Governo, Marini: “Attuale legge elettorale può garantire esecutivo stabile”
Roma, 16 lug. (Adnkronos) – “Ad oggi mi sembra che lo scenario più plausibile sia lo scioglimento anticipato delle Camere, ma quattro giorni in una crisi sono una eternità”. Così all’Adnkronos Francesco Saverio Marini, costituzionalista e professore di Diritto pubblico all’Università di Roma Tor Vergata che, individuando in Mario Draghi e Giuseppe Conte i due aghi della bilancia, guarda alla legge elettorale in vigore ed afferma: “Realizza una sintesi equilibrata tra rappresentatività delle forze politiche presenti nella società civile (garantita dal proporzionale) e governabilità (garantita dal maggioritario). Con il 30% maggioritario si introduce, infatti, una parziale distorsione della rappresentanza in favore di chi ha la maggioranza relativa e così si agevola la formazione di maggioranze più stabili. In caso di elezioni anticipate, al di là delle imprevedibili e determinanti dinamiche politiche, si può quindi sperare in un governo solido e comunque si assicurano condizioni di governabilità maggiori rispetto ad una legge elettorale integralmente proporzionale, già sperimentata nella cosiddetta prima Repubblica”.
Secondo Marini, “in contesti politici, come quello italiano, molto frammentati non è auspicabile, tuttavia, nemmeno un uninominale secco, estremo, come quello inglese perché si finirebbe per sopprimere artificiosamente il pluralismo delle idee e delle posizioni politiche. In questa prospettiva la nostra legge elettorale è un buon compromesso – commenta – garantisce la rappresentanza attraverso il proporzionale ed tiene conto delle esigenze della governabilità”.
Premesso che nello scenario attuale “le strade (con la decisione finale ovviamente a Mattarella) sono o fiducia a Draghi o un nuovo governo appoggiato da una diversa maggioranza (dato che i numeri da un punto di vista algebrico ci sono) o lo scioglimento delle Camere, è comunque inopportuno- rimarca il costituzionalista – ipotizzare una riforma della legge elettorale in prossimità delle elezioni perché sarebbe troppo condizionata dagli interessi elettorali dei partiti di maggioranza”. (Roberta Lanzara)