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Metalcoop, tra più longeve esperienze di impresa rigenerata da lavoratori in forma cooperativa

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(Adnkronos) – Trent’anni di attività. Una lunga storia di successo e una delle più longeve esperienze italiane di impresa rigenerata dai lavoratori in forma cooperativa (Workers buy out-Wbo). Un’impresa competitiva e una ricchezza per la comunità in cui opera. Una storia che inizia nel 1994: la ScatMetal viene travolta dalla crisi del gruppo finanziario che la controlla e un gruppo di lavoratori decide di non arrendersi e diventare protagonista del proprio futuro. Si costituisce la cooperativa che – con il sostegno della Legge Marcora – rileva l’azienda, salva decine di posti di lavoro e riprende la produzione di scaffalature industriali. Sino a diventare uno dei punti di riferimento del settore, attivo non solo in Italia ma anche all’estero.  Una storia di lavoratori capaci di rigenerare impresa e creare occupazione, reddito, sviluppo che Metalcoop ha festeggiato oggi a Certaldo (Firenze) incontrando la comunità, amministratori locali, clienti e i partner che, in questi anni, ne hanno supportato la crescita. “Metalcoop – commenta la presidente Gabriella Barsottini – è un caso riuscito di cooperativa di lavoratori che ha avuto un rilevante impatto positivo sul territorio: ha salvato molti di posti di lavoro e ha saputo produrre e distribuire ricchezza, perfino negli anni del Covid. Nei suoi trent’anni, grazie anche al sostegno del socio Cfi, Metalcoop ha sempre investito, rinnovato i suoi impianti, realizzato nuovi prodotti e ampliato i mercati, fino a rendere il fatturato realizzato all’estero ampiamente superiore rispetto a quello derivante dal mercato interno. Oggi Metalcoop è dotata di un codice etico, è impegnata nella sostenibilità, produce e distribuisce ricchezza per soci, dipendenti e il territorio ed è un esempio virtuoso di come si possa utilizzare il sostegno pubblico in modo proficuo per restituirlo moltiplicato alla collettività”. Un’impresa cooperativa di proprietà dei suoi soci lavoratori, accompagnata sin dalla sua nascita dagli strumenti finanziari previsti dalla Legge Marcora e gestiti da Cfi-Cooperazione finanza impresa l’investitore istituzionale, partecipato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, deputato al sostegno finanziario delle cooperative di lavoro e, in particolare, dei Wbo. “Oggi – commenta il presidente di Cfi-Cooperazione finanza impresa, Mauro Frangi – festeggiamo anzitutto il lavoro e il successo dei soci di Metalcoop, persone che si sono unite in una cooperativa per cambiare il corso delle cose, per riemergere dalle difficoltà e costruire in prima persona il futuro. Un’esperienza che ha saputo durare a lungo, innovarsi, conquistare nuovi mercati e risultati positivi perché costruita sulla valorizzazione delle persone, della loro identità, del loro protagonismo e della loro professionalità. Su un modello di impresa cooperativo, partecipativo e responsabilizzante. E, insieme, costatiamo – una volta di più – i buoni risultati che produce la Legge Marcora e gli strumenti finanziari che mette a disposizione dei lavoratori che scelgono, di fronte alla crisi della loro impresa, di ripartire con impegno, collaborazione, fiducia e condivisione di obiettivi comuni. Un modello di intervento capace di mostrare come, attraverso la generazione di un’impresa cooperativa, si possa costruire bene comune e generare valore condiviso". Cfi-Cooperazione finanza impresa ha sostenuto e finanziato, grazie alla Legge Marcora, dal 1986 ad oggi, ben 333 imprese rigenerate dai lavoratori in forma cooperativa (Wbo) che hanno saputo garantire occupazione e continuità di reddito a 11.000 persone. Dal 2011 ad oggi – Cfi ha sostenuto 94 imprese cooperative rigenerate (Wbo), deliberando investimenti complessivi per 49,9 milioni di euro e contribuendo alla continuità dell’occupazione di poco meno di 3.000 persone e realizzano un volume della produzione complessivo superiore ai 500 milioni di euro. Imprese in larga prevalenza manifatturiere ed industriali, distribuite in tutte le regioni del Paese. Pur essendo imprese nate da crisi, talvolta molto profonde, solo 20 di esse (il 21%) ha interrotto l’attività. Una percentuale, cresciuta significativamente a seguito della pandemia Covid19, che rimane, in ogni caso molto più bassa rispetto ai tassi ordinari di mortalità delle piccole e medie imprese italiane. A non superare la sfida del mercato sono state soprattutto le imprese più piccole e, quindi, meno patrimonializzate. D’altro canto, i bilanci delle 74 imprese rigenerate che hanno sin qui avuto successo attestano che, rispetto al momento del loro avvio, hanno incrementato il numero dei loro occupati di ben il 37% e più che raddoppiato il loro valore della produzione. Le risorse finanziarie derivanti dalla Legge Marcora non costituiscono contributi a fondo perduto ma sono rimborsati dalle cooperative beneficiarie entro un periodo massimo di 10 anni.  L’investimento delle risorse pubbliche ha generato – oltre all’occupazione e al reddito prodotto dalle imprese e la conservazione di attività e know-how che altrimenti sarebbe andato disperso – un rilevante ritorno per la collettività: il gettito fiscale e i versamenti contributivi assicurati dalle. Imprese beneficiarie è pari a 8 volte le risorse investite. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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