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Lodi: caso mense, Corte Appello Milano respinge ricorso Comune

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Milano, 29 dic. (Adnkronos) – Il Comune di Lodi perde anche in appello sul “caso mense”, una vicenda che risale a due anni fa e per cui il Comune era stato già condannato dal Tribunale, in quanto colpevole di aver discriminato i bambini stranieri rispetto agli italiani. Con sentenza emessa oggi, la Corte d’Appello di Milano ha respinto il ricorso del Comune di Lodi e, secondo l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione – la prima a presentare i ricorsi – è stata “confermata l’uguaglianza di italiani e stranieri nelle procedure di accesso alle prestazioni sociali”. Il caso nasce quando la giunta della città lombarda, guidata dalla leghista Sara Casanova, decide di escludere dall’accesso alle prestazioni sociali comunali gli stranieri che non riescono a comprovare, con documenti del Paese di origine, la loro condizione economica in patria.

Il Tribunale, accogliendo il ricorso di Asgi e Naga, assistiti dagli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri, aveva già dichiarato illegittima la delibera di giunta e ordinato al Comune di consentire l’accesso di italiani e stranieri alle medesime condizioni. Ora la Corte d’Appello ha confermato che l’Isee, dove devono essere riportati per tutti anche i redditi e i patrimoni all’estero, costituisce lo strumento generale di accesso alle prestazioni sociali e che, fermi tutti i poteri di verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate e del Comune, lo straniero non può essere gravato, in ragione della sua sola cittadinanza, di oneri che rendono di fatto impossibile l’accesso a importanti prestazioni sociali come la mensa scolastica, il trasporto scolastico, il sostegno ai disabili.

“Italiani e stranieri devono essere trattati in maniera uguale: uguali nel dovere di fornire alla pubblica amministrazione tutte le notizie richieste sui loro redditi e patrimoni; uguali nella soggezione a verifiche, ma uguali prima di tutto nel diritto di accedere alle prestazioni sociali senza essere vittime di pretese irragionevoli e, soprattutto, contrarie alla legge dello Stato”, sottolinea Asgi.

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