Come riciclare il pannolino, un progetto tutto italiano
Per essere eco, si potrebbero utilizzare pannolini lavabili e coppette mestruali al posto dei classici assorbenti usa e getta. Ma, per chi non riesce a farne a meno, tra Treviso e Belluno arriva il primo sistema sperimentale in Italia di raccolta e riciclo dei pannolini usati
Pannolini trasformabili in materia prima da utilizzare per produrre arredi urbani, cartoni per imballaggi ed oggetti in plastica? Sembrerà strano, ma questa idea è tutta made in Italy. Si tratta del progetto promosso da una nota marca di pannolini per bambini, in collaborazione con il Centro Riciclo Vedelago (TV) e il Comune di Ponte nelle Alpi (BL), che insieme intendono dar vita al primo sistema sperimentale italiano di raccolta e riciclo dei pannolini usati.
Sono più di 32 milioni le tonnellate di rifiuti urbani prodotte nel nostro Paese: il 3% è rappresentato dai prodotti assorbenti per l’igiene personale, dagli assorbenti femminili, a quelli per neonati, fino agli assorbenti per l’incontinenza. Una quantità fino ad ora smaltita, per il 77%, all’interno delle discariche e, per il 23%, tramite incenerimento. Il tutto non ha fatto altro che liberare nell’aria che respiriamo consistenti emissioni di Co2 e di inquinamento dovuto alle sostanze tossiche e agli agenti patogeni contenuti in questi prodotti.
L’azienda, leader nel settore e, quindi, tra i maggiori responsabili di questo disastro ambientale, ha ritenuto necessario creare un centro di raccolta e riciclo dei pannolini, che potrebbe essere operativo presso il Centro Riciclo Vedelago già dal settembre 2012, servendo circa 400.000 abitanti, principalmente tra le province di Treviso e Belluno.
Così i pannolini usati, grazie ad un innovativo processo tecnologico, verranno trasformati in plastica granulare, con cui realizzare oggetti di uso quotidiano, e materia organico-cellulosica, riutilizzabile per la fabbricazione di cartoni per imballaggi industriali o come fertilizzante. Secondo Ambiente Italia, istituto indipendente di analisi e ricerca ambientale, nell’area in cui verrà installato l’impianto, ogni anno si potranno eliminare fino a 1.874 tonnellate di Co2, riducendo di almeno 4.600 tonnellate/anno i rifiuti in discarica. Il processo, inoltre, non utilizzerà agenti chimici, ma soltanto il potere del vapore.
(Flavia Dondolini)
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