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Ismail Haniyeh ucciso a Teheran, chi era ‘il più pragmatico’ dei leader di Hamas

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(Adnkronos) – Ismail Haniyeh, morto nella notte in un raid mirato a Teheran, è stato una figura chiave di Hamas, attivo fin dai tempi dell'università nei gruppi politici precursori del movimento militante islamico fondato nel 1987. Haniyeh era nato nel 1963 nel campo profughi di Shati, a Gaza, durante l'occupazione egiziana della Striscia. Aveva studiato nelle scuole gestite dall'Agenzia delle Nazioni Unite UNRWA per poi laurearsi presso l'Università islamica di Gaza in lingua e letteratura araba. Era sposato e padre di tredici figli. Si era unito ad Hamas fin dalla sua fondazione, nel 1987, durante la prima Intifada palestinese, ed era stato il braccio destro del suo fondatore Ahmed Yassin, assassinato da Israele nel 2004.  
Arrestato ed imprigionato più volte – nel 1987, 1988 – e nel 1992 quando era stato trasferito nel sud del Libano assieme ad altri leader ed esponenti di Hamas, era tornato a Gaza nel 1993 dove era diventato preside dell'università islamica. Tra il marzo 2006 e il giugno 2007 – a seguito della vittoria di Hamas alle elezioni parlamentari – era stato nominato primo ministro palestinese. Dopo la presa della Striscia da parte di Hamas al termine dello scontro con l'altra fazione palestinese, Fatah, per il controllo dei territori, il 14 giugno 2007 il leader dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas considerò decaduto il governo di unità e affidò il giorno seguente l'incarico di formarne un nuovo esecutivo dell'Anp a Salam Fayyad, esponente del partito centrista La Terza Via. Nomina apertamente criticata da Hamas, che a Gaza ha continuato a riconoscere Haniyeh come primo ministro.  Tra il giugno 2014 e il 2017 è stato capo di Hamas nella Striscia di Gaza. Il 6 maggio 2017 Haniyeh è stato eletto capo dell'ufficio politico di Hamas al posto di Khaled Mesh'al. Nell'agosto 2017 ha guidato una delegazione di alto livello in Iran dove ha incontrato la guida suprema Ali Khamenei. Al suo posto alla guida di Hamas a Gaza è subentrato Yahya Sinwar. Nel 2019 Haniyeh ha lasciato Gaza ed è fuggito in Qatar, dove è vissuto in esilio per questi anni.  Dall'esilio era diventato il volto internazionale del gruppo palestinese, facendo la spola tra Turchia, Iran e Qatar. Considerato una figura pragmatica all'interno del movimento, chiamato a svolgere un ruolo di primo piano negli sforzi sostenuti per garantire un cessate il fuoco, Haniyeh era tuttavia visto come un tramite chiave con esponenti della linea dura come Yahya Sinwar a Gaza, considerato la mente dell'attacco del 7 ottobre in Israele.  Il leader politico di Hamas aveva subìto la perdita di decine di suoi familiari nella Striscia di Gaza dall'inizio dell'operazione israeliana in risposta al massacro del 7 ottobre. Lo scorso aprile erano stati uccisi tre figli di Haniyeh – Hazem, Amir e Mohammad – mentre erano in auto in un bombardamento nel campo di Shati. Nello stesso attacco avevano perso la vita anche quattro nipoti di Haniyeh, che – parlando con l'emittente del Qatar – ammise comd 60 membri della sua famiglia fossero stati uccisi dall'inizio della guerra.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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