Sardegna: Grillo jr e caso fotocopia, 2^ vittima ‘stuprate non credute da pm, non denuncerei più’ (3)

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(Adnkronos) – Poi Marta aggiunge: “Dove è la Marta che conosco? Io non mi faccio buttare giù da niente, eppure questo stupro mi ha uccisa dentro”. “Io sono forte ma non so perché ho reagito e poi siamo crollate insieme. Io ho mollato tutto. Anche il lavoro di animatrice turistica per bambini. Avevo paura di andare in giro e andare a ballare. Appena mi toccavano la spalla io scattavo come una molla”. Cosa accadde dopo lo stupro, come raccontato calle ragazze? “Siamo arrivate a casa alle sette del mattino e abbiamo dormito fino alle due del pomeriggio. Stordite. Doloranti. Ci siamo svegliate e io ho subito raccontato tutto alla collega. E lei ci ha detto: ‘Andate subito a denunciare’. Così siamo andate subito in ospedale a Olbia e nel pomeriggio dai carabinieri”. “In ospedale è stato un incubo. Ci trattavano come delle poche di buono, hanno aperto i protocolli. Non hanno avuto alcuna sensibilità, anzi. Come se ce la fossimo cercata. Non ci credevano. Io cercavo una mano di aiuto e non ci calcolavano. ‘Firma questo e quest’altro’, e basta. Neppure una parola di conforto”. “Entrambe avevamo lesioni interne”, dice. Poi tornando alla richiesta di archiviazione avanzata nel giugno del 2020 dalla Procura di Tempio Pausania, Marta dice: “Provo rabbia, molta rabbia. Non ci volevo credere. Tante domande, ma perché? Mi sono chiesta chi me lo ha fatto fare di andare dai carabinieri e raccontare ogni dettaglio e farmi toccare in ospedale. Ma poi, non capisco, perché dovrei inventarmi qualcosa del genere?”.

E poi la pm che mi chiede: ‘Ma sei sicura che sia andata così? Se non è andata così me lo devi dire’. Faceva domande un po’ spinte, io la guardavo e diceva: ‘Guarda che Giulia mi dice una cosa diversa’. A volte mi vengono gli incubi la notte e mi sveglio di colpo. Fa parte della mia vita, ormai, questa vicenda, ma io voglio solo giustizia”.

E poi conclude: “Perché per la vicenda Grillo è stato chiesto il rinvio a giudizio e per noi no? Ci siamo inventate tutto? Dopo essere stata trattata così devo sentirmi trattata da bugiarda e devo dare ancora spiegazioni. Poi dicono ‘Denuncia’. E se lo fai ti trattano come una sgualdrina. Lo ammetto, ho pensato che ho fatto male a denunciare”. “Poi ti convinci e dopo due anni mi vieni a dire che non ci sono prove? O che mi sto inventando tutto? Io c’ero lì, c’era il mio corpo e i miei occhi. Non so perché dicono che non ci sono elementi sufficienti. Io c’ero. E ricordo ogni istante di quello stupro di gruppo. E del mio corpo paralizzato dalla paura”.

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