**Scuola: pediatra Farnetani, sì a psicologo ma in squadra con docenti e medici**
Milano, 25 gen. (Adnkronos Salute) – “Sono favorevole alla presenza dello psicologo a scuola però va inserito in un quadro più grande di collaborazione interdisciplinare fra docenti, psicologi e pediatri”. E’ la visione del pediatra Italo Farnetani che reputa positivamente il fatto che degli emendamenti bipartisan al Dl Milleproroghe, presentati al Senato, si occupino di assistenza e benessere psicologico e prevedano fra le altre cose di rendere strutturale la figura dello psicologico scolastico. “Ho sempre pensato fosse importante la medicina scolastica – spiega all’Adnkronos Salute il professore ordinario di pediatria dell’Università Ludes-United Campus of Malta – e criticai quando fu abolita di fatto nel 1979 con l’introduzione del sistema sanitario nazionale”.
“Allora mi sono battuto perché la scuola e il mondo della medicina, nel caso specifico della pediatria, si parlassero. Cosa che invece non è avvenuta e non avviene”, evidenzia l’esperto. Quindi, commenta, “ben venga lo psicologo” fra i banchi. “Innanzitutto – argomenta – ci sono due grandi vantaggi: il primo è che la scuola è un osservatorio privilegiato sia per i pediatri sia per gli psicologi, e pure l’insegnante necessita di un punto di riferimento con cui affrontare le eventuali osservazioni che fa lui stesso in classe tra gli alunni”. Per Farnetani poter ‘osservare’ i ragazzi è importante se si considera che “in epoca pre-Covid circa il 10% dei bambini e adolescenti italiani non veniva mai visto da un pediatra o da un altro operatore sanitario. Pertanto il modo per visitare o incontrare un minore è proprio entrare nel mondo della scuola, che è frequentato da tutti i bambini e ragazzi. E lo psicologo in questo ambito interdisciplinare si inserirebbe bene”.
Il suo ruolo potrebbe essere più ampio di quanto si immagina, osserva il pediatra: “Oltre al rapporto con i singoli alunni, c’è anche la necessità di armonizzare i ritmi psicobiologici degli studenti con quelli scolastici. E indubbiamente la presenza dello psicologo è un aiuto all’insegnante, non solo nella gestione dei singoli ragazzi ma anche nell’armonizzare l’insegnamento e le materie con le capacità di apprendimento degli alunni. Sono diversi gli elementi che incidono. Basti pensare che esistono delle ore in cui si concentra un maggiore apprendimento (dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17)”. Ma per Farnetani è altrettanto “importante anche la presenza del pediatra, perché è noto che nella scuola primaria e secondaria di primo grado la difficoltà di apprendimento e il basso rendimento scolastico possono essere dovuti anche a problematiche di salute come deficit visivi o uditivi, mentre nella scuola secondaria di secondo grado il focus è il disagio psicologico. Anche in questo caso, però, ritengo sia necessaria la collaborazione del pediatra. Per una valutazione legata in primo luogo allo sviluppo adolescenziale”.