Roma: nasce il Grande Raccordo Anulare delle Bici

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Sarà inaugurato a Roma il 16 e 17 maggio il Grande Raccordo Anulare delle Bici: si sviluppa all’interno della città di Roma

 

 

Nasce a Roma il Grande Raccordo Anulare delle Bici. Si tratta di un anello ciclopedonale di 44,2 km che si sviluppa completamente all’interno della città di Roma. E’ un’infrastruttura leggera, low cost e ad alta redditività economica e culturale, un richiamo per nuovi turismi, dai cicloviaggiatori agli amanti del trekking urbano. Il percorso individuato, tutto pianeggiante, si snoda principalmente lungo vie pedonali e ciclabili, parchi, aree verdi e argini fluviali (31,9 km, il 72,2% del tracciato). Altri 3,6 km (l’8,1%) si sviluppano su marciapiedi che possono facilmente accogliere una ciclabile. Complessivamente, dunque, l’80,3% del GRAB allo stato attuale è già pronto e pedalabile in sicurezza. Altri 6,8 km (il 15,4%) interessano strade secondarie e a bassissima intensità di traffico. Solo 1.900 metri sono congestionati da un intenso flusso di veicoli motorizzati. Una volta ricuciti tra loro questi lunghi segmenti già oggi facilmente percorribili dai biker, la Capitale e il Paese avranno un corridoio verde, una greenway unica e irriproducibile che trasmetterà nell’immaginario di chi abita a Roma e di chi la vive da turista l’idea che si tratta di una città easy, accogliente, vivibile, sana, sicura, moderna. Il GRAB è infatti una ciclovia e insieme una forma inedita di narrazione, un modo per raccontare il cambiamento, un grande raccordo tra il passato e l’innovazione capace di generare green economy e green jobs, portando ricchezza alle imprese presenti e facendone nascere di nuove insieme a nuovi servizi. Per questo motivo il GRAB non è un progetto locale, della città di Roma, è una grande infrastruttura identitaria del Paese, un prodotto made in Italy.

Il GRAB, una volta chiuso l’anello, oltre a essere la ciclabile urbana più lunga del mondo diventa il vocabolario di Roma, racconta la sua storia ab urbe condita, mette in rete i diversi valori – estetici, archeologici, storici, urbanistici, paesaggistici, sociali, culturali – che la città eterna esprime, rafforzando l’identità, il senso di appartenenza e la cura del territorio. Si tratta di una connessione fisica e concettuale, che schiude agli occhi di chi la percorre luoghi che la consuetudine dello spostamento veloce e motorizzato ha via via marginalizzato, ma che invece sono straordinariamente densi di cultura. In altre parole è un moderno Grand Tour che da una strada di 2300 anni fa – l’Appia Antica – arriva alle architetture contemporanee del MAXXI di Zaha Hadid e alla street art del Quadraro e di Torpignattara unendo tra loro Colosseo, Circo Massimo, Caracalla, San Pietro e Vaticano, Gnam, parchi e paesaggi agrari eccezionali e inaspettati (Caffarella e Acquedotti), ville storiche (Villa Ada, Villa Borghese, Villa Gordiani), i percorsi fluviali di Tevere, Aniene e Almone incrociando in più punti diverse stazioni ferroviarie, le linee A e B della metropolitana e anche la futura linea C. Peraltro il GRAB si connette a percorsi ciclabili esistenti (come la ciclopista del Tevere) o a percorsi ciclopedonali all’interno di ville e parchi che fanno salire l’estensione totale degli itinerari pedalabili senza soluzione di continuità a circa 200 chilometri. Si presta insomma in futuro a essere esteso fino a diventare rete, stimolando da subito i cittadini all’uso della bici. Peraltro già oggi il GRAB, in poco più di un’ora e praticamente senza incrociare automobili, porta chi pedala dalla periferia al centro, da est a ovest (da Montesacro all’Isola Tiberina ad esempio) o da nord a sud (dalla Salaria alla Piramide). Ricucendo le diverse parti del GRAB tra loro si crea la giusta opportunità per ricongiungere fisicamente anche alcune periferie dove il raccordo delle bici potrebbe aprire la strada alla nascita di servizi per il cicloturismo (albergo diffuso, bed & breakfast) o valorizzare anche tra i turisti stranieri le affermate esperienze di street art nate spontaneamente in alcuni quartieri.

L’idea GRAB è frutto di un lavoro collettivo nato dal basso e coordinato da VeloLove, che ha coinvolto cittadini e associazioni, prime fra tutte Legambiente, Rete Mobilità Nuova, Touring Club Italiano e Parco Regionale dell’Appia Antica. Come in quel gioco da bambini è bastato unire i puntini (brandelli di ciclabile, cammini nel verde, isole pedonali, marciapiedi inutilizzati) per far apparire il disegno complessivo. Per scovarlo (tra le pieghe delle infrastrutture, dei palazzi, delle nuove urbanizzazioni) c’è voluto un lavoro durato mesi di un team di volontari che hanno perlustrato il territorio strada per strada, studiando mappe e sperimentando mille varianti, cercando di aprirsi un sentiero là dove i rovi o una discarica abusiva sbarravano la via: alla fine è stata scoperta l’uscita dal labirinto e sono state individuate le ricuciture territoriali mancanti.

