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Energia: Mazzoncini (A2A), ‘su rinnovabili, rifiuti e acqua gap italiano da colmare con urgenza’

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Cernobbio (Como), 4 set. (Adnkronos) – Nei settori dell’energia, della gestione dei rifiuti e del ciclo idrico, l’Italia “riscontra un gap rilevante rispetto ai Paesi europei da colmare con urgenza, abbinato a un quadro disomogeneo a livello territoriale”. Lo ha detto Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A, nel corso della presentazione al forum Ambrosetti di Cernobbio di uno studio sul ruolo delle multiutility per il rilancio sostenibile dei territori italiani, realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con A2A.

Mazzoncini ha spiegato che l’obiettivo dello studio è “di individuare le aree di miglioramento, per poter proporre e realizzare progetti concreti, che siano in grado di attrarre le importanti risorse messe a disposizione dal Recovery Fund. Credo che in uno scenario nazionale ed europeo caratterizzato dalle forti differenze nella gestione di servizi ad alto impatto sulla qualità della vita delle persone il ruolo delle multiutility sia sempre più centrale”. A2A, ha continuato, “può giocare una partita nazionale molto importante: presenteremo il nuovo piano industriale tra qualche mese. Sarà per la prima volta un piano decennale e la nostra ambizione è quella di favorire la transizione sostenibile con importanti investimenti in infrastrutture strategiche per la crescita del Paese”.

Sul fronte del pilastro Energia, lo studio evidenzia che con il trend degli ultimi cinque anni l’Italia non raggiungerà i propri obiettivi di rinnovabili nei consumi finali di energia fissati nel Piano Energia e Clima al 2030, con un gap di oltre 7 punti percentuali. Aumentare la potenza installata rinnovabile nella generazione elettrica è “fondamentale” per raggiungere il target, ma “esiste ad oggi un rilevante gap impiantistico: ai ritmi attuali, il gap di potenza installata sarà di circa 2.200 Mw al 2025 e di circa 2.400 Mw al 2030 per l’eolico e addirittura di 3.700 Mw al 2025 e di oltre 23mila Mw al 2030 per il fotovoltaico”. Un ritardo imputabile “a iter autorizzativi lunghi e complessi”.

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