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Coronavirus: Cida, decreti poco efficaci senza voce competenze manageriali

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Roma, 27 apr. (Labitalia) – “Il governo afferma di aver concordato il piano di progressiva riapertura delle attività economiche con le parti sociali, ma ancora una volta ne ha selezionate solo alcune. Il risultato è un ennesimo decreto, estremamente generico sulle modalità ed eccessivamente minuzioso nell’elenco delle attività”. Mario Mantovani, presidente Cida, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, richiama nuovamente l’attenzione sull’esclusione delle rappresentanze dei manager e dei professionisti dal percorso di progettazione delle riaperture. “Il nostro Paese – sostiene – può ripartire soltanto affidandosi alle competenze diffuse, operative, che in ogni settore pubblico e privato non mancano. Solo collocando le decisioni al livello corretto di responsabilità sarà possibile coniugare realmente la sicurezza e la sostenibilità economica”.

Da un lato “non giungono indicazioni sugli strumenti e sui sistemi di rilevazione delle persone contagiate, sul tracciamento, né soluzioni alla necessità di isolarli efficacemente e di informare chi ha avuto contatti con loro, dall’altro ci si affida ancora una volta ai codici Ateco e a un’elencazione di attività che ignora le differenze enormi all’interno del medesimo settore. Il rischio, nei settori ancora chiusi, d’impedire la ripartenza proprio alle aziende più organizzate e in grado d’investire, è concreto. Mentre in aziende con pochi dipendenti, appartenenti ai settori aperti, il confronto tra proprietà e sindacati di operai e impiegati sui protocolli di sicurezza può risultare teorico e ignora il ruolo fondamentale del management, unico vero punto di sintesi tra le diverse esigenze”.

“I dirigenti – spiega – dell’industria, del terziario, della scuola, della sanità, della pubblica amministrazione, dell’agricoltura, con le loro professionalità e competenze hanno consentito al Paese di contenere gli effetti della crisi, per quanto possibile. Hanno preso decisioni difficili e se ne sono sempre assunti la responsabilità, in un quadro di regole spesso confuso; ma ancora una volta si trovano ad applicare, senza un confronto, le regole scritte dalle task force e dalle amministrazioni governative e regionali”. “Abbiamo deciso – sottolinea – di far sentire la nostra voce e reclamare un ruolo propositivo per la fase 2 del Covid-19. La ripartenza sarà efficace solo se ancorata ai valori della responsabilità e della competenza, requisiti che fanno parte del bagaglio professionale dei manager. Per questo, a breve faremo una proposta per giocare appieno il nostro ruolo nella ripresa e nel futuro del Paese”.

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