Il GRAB è sicuramente una ciclovia turistica, ma è altrettanto certa l’importanza di quest’opera per i cittadini, la mobilità urbana, lo sport, i bambini. Come sottolineato in precedenza, può dare un decisivo impulso allo sviluppo di una rete ciclabile. Ci sono già alcune ciclabili progettate dal Comune di Roma (quella sulla Nomentana ad esempio) che sono parte integrante del GRAB o possono diventare i suoi naturali assi di penetrazione radiale. Per i cittadini questo anello rappresenta un invito concreto a sperimentare l’uso delle gambe per gli spostamenti. Il GRAB inoltre collega tra loro le periferie (una relazione trascurata dal trasporto pubblico), le periferie col centro ed è perfettamente interconnesso con la rete su ferro, incrociando in più punti le stazioni ferroviarie, quelle della Linea A e B e anche della futura linea C della metropolitana, il tram.

I 44.200 metri del GRAB lo rendono inoltre il teatro perfetto per la corsa. Ma senza arrivare alla distanza della maratona è scontato che l’anello è in grado di sedurre gli amanti dello sport, non solo podisti e pedalatori. Lungo il percorso, alla Caffarella come a Villa Ada, ci sono palestre attrezzate all’aperto che invogliano all’attività fisica, ma naturalmente il GRAB può essere anche la meta di una passeggiata o la strada che porta a un picnic tra i ruderi della Roma antica. Un antidoto alla sedentarietà. 

Il GRAB è anche una lezione di storia, racconta lungo il cammino il corso degli eventi della città e del Paese. Può essere portato nelle classi o meglio si possono portare le scuole nel GRAB per una gita d’istruzione. Esiste al mondo un viaggio di scoperta che, in pochi chilometri, parte da Appius Claudius Caecus e arriva a Zaha Hadid? E’ così: l’anello cinge la consolare precristiana e un capolavoro dell’architettura contemporanea, attraversando epoche storiche e stili architettonici e restituendo quell’immagine dell’Urbe associata alla campagna romana e alla permanenza del vecchio paesaggio che ritroviamo in un lungo elenco di autori, da Goethe, a Pier Paolo Pasolini, Ennio Flaiano, Elsa Morante, Antonio Cederna. Da non sottovalutare, inoltre, l’importanza di legare i temi culturali a quelli dell’esercizio fisico e dello sviluppo dell’autonomia di movimento. Ed è imprescindibile che gli interventi per rendere interamente fruibile l’anello rendano il GRAB accessibile alle persone con disabilità motoria o sensoriale.

Il percorso di realizzazione dell’opera vuole mantenere anche in futuro l’approccio community-based planning che già oggi ha coinvolto tanti soggetti diversi, dai volontari ai singoli professionisti, alle software house, agli studi di architettura. Il primo cantiere ad aprire sarà quello delle idee. VeloLove stimolerà un confronto sul GRAB sia a livello locale che a livello nazionale. Questa idea di partenza verrà portata nei municipi per favorire il coinvolgimento e un’ampia condivisione di decisori locali e cittadini e verrà illustrata a imprese, urbanisti, associazioni, tecnici del settore per raccogliere proposte, suggerimenti, perfezionamenti o modifiche.  Grazie alla progettazione partecipata saranno le singole persone e le comunità a suggerire interventi che possano migliorare l’opera e trasformare positivamente le aree che tocca. Il compito dei decisori pubblici sarà quello di tradurre in progetto esecutivo le aspettative dei cittadini.

Fin d’ora è comunque possibile una prima stima dei costi elaborata sul disegno attuale del percorso e prevedendo due momenti distinti. In una prima fase si potrà rendere fruibile l’anello. Sebbene oltre il 70% del tracciato si sviluppi in sede propria (parchi urbani e piste ciclabili) circa il 30% del GRAB utilizza la viabilità ordinaria. Di questa un buon 8% potrebbe transitare su marciapiedi a bassa frequentazione, facilmente destinabili a uso promiscuo ciclo-pedonale. Un ulteriore 15% sfrutta viabilità secondaria, convertibile in Zone 30. Permane un 4-5% (2 km su un totale di oltre 44) di strade trafficate, per le quali andranno progettate sistemazioni idonee. Un’ulteriore criticità è rappresentata da incroci e immissioni privi di attraversamenti pedonali o con sistemazioni inefficaci (sei o sette punti diversi sull’intero percorso). Ricapitolando: bisogna assicurare un’operazione di manutenzione ordinaria nei tratti esistenti che lo richiedono, realizzare le minime ricuciture che consentano di percorrerlo in sicurezza, garantire l’implementazione della segnaletica di indirizzamento e la risistemazione dei nodi più pericolosi (semaforizzazioni o interventi strutturali sulle arterie principali, moderazione della velocità motorizzata sulle strade secondarie). Il valore turistico del GRAB è però strettamente connesso alla capacità di far sì che il raccordo delle bici sia un continuum con un preciso carattere identitario, una forte riconoscibilità, un’alta gradevolezza estetica. Sarà necessario dare continuità visuale al tracciato, allargare alcuni percorsi per renderli ciclopedonali e non solo ciclabili, realizzare corsie ciclabili su strade secondarie, riqualificare le pavimentazioni dove necessario e realizzare infrastrutture più complesse per evitare situazioni di conflitto col traffico veicolare.

I costi parametrici complessivi del GRAB sono stati calcolati proprio considerando diversi livelli di intervento: la versione basica costa circa 500mila euro, mentre per una ciclovia dall’alto contenuto turistico il costo stimato è compreso tra i 2 e i 4 milioni di euro. In seguito si potranno valutare anche interventi assai più rilevanti, come la realizzazione di un sottopasso ciclopedonale per evitare l’attraversamento di un’arteria a grande scorrimento (Palmiro Togliatti) e collegare il GRAB alla ciclopista già esistente al centro della carreggiata.

 

L’inaugurazione del GRAB il 16 e 17 maggio.

gc 

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bici, ciclopedonale, Grande Raccordo Anulare delle Bici

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