Mafia: ecco il dossier Ros mafia-appalti, ‘trama occulta intrecci imprenditori avidi’/Adnkronos (2)

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(Adnkronos) – Da quella indagine emerse, per la prima volta, l’esistenza di un vero e proprio “comitato d’affari”, gestito da mafia, alcuni esponenti della politica e una parte dell’imprenditoria, di rilievo nazionale, finalizzato alla spartizione degli appalti pubblici in Sicilia. Il 25 giugno 1992 Borsellino volle incontrare presso la Caserma dei Carabinieri Carini di Palermo, Mori e De Donno, ai quali chiese di sviluppare le indagini in materia di mafia e appalti riferendo esclusivamente a lui, sia dalle conversazioni avute dallo stesso Borsellino con Antonio Di Pietro, che allora stava conducendo le indagini sugli appalti al centro di Mani Pulite. Lo stesso magistrato la mattina del 19 luglio, alle sette, il giorno in cui poi venne ucciso con 5 agenti della scorta, ricevette una telefonata dal procuratore capo di allora Pietro Giammanco. In quella conversazione telefonica il Procuratore avvisava Borsellino che sarebbe stato delegato alla conduzione dell’indagine ‘mafia-appalti’, una delega che, senza ragione apparente, fino a quel momento gli era stata negata. Il 22 luglio 1992, tre giorni dopo l’attentato, arriva la richiesta di archiviazione del fascicolo, firmata dai pm Guido Lo Forte e Roberto Scarpinato, con l’ok del Procuratore Giammanco. Richiesta di archiviazione che verrà accolta il 14 agosto successivo dal gip. Cioè, neppure tre settimane dopo. Mentre il Tribunale era ancora sconvolto dalle stragi e in pieno periodo di vacanza.

Ma cosa c’era scritto in quel dossier consegnato dal Ros a Giovanni Falcone e Guido Lo Forte? “Appaiono in tutta la loro grave evidenza un complesso di reati che definiscono compiutamente l’attività criminale di un’associazione per delinquere che, articolata nelle sue varie componenti, realizza il controllo e la gestione di una notevole parte delle attività economiche connesse al settore degli appalti pubblici in Sicilia e nel resto del territorio nazionale”. E ancora: “Al di là dello specifico aspetto penale, la cui qualificazione è ovviamente rimessa alla valutazione dei magistrati destinatari, non si può non sottolineare ancora una volta, come in un settore così importante per l’economia nazionale come quello delle opere pubbliche, agiscano consorterie delinquenziali che sfidano sfacciatamente le leggi dello Stato”, si legge nel dossier.

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