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Pd: Orlando, ‘serve un nuovo Pd o qualcosa che vada oltre il Pd’

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Roma, 26 set. (Adnkronos) – “Proprio perché la sconfitta non è una sconfitta ordinaria e, proprio perché gli errori commessi sono la conseguenza di nodi non sciolti, abbiamo bisogno di un momento di profondo ripensamento del Pd. Non uso, per evidenti ragioni, la parola rifondazione, ma quello è il senso. Non siamo di fronte a un passaggio ordinario, ma straordinario, che chiama in causa l’identità e la nostra funzione storica”. Così Andrea Orlando ad HuffPost.

“Credo che stavolta la grande maggioranza dei nostri dirigenti e dei nostri militanti sia consapevole che siamo vicini a un punto di non ritorno, di fronte al quale occorre una risposta straordinaria”. Che cosa intende per risposta straordinaria? “Non un congresso che possiamo fare soltanto tra di noi. Abbiamo commesso già questo errore”. Concretamente? “Una grande costituente. Tutti i grandi soggetti riformisti in Europa hanno avuto dei momenti di rottura drastica rispetto all’esperienza da cui provenivano, dalla pluri-citata Bad Godesberg a Epinay dove Mitterand riunì i vari filoni del socialismo francese, nel momento in cui il Ps rischiava di essere fagocitato dall’Opa ostile dei comunisti. Lo fece chiamando intellettuali, forze sindacali, associazioni, volontariato, non indicendo un plebiscito sulla leadership tra chi c’era già. A questo penso, a una sorta di Epinay”.

Lei pensa che il Pd sia ancora riformabile? O che serva qualcosa di nuovo? “Lo scopriremo solo vivendo. Non penso che ci sia un’altra strada che non passi per il tentativo di riforma del Pd, tutti gli altri tentativi o sono finiti nell’irrilevanza o nel moderatismo. Sono sicuro che non c’è altra via, che poi questa si concluda con un ‘nuovo Pd’ o qualcosa che vada ‘oltre’ il Pd è un dato che va verificato sul campo con i nostri militanti e con un i nostri elettori”.

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