Mafia: ecco il dossier Ros mafia-appalti, ‘trama occulta intrecci imprenditori avidi’/Adnkronos (6)
(Adnkronos) – Gli investigatori si imbattono, dunque, nel nome di Angelo Siino, colui che poi diventerà, su sua stessa ammissione, il ‘ministro dei lavori pubblici di Cosa nostra’. A fare il suo nome è un esposto anonimo. Ufficialmente vendeva auto ma ben presto i Carabinieri si rendono conto che c’è ben altro. Iniziano così le intercettazioni. E in una conversazione telefonica con il fratello Andre si parla di lavori edilizi. “Il tenore della conversazione rivelava indiscutibilmente come Siino trattasse, con perfetta padronanza della materia, problemi inerenti il campo della pubblica edilizia. Figlio e fratello di imprenditori edili, Angelo Siino, imprenditore anch’egli, pareva quindi interessarsi principalmente di costruzioni anche se lo stabile che avrebbe dovuto ospitare gli uffici della ditta individuale a lui intestata, in effetti, non evidenziava la presenza di alcun dipendente che potesse confermare la reale presenza di una impresa edile”, dicono i carabinieri nel dossier mafia e appalti.E ancora: “Mentre padre e fratello gravitano costantemente presso gli uffici ed i cantieri della società edile attendendo a tempo pieno alle esigenze tecniche d’esecuzione e gestione dell’azienda, Angelo appariva proiettato verso un’ attività che gli imponeva frequentissimi contatti con altri imprenditori senza che ciò potesse trovare una comprensibile e convincente spiegazione, diversa dalla contraria e seria congettura di una sua piena e diretta partecipazione nella manomissione e nel pilotaggio di appalti per la realizzazione di opere pubbliche”.
“Egli trascorreva e trascorre tuttora buona parte della giornata a bordo delle sue auto, insieme con l’autista Francesco Anello, compiendo frequenti viaggi anche in altre province della regione”. “Nella fattispecie, la precedente conversazione telefonica evidenziava l’attività compiuta dagli interlocutori al fine di creare un’associazione temporanea di imprese che potesse partecipare alla gara di appalto per la quale i termini di presentazione sarebbero scaduti a breve”. Gli inquirenti parlano di un “inspiegabile viavai di addetti al settore edilizio sembrava perlomeno strano”. “La vendita di automobili era dunque un’attività che, solo in apparenza, doveva impegnare Siino, il quale viceversa, era completamente proiettato ad intrattenere contatti con imprenditori dell’isola. Anche fonti confidenziali, attivate in aderenza alle indagini dirette ed ottimamente inserite nello specifico settore, indicavano concordi, infatti, Angelo Siino come il rappresentante di “Cosa Nostra” per il mondo dei pubblici appalti. “Nel dettaglio egli avrebbe la funzione di stabilire e riscuotere le tangenti imposte agli impresari edili, nonché decretare l’assegnazione dei lavori pubblici in gara alle imprese predestinate, secondo un ordine funzione degli interessi generali delle famiglie di “Cosa Nostra” e degli operatori economici ad esse legati – dicono i carabinieri del Ros – Per una conferma di quanto detto, oltre al contatto con gli impresari vittime del taglieggiamento del consorzio mafioso, era necessario acquisire il maggior numero di dati possibili sulla già evidente esistenza di relazioni qualificanti dal punto di vista criminale”.
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