Euclid supera test, vola in Usa il satellite che mapperà gli ultimi 10 mld di anni dell’Universo
Roma, 21 feb. (Adnkronos) – Ha superato tutti i test ed è pronto a partire ad aprile prossimo per Cape Canaveral il satellite dell’Esa ‘Euclid’ che andrà nello spazio per realizzare una mappa su larga scala della struttura tridimensionale dell’Universo negli ultimi dieci miliardi di anni. Con Euclid “ci sarà una grande mole di dati e quello che si sta cercando di capire è se il modello cosmologico attuale è ancora valido o se invece ci sono correttivi da portare dovuti alla materia oscura e all’energia oscura” ha spiegato la scienziata Barbara Negri, dirigente tecnologo dell’Agenzia Spaziale Italiana e responsabile del dipartimento Volo Umano e Sperimentazione Scientifica dell’Asi.
Nel corso di un punto stampa promosso dall’Agenzia Spaziale Europea – a cui hanno partecipato anche i due scienziati Mario Salatti e Elisabetta Tommasi del dipartimento Volo Umano e Sperimentazione Scientifica di Asi – Negri ha osservato che ad oggi “stiamo come ‘navigando’ a vista e per questo con Euclid l’elemento essenziale della missione è il Ground Segment Scientifico (Sgs) che è interamente coordinato dall’Italia. L’obiettivo di Euclid, ha evidenziato Barbara Negri, “è indagare l’espansione dell’Universo negli ultimi 10 miliardi di anni che sappiamo ha un’accelerazione non compatibile con l’attuale modello cosmologico. Euclid potrà andare così indietro nel tempo – 10 miliardi di anni indietro – grazie ai suoi due strumenti: il telescopio Nis e lo strumento Visp che lavoreranno in parallelo su due lunghezze d’onda”.
Euclid è la seconda missione di classe Medium (M2) del Programma Scientifico dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) ed è stata approvata dal Science Programme Committe a giugno 2012. Euclid – sulla cui missione l’Esa ha promosso oggi a Cannes, nella sede di Thales, una conferenza stampa – volerà con un Falcon 9 di Space X invece che con Soyouz russo. A causa dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca il lancio di Euclid era stato infatti spostato perché l’Esa ha interrotto la collaborazione spaziale con la Russia. “Il satellite sarà spedito in nave dal porto di Savonacon destinazione Cape Canaveral per il lancio previsto a luglio prossimo e la cui data sarà stabilita probabilmente proprio ad aprile” ha spiegato la scienziata dell’Asi Elisabetta Tommasi.
Tommasi ha ricordato che “il satellite Euclid è è stato integrato a Torino, presso gli stabilimenti di Tjalse Alenia Space Italia ed ora si trova a Cannes per i test finali, anche quello di compatibilità elettromagnetica, appena conclusi”. “Da Cannes sarà portato via terra, con trasporto eccezionale, nel porto di Savona dove si imbarcherà ad aprile e raggiungerà via nave gli Usa con destinazione Cape Canaveral. Ad aprile si saprà la data precisa del lancio previsto a luglio” ha aggiunto Tommasi. Dopo il lancio, Barbara Negri ha spiegato che Euclid impiegherà oltre un mese per raggiungere il punto lagrangiano in cui il satellite sarà stabile, a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, mentre i primi dati arriveranno in autunno”. Il satellite Euclid ospita un telescopio a specchio di 1,2 metri di diametro e due strumenti scientifici, il Visible Instrument (Vis) e il Near Infrared Spectrometer Photometer (Nisp) e ha come obiettivo la produzione di una mappa a grande scala della struttura tridimensionale dell’Universo negli ultimi dieci miliardi di anni per ottenere informazioni sull’energia oscura e la materia oscura che lo compongono.
