Ue: “Nuove sanzioni per Russia”. Usa: altre armi a Ucraina
(Adnkronos) – L’Ue prepara nuove sanzioni contro la Russia dopo i referendum organizzati da Mosca nelle aree occupate in Ucraina. L’annessione dei territori, dopo le votazioni, verrà formalizzata a breve. La reazione di Bruxelles, dopo l’accelerazione di Vladimir Putin, non si è fatta attendere.
L’ottavo pacchetto di sanzioni contro la Russia è stato presentato ai rappresentanti degli Stati membri presso l’Ue, nel Coreper. Accanto al consenso sulla necessità di dare un segnale di unità e di fermezza di fronte a Mosca, si apprende da fonti diplomatiche a Bruxelles, sono stati richiesti approfondimenti sulla questione del tetto al prezzo del petrolio russo destinato a Paesi terzi. L’esame verrà approfondito a livello tecnico, per passare poi al Coreper di venerdì 30 settembre, in un passaggio che non sarà decisivo. L’intenzione della presidenza ceca è di approvare il pacchetto nel Coreper di mercoledì prossimo, salvo intoppi.
“Siamo determinati a far sì che il Cremlino paghi per questa escalation. Per questo vi proponiamo un nuovo forte pacchetto di sanzioni contro la Russia”, ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, a Bruxelles, a fianco dell’Alto Rappresentante Josep Borrell.
LE SANZIONI – I provvedimenti prevedono un allungamento della lista dei soggetti sanzionati, che comprenderà, come ha illustrato Borrell, “le autorità prorusse di Donetsk e Luhansk”, nonché una serie di persone “che hanno facilitato l’organizzazione dei referendum nei quattro territori occupati dell’Ucraina”; ci saranno anche “alte personalità del ministero della Difesa russo” e coloro che “sostengono le forze armate russe”, fornendo “equipaggiamento, armi e alloggio” ai 300mila riservisti in via di mobilitazione. Verranno colpiti anche altri individui impegnati in azioni di “disinformazione”, nonché soggetti che “partecipano o favoriscono l’aggiramento delle sanzioni” contro la Russia, e non si tratta “necessariamente di russi”.
Verranno inoltre imposti “nuovi bandi alle importazioni di prodotti russi”, che toglieranno a Mosca altri “7 mld di euro” di proventi; “proponiamo anche di estendere la lista dei prodotti che non possono più essere esportati in Russia”, con l’obiettivo di “privare il complesso militare del Cremlino di tecnologie fondamentali”, spiega la presidente. Questi nuovi divieti “indeboliranno ulteriormente la base economica della Russia e colpiranno la sua capacità” di organizzare lo sforzo bellico.
CASA BIANCA – In un quadro reso ancor più teso dalla vicenda Nord Stream, gli Stati Uniti hanno ribadito che non riconosceranno “mai” le annessioni alla Russia delle regioni dell’Ucraina orientale, dopo referendum “illegali e illegittimi”. La posizione dell’amministrazione Biden è stata espressa dalla portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, secondo cui, “sulla base delle nostre informazioni, ogni aspetto di questo processo referendario è stato prestabilito e orchestrato dal Cremlino”. Washington si opporrà al riconoscimento dei territori annessi “anche all’Onu – ha detto ancora Jean-Pierre – A prescindere dalle rivendicazioni della Russia, questo rimane territorio ucraino”.
ZELENSKY – L’Ucraina si aspetta dal Regno Unito che dimostri la sua leadership anche davanti ai “referendum farsa”, ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha avuto un colloquio telefonico con la premier britannica, Liz Truss. In risposta ai referendum, ha chiarito Zelensky su Twitter, “devono essere rafforzati la difesa e gli aiuti finanziari all’Ucraina”. Il messaggio è stato recepito dagli Usa, a giudicare dal nuovo pacchetto di aiuti militari: armi (Himars compresi), veicoli e equipaggiamenti per 1,1 miliardi di dollari. In totale, gli Stati Uniti finora hanno sostenuto Kiev con forniture per oltre 16 miliardi di dollari.