Dl Aiuti: Dirigenti scuola, ‘stop a tetto? Siamo indignati, italiani reagiranno e non solo in urna’
Roma, 14 set. (Adnkronos) – “Passa al Senato l’emendamento che fa saltare il tetto dello stipendio di 240.000 euro dei dirigenti pubblici. Il Governo non trova le risorse per allineare, ponendo fine ad una ingiustizia riconosciuta dallo stesso Governo, le retribuzioni dei dirigenti scolastici a quelle degli altri dirigenti di pari fascia e poi, alla chetichella, fa passare un emendamento proposto da Forza Italia che vorrebbe aumentare il già lauto stipendio dei dirigenti pubblici, come i capi dipartimento dei ministeri”. Così in una nota Attilio Fratta, presidente dell’associazione dei presidi Dirigentiscuola, che aggiunge: “Ad essere indignato è il popolo italiano che prima o poi reagirà non solo nel segreto dell’urna. Non si possono chiedere sacrifici a chi non riesce a fare la spesa e a pagare le bollette mentre alla chetichella si tenta di aumentare lo stipendio a chi guadagna 240.000 euro l’anno”.
“Cosa più grave – prosegue – è che il Pd promette battaglia alla Camera come se al Senato lo avesse votato solo Forza Italia. Anche Draghi si dice indignato e contrario. Idem il Mef. E allora chi lo ha votato? Si pensava evidentemente che nessuno se ne accorgesse. Ora che la notizia è rimbalzata sui giornali nessuno ne sa niente. Niente di nuovo sul fronte occidentale! È ormai consolidato: il sistema di fare passare alla chetichella emendamenti per favorire qualcuno allorquando è in discussione un provvedimento legislativo; il sistema di spendere e spandere specie in prossimità di eventi elettorali, nella speranza di rastrellare qualche voto dai beneficiari e loro seguiti; l’irresponsabilità di aumentare il debito pubblico”.
“Sono passati 21 anni dall’attribuzione della qualifica dirigenziale ai capi di istituto senza l’adeguamento della retribuzione. Sono 21 anni che il Governo promette la perequazione e altrettanti che non tiene fede alle sue stesse promesse. In 21 anni ci sono stati si degli aumenti per i dirigenti scolastici, ma di responsabilità, impegni, carichi di lavoro. Sono oltre 150 i dirigenti scolastici che dopo aver vinto un concorso tra i più difficili della storia sono stati costretti a rinunciare all’incarico dirigenziale perché non riescono a sbarcare il lunario a causa di stipendi pari al 50% di quelli dei colleghi di pari fascia perché assegnati a regioni diverse da quelle di provenienza, nonostante i ruoli siano regionali”.