Sicurezza in bici: il casco serve davvero?

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C’e’ un dibattito aperto sulla questione sicurezza in bici: il casco e’ in grado di proteggere efficacemente il ciclista?

 

Studi europei recenti non hanno dimostrato che il casco sia una dotazione di sicurezza particolarmente efficace e determinante nella protezione dei ciclisti da impatti o cadute. Già sappiamo infatti che questi dispositivi non proteggono efficacemente il ciclista negli impatti in cui la velocità superi i 25 km orari come affermano ricerche della FIAB. Rune Elvik, ricercatore dell’Istituto norvegese di Economia dei Trasporti, nel suo rapporto ‘Accident Analysis and Prevention’ ha utilizzato le più recenti metodologie scientifiche per identificare quali siano i reali pregiudizi sull’uso del casco in bici. Il risultato è interessante perché indicherebbe che non ci sia alcun beneficio reale derivante dall’obbligo dell’uso del casco per legge. Vediamo perché. L’effetto delle leggi che impongono il suo uso dimezzano il ciclismo per bambini, raddoppiando il rischio di infortuni. Nella provincia di Alberta, Canada, la legge impone ai bambini di indossare il casco in bicicletta: ciò ha ridotto l’uso della bici di circa il 56%, ma nello stesso periodo il numero di infortuni assoluti durante la guida della bici sembra essere salito.

Perché i ciclisti canadesi sembrano avere più probabilità di essere feriti se indossano il casco in bicicletta? Anche nel Regno Unito una ricerca del Governo non individua alcuna prova attendibile di beneficio dovuto all’uso del casco. I ricercatori norvegesi hanno esaminato tutte le possibili ragioni per cui non emerga una rilevante evidenza di riduzione degli infortuni in quei Paesi che obbligano all’uso del casco in bicicletta. E ciò nonostante altri studi abbiano dimostrano che i caschi posseggano effettivamente un potenziale reale di protezione dalle lesioni.

I norvegesi hanno osservato attentamente il target dividendo la popolazione dei ciclisti abituali in due sottogruppi. Un primo gruppo – a cui appartengono i possessori di biciclette (spesso più di una) veloci e performanti – che in molti casi indossa il casco. Questo genere di ciclista è aggiornato su materiali, