**Mostra Venezia: Borghi, ‘The Hanging Sun mi sembra un miracolo del cinema’**

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Venezia, 10 set. (Adnkronos) – “Ad un certo punto, ho pensato che non lo avremmo mai fatto. Per questo quando sono arrivato sul set, e ho capito che lo stavamo davvero facendo, con questo cast, con questo livello tecnico, mi è sembrato un miracolo del cinema”. Così Alessandro Borghi presenta, alla 79ma Mostra del Cinema di Venezia, il suo ultimo film ‘The Hanging Sun – Sole di Mezzanotte’, diretto da Francesco Carrozzini per Sky Original e prodotto da Cattleya, Groenlandia e Sky e presentato al Lido oggi come film di chiusura Fuori Concorso. Il film, il primo prodotto da Sky Studios per Sky Original, è un thriller noir con una produzione internazionale scritto da Stefano Bises e basato sul best seller di Jo Nesbo ‘Sole di Mezzanotte’.

Siamo nel cuore della Norvegia profonda. Borghi interpreta il ruolo di John, un uomo che decide di disobbedire per la prima volta alla vita criminale che suo padre lo ha indotto a condurre fino a quel momento e di scappare, inseguito dal fratello Michael (Frederick Schmidt) che su ordine del padre vuole riportarlo a casa. In un’ambientazione fatta di atmosfere rarefatte dell’estate norvegese, tra colpi di scena e e momenti di intimità profonda, l’uomo si imbatterà in Lea (Jessica Brown Findlay) e nel figlio Caleb (Raphael Vicas), che, dopo la morte del compagno violento (Sam Spruell) scappano dal padre di lei (Charles Dance), e dalle sue violenze psicologiche intrise di malintesi valori cristiani e bigotti. I tre finiranno, quasi naturalmente, per creare una famiglia.

“Il processo che abbiamo affrontato è stato quello di allontanarci leggermente dal romanzo, che avrebbe reso il film molto più thriller più d’azione -spiega Borghi- Invece abbiamo scelto e di fare quello che sappiamo fare meglio, cioè raccontare storie e le relazioni tra i personaggi”. Il film, spiega l’attore romano, “ha molti messaggi da passare al pubblico, molti fuochi,dovevamo individuare quali scegliere” e quello che ha prevalso “è la tematica fondamentale della gestione e dell’accettazione della paternità: chi è tuo padre, quello che ti mette al mondo o quello che ti cresce, nessuno dei due?”, dice l’attore.

“Quello che ci ha un po’ guidato, insieme a Francesco (il regista, ndr) è stato cercare di dargli più contemporaneità possibile -spiega lo sceneggiatore Stefano Bises- Portarlo cioè a 50 anni dopo e cambiare il personaggio che in origine è positivo e frequenta il male per uno scopo buono, e dargli una dimensione un po’ più contemporanea di eroe che dentro ha il bene e il male”. Il film è un’opera prima del regista Francesco Carrozzini. Quello che ha attratto il regista Francesco Carrozzini, (“un lavoro inusuale una produzione così grossa per un’opera prima, spero di essere stato all’altezza”, dice), è il fatto che il protagonista “è un personaggio ‘rotto’, e anche io mi stavo rompendo in quel momento, che stavo perdendo il secondo genitore a 32 anni. Tutto parte dalle esperienze personali “.

La pellicola affronta attraverso le relazioni fra i personaggi il senso di colpa, l’amore, i sentimenti di salvezza, redenzione, riscatto. “Mi ha molto colpito nella sceneggiatura il legame che si crea quasi istantaneamente tra Lea e John che passa attraverso il non detto, una comunicazione verbale -dice Jessica Brown Findley- Un legame unico, con una comprensione tra due persone che provengono da due ambiti diversi ma sono come due animali abbagliati dai fari che reagiscono all’ambiente che li circonda per trovare il modo di sopravvivere”. Questa donna “compie una scelta audace, di cambiare completamente rotta per nella sua vita e fanno questa scelta per riuscire a proteggere se stessi e i loro cari e spezzare una spirale di violenza distruttiva”.

“Credo che il film abbia anche una dimensione politica importante -dice Sam Spruell- Mette in guardia dai pericolo dell’isolamento e dall’avere una società in cui le decisioni sono prese da uomini che hanno il timone in mano. Vengo dalla Gran Bretagna, da Boris Johnson e avendo vissuto la Brexit faccio dei paralleli diretti con questi pericoli. Invece qui nella storia due persone rifiutano questo isolamento e decidono di aprirsi verso l’esterno”.

Per l’attore che interpreta Michael, il fratello del protagonista, “l’ambiente ha giocato un ruolo fondamentale nella lavorazione del film -dice Frederick Schmidt- La vastità, l’immensità di questo panorama rispetto al viaggio interiore di questi personaggi ha risuonato in tutti i noi. Siamo tutti innamorati della Norvegia, anche dei luoghi più remoti. Ricordo un giorno in particolare, faceva molto freddo e abbiamo cominciato a discutere di questioni esistenziali profondi momenti essenziali profondi, che ricorderemo”. Il film, distribuito da NbcUniversal Global Distribution, e in Italia da Vision Distribution, sarà nelle sale il 12, 13, 14 settembre e prossimamente in esclusiva su Sky Cinema e in streaming su Now.

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