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Milano, 19 nov. (Adnkronos) – La vicenda della caserma Levante non è “un semplice fatto criminale”, ma impone una riflessione più profonda per il gup di Piacenza Fiammetta Modica che ha firmato le quasi 500 pagine di motivazioni della condanna, con rito abbreviato, inflitta ai cinque carabinieri infedeli lo scorso 1 luglio. “Il processo penale per definizione è la sede in cui vengono vagliate le responsabilità giuridiche degli imputati sulla scorta di accertamenti legati alla commissione di condotte umane, non certo le responsabilità di sistema, ma corre l’obbligo di chiudere con una riflessione che sia di auspicabile monito”, scrive nell’epilogo.

“I protagonisti di questo processo erano quasi tutti carabinieri semplici e appuntati: la ‘truppa’, come provocatoriamente sostenuto da alcuni dei difensori’ che agivano al di fuori delle legge – “violenza, falsi, peculati erano divenuti un ordinario procedere” nella prospettiva del risultato investigativo facile. “Il dato statistico da perseguire ad ogni costo, come testimonianza del controllo di pubblica sicurezza da sciorinare in occasioni istituzionali, avanzamenti in carriera o per avere piccoli congiunturali privilegi”, spiega il giudice.

“La deriva rappresentata dalla logica dei numeri a discapito spesso della sostanza che ormai contamina ogni contesto, compresa la giurisdizione è stata e resta la vera aberrazione che il sistema deve emendare, per restituire una risposta effettiva della presenza dello Stato, indispensabile al reale contrasto dei fenomeni criminali”, conclude il gup.

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