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Faraone: “Ranucci mi mandò messaggi minacciosi, Rai prenda posizione”

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Palermo, 9 feb. (Adnkronos) – “Era la mattina del 25 novembre quando mi arrivò un messaggio da un numero sconosciuto. Era Sigfrido Ranucci che mi accusava di avergli gettato fango addosso. Il vicedirettore di RaiTre proseguiva con intimidazioni varie. Diceva: ‘Ho dossier su di voi tutti’ e, ancora, ‘Vi scateno contro le mie telecamere’. Cose di questo tenore, che reputo gravissime”. A parlare, in una intervista all’Adnkronos, è il senatore Davide Faraone di Italia Viva. Era stato proprio il politico, da sempre molto vicino a Matteo Renzi, a rendere nota in Commissione Vigilanza, il giorno prima degli sms ricevuti da Ranucci, una lettera anonima che accusava il conduttore di ‘Report’ di molestie sessuali in redazione. Quel giorno Ranucci scrisse dei messaggi anche al deputato forzista Andrea Ruggieri, che ieri li ha resi noti parlando di “minacce”. La mattina seguente, come spiega oggi Faraone, il giornalista scrisse anche a lui. In una intervista, ieri, Ranucci ha spiegato di avere reagito “perché ferito nella mia dignità” spiegando di “non avere mai minacciato nessuno”.

“Ci si può sentire feriti in molte circostanze, o aggrediti com’è accaduto al sottoscritto dalle telecamere di Report, per aver osato fare un’interrogazione parlamentare riguardo a un inopportuno servizio sui vaccini “pericolosi” mandato in onda da Ranucci in piena pandemia, ma non per questo bisogna intimidire, insultare o minacciare – replica oggi Faraone – Sono comportamenti molto gravi su cui è necessario che la Rai prenda posizione, non può verificarsi la circostanza che il vigilato minacci il vigilante. Qui l’unica dignità che vedo lesa è quella della commissione e dei suoi membri che hanno il dovere di agire secondo i principi fondativi della stessa”. Ma perché a novembre decise di portare in vigilanza il documento anonimo? “Perché la Rai è un’azienda pubblica e il suo buon nome va preservato e tutelato dallo Stato, la Commissione vigilanza nasce a questo scopo: l’informazione pubblica è un bene comune e chi vi lavora è tenuto a comportamenti rispettosi e adeguati – dice Faraone – La richiesta di approfondimento doveva essere l’occasione per Ranucci di fugare ogni ombra”.

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