Sardegna: la rabbia di Giulia, ‘stuprata da 4 ragazzi ma pm chiede archiviazione, perché?’ (3)

Condividi questo articolo:

(Adnkronos) – “Eravamo bloccate dalla paura – dice ora la ragazza – Ho dei vuoti totali. In questi due anni ho fatto un lavoro con la psicologa che mi segue e con la mia psichiatra. Il mio cervello ha rimosso molte cose”. “Per non annegare mi appoggiavo alla mia amica – dice ancora – mentre uno dei ragazzi mi alzava le gambe e io andavo giù”. Passa quasi un’ora. Di terrore puro, secondo il racconto di Giulia. “Non ricordo neppure come sono uscita dall’acqua – dice – ho iniziato a cercare la mia amica. L’ho presa per mano. Lei era sulla sabbia e c’era un ragazzo che le metteva i genitali sul viso”.

In quel momento arrivano i ragazzi di prima e le due amiche scoppiano a piangere. “Eravamo nude. E loro sono andati a prenderci i vestiti, le borse, i cellulari”. Ecco quanto scrive dei giovani intervenuti la Procura nella richiesta di archiviazione: “S. (il testimone ndr) si avvicinava a loro, chiedendo cosa fosse capitato, mentre porgeva loro degli asciugamani per coprirsi e le stesse apparivano sotto choc, tanto da rispondere in maniera confusa, piangendo, dandosi la colpa e giustificandosi nel dire di essere andate in spiaggia solo per farsi un bagno”. “Il teste allora si scusava con le ragazze per non avere compreso la situazione e di non essere intervenuto”. Peraltro, il video girato dai giovani che da lontano hanno assistito ai rapporti sessuali in acqua, è stato poi condiviso su una chat di whatsapp “cui partecipava tutto il gruppo di amici in vacanza in Sardegna dal nome ‘Fiocchi Sardi’”.

Giulia e la sua amica tornano al villaggio turistico intorno alle sei e mezzo del mattino. “Siamo andate a letto e ci siamo alzate alle due del pomeriggio – racconta – Io sanguinavo dalle parti intime. Eravamo entrambe doloranti. Lo abbiamo raccontato a una collega che ci ha detto di andare al Pronto soccorso, e così abbiamo fatto”. “Ma all’ospedale non sono stati molto accoglienti. Eravamo sotto choc”. “Non ci hanno fatto fare neppure l’esame delle urine per vedere se siamo state drogate, con la droga dello stupro, ad esempio. Ci hanno solo fatto flebo di antibiotici”. Ventiquattro ore dopo le due giovani donne si recano alla stazione dei Carabinieri di Budoni. C’era un maresciallo molto gentile”. Qualche ora dopo uno dei ragazzi denunciati, senza sapere della querela, chiama al telefono Giulia. “Voleva sapere se volevamo fare ancora ‘animazione in acqua’ – dice lei – ma io gli ho risposto: ‘Dopo quello che ci avete fatto avete il coraggio di chiamare?’. E tornai ai Carabinieri per segnalare questo sms. Perché in questo modo è stato possibile individuare il primo dei quattro ragazzi e poi gli altri tre”. A confermarlo un collega della ragazza che ha assistito alla telefonata. Giulia ricorda anche di essere stata sentita “per più di dodici ore dai pm”.

Questo articolo è stato letto 3 volte.

Comments (3)

I commenti sono chiusi.

Ecoseven è un prodotto di Ecomedianet S.r.l. Direzione e redazione: Lungotevere dei Mellini n. 44 - 00193 Roma
Registrazione presso il Tribunale di Roma n° 482/2010 del 31/12/2010.redazione@ecoseven.net