Vera la Compostiera, per trasformare i rifiuti della scuola in compost

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Per trasformare i rifiuti organici in compost, e’ stata realizzata una macchina in grado di decomporre grandi quantita’ di frazione umida prodotta da una scuola a Lecce

Trasformare i rifiuti della scuola in compost per fertilizzare le piante. Con questo scopo è stata recentemente realizzata, in una scuola di Lecce, ‘Vera la Compostiera’, la prima macchina ad uso collettivo per la decomposizione aerobica delle frazioni organiche dei rifiuti (perlopiù scarti alimentari) e la produzione di compost, ossia una sorta di terriccio fertile che mantiene vive e lucenti le piante.

Per trasformare i rifiuti della scuola in compost (utilizzato per concimare le piante dell’orto didattico), ‘Vera’ sfrutta, in pratica, un meccanismo che gli consente di trattare fino a 25mila kg di frazione umida all’anno, con un tempo di conversione in fertilizzante di alta qualità di circa 12 settimane. Durante questo periodo, inoltre, la macchina avvia un sistema automatico di bilanciamento chimico tra carbonio e azoto per rendere inodore il processo di decomposizione organica dei rifiuti alimentari. Tutto questo, ovviamente è stato possibile anche grazie all’intervento dell’ENEA, che ha contribuito, in parte, alla realizzazione di questo macchinario, intervenendo sul ciclo di lavorazione per il rilevamento di alcuni parametri, come la temperatura e l’umidità.

Trasformare i rifiuti organici in compost per le piante è stato, in particolare il punto di partenza dal quale è partito il progetto ‘Rifiuti ed ecologia per il territorio e l’inclusione’ che, con il coordinamento della onlus ‘CulturAmbiente’, si è rivolto ad un centinaio di bambini dell’istituto scolastico ‘Stomeo Zimbalo’, nel leccese, per educarli alla corretta gestione della spazzatura e alle possibili azioni da intraprendere per il suo riutilizzo. Ad oggi infatti, il compostaggio rappresenta la soluzione più economica per il riciclo, come fertilizzante agricolo, degli scarti organici di cucina e di giardino. Una convenienza economica, questa, che deriva anche da un semplice dato: la maggior componente dei rifiuti che produciamo, in termini di peso, deriva proprio dagli scarti organici prodotti e soltanto una piccola percentuale di frazione umida viene effettivamente recuperata nelle discariche.

(Matteo Ludovisi)

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