I due strumenti Vis e Nisp sono ottimizzati per utilizzare due diversi metodi diagnostici, il weak gravitational leansing (cioè l’apparente distorsione dell’immagine delle galassie causata dalla presenza di concentrazioni di massa che deflettono la luce) e le oscillazioni acustiche della materia barionica, che sono ritenute uno dei metodi più accurati per porre vincoli sull’equazione di stato dell’energia oscura e sulla sua eventuale evoluzione cosmica. Alla fine della sua vita operativa, Euclid avrà prodotto immagini e dati fotometrici per più di un miliardo di galassie e milioni di spettri di galassie, dati che saranno di grande importanza anche per molti altri settori dell’astrofisica. Elemento essenziale della missione è il Ground Segment Scientifico (Sgs) che ha la responsabilità sia della pianificazione delle osservazioni e del primo controllo di qualità dei dati sia della verifica delle prestazioni degli strumenti in orbita e della riduzione dei dati, dalla telemetria fino ai prodotti necessari per l’analisi scientifica.
Il satellite, il lancio e il controllo in volo di Euclid sono di responsabilità Esa, mentre gli strumenti e la parte di Sgs dedicata alla verifica delle prestazioni e al trattamento dei dati sono progettati e realizzati da un consorzio europeo di più di mille scienziati afferenti a più di cento istituti in tredici nazioni. La missione prevede anche la partecipazione della Nasa, che ha fornito i rivelatori per lo strumento Nisp. Strategico in questa missione il ruolo dell’Italia che ha l’importante compito di coordinare l’intero Ground Segment Scientifico. “In questo ambito – ha evidenziato l’Agenzia Spaziale Italiana- l’Italia ha anche la responsabilità diretta di uno dei nove Science Data Center e della verifica delle prestazioni dello strumento Nisp oltre all’incarico di sviluppare diversi passi del trattamento dei dati, che vanno dalla rimozione degli effetti strumentali sui dati Nisp, al confronto con i dati provenienti da altre fonti, alle misure di precisione sui dati spettroscopici, alla preparazione dei risultati da distribuire alla comunità scientifica”.
E queste attività secondo gli scienziati sono una componente essenziale per il successo della missione. Ma non solo. L’Italia ha anche fornito l’elettronica di controllo e acquisizione dei dati di Vis e di Nisp e la ruota che contiene gli elementi dispersori dello spettrometro, sottosistemi che sono stati realizzati dall’industria nazionale, in collaborazione con Inaf e Infn. Il software di bordo dei due strumenti è stato invece sviluppato da ricercatori dell’Inaf. A livello scientifico, inoltre, nella missione di Euclid l’Italia ha la responsabilità della pianificazione e ottimizzazione di tutte le osservazioni (survey) e contribuisce alla definizione dei requisiti e alla preparazione dell’analisi dei dati attraverso l’ampia partecipazione della comunità scientifica nazionale ai Science Working Groups della missione e la guida di alcuni di essi. Il nostro Paese è, insieme a Francia e Gran Bretagna, il principale protagonista della missione grazie al supporto, in primo luogo, dell’Agenzia Spaziale Italiana.
L’Asi, in collaborazione con Inaf e Infn, ha guidato il team industriale che ha progettato e realizzato i contributi agli strumenti, un’Associazione Temporanea d’Imprese con Ohb Italia mandataria, Sab Aerospace e Temis mandanti. Asi, inoltre, supporta l’Inaf nell’importante ruolo di guida del Sgs e per lo sviluppo del software di bordo dei due strumenti e tutti gli enti di ricerca per le attività nei Science Working Groups.
Infine Asi ha affidato ad Altec le attività industriali per la progettazione e la realizzazione dello Science Data Center italiano della missione. Per dare la foto più reale del peso della missione Euclid solo in Italia sono coinvolti oltre duecento scienziati del nostro Paese appartenenti all’Inaf (principalmente gli istituti Iaps di Roma, Oas di Bologna e Iafs di Milano e gli Osservatori Astronomici di Bologna, Brera, Padova, Roma, Torino e Trieste), all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e a numerose università, in primo luogo l’Università di Bologna e poi le Università di Ferrara, l’Università Statale di Milano, la Sapienza di Roma, l’Università Roma 3, l’Università di Trieste, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste (Sissa) e la Cisas di Padova.