta, difensore del Siviglia deceduto nel 2007 a causa di un arresto cardiaco in campo. Ci fu anche il tragico caso di Marc-Vivien Foé. Il centrocampista camerunese crollò in campo durante una partita di Confederations Cup contro la Colombia nel 2003. Nel 1989 Lionello Manfredonia, all'epoca giocatore della Roma, accusò un arresto cardiaco in campo durante una gara contro il Bologna, ma fu salvato dal pronto intervento dei medici, dovendo però interrompere prematuramente la propria carriera. Non fu altrettanto fortunato Andrea Cecotti, che nel 1977 con la maglia della Pro Patria, morì in ospedale dopo aver accusato una trombosi alla carotide mentre era in campo. Nello stesso anno ci fu anche la tragedia di Renato Curi, che si accasciò a terra durante una partita contro la Juventus e morì poco dopo a causa di un arresto cardiaco. Meglio andò a Giancarlo Antognoni, che nel 1981, durante una partita tra Genoa e Fiorentina, subì un grave infortunio con frattura cranica e temporaneo arresto cardiaco. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)