Speciale Auto Ecologica / Gli ostacoli da superare

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Dalla mancanza di incentivi in Italia alla disattenzione delle compagnie assicurative, fino alle infrastrutture ancora scarse. Ecco la mappa della “corsa ad ostacoli” che il nostro paese deve superare perchè le auto ecologiche abbiano una buona diffusione

Le luci della ribalta e gli onori della cronaca (con qualche lentezza) stanno arrivando, e con esse popolarità ed attenzione del pubblico. Le auto ecologiche sono ormai argomento comune di discussione, anche alla luce del fato che quasi il 40% dell’inquinamento urbano è dovuto al trasporto privato.

Quello che continua a mancare sono le vendite. Secondo i dati Unrae, nel 2010 le auto ibride (elettriche – benzina) hanno conosciuto un calo rispetto all’anno precedente, e anche se nei primi mesi del 2011 questa tendenza sembra invertita, a destare allarma è ancora la quota di mercato occupata dalle auto ecologiche: meno del 5% del totale, senza sostanziale crescita negli ultimi 2 anni.

A frenare la diffusione delle auto ecosostenibili sono soprattutto i costi di acquisto. Per poter guidare un’auto amica dell’ambiente, specie se elettrica, si devono spendere in media più di 35.000 euro. Una cifra inferiore ma comunque notevole per le auto ibride per le quali si riesce ad avere una buona resa anche con una spesa di poco superiore ai 20.000 euro.

A differenza di quanto accade in altri Paesi europei – dalla Danimarca alla Spagna, dalla Gran Bretagna alla Francia -, in Italia i contributi per l’acquisto di queste vetture tardano ad arrivare. Unica eccezione è costituita dal “trasporto istituzionale”: ad oggi sono soprattutto gli enti pubblici o le aziende ad acquistare le auto amiche dell’ambiente.

Fra i vincoli che ancora frenano la diffusione di questo tipo di auto c’è anche la scarsissima capillarità della rete di rifornimento. Nonostante alcuni progetti sperimentali in atto in alcune città italiane – come Milano, Roma, Brescia o Pisa – poter ricaricare o rifornire veicoli alimentati con energie alternative non è semplice e anche per questo, forse, si spiegano gli ultimi posti di Calabria e Sardegna nella classifica delle regioni italiane con un parco auto “verde”.

Sul fronte delle compagnie assicurative, esse sembrano essere in attesa di sviluppi sostanziali del mercato. Ad oggi solo alcune compagnie dirette premiano le auto meno inquinanti con tariffe più vantaggiose rispetto allo stesso modello con alimentazione diesel o benzina, mentre quasi tutte le altre riservano alle auto ecologiche tariffe più basse rispetto ai modelli diesel, ma spesso identiche, se non più care, di quelle a benzina.

(VG)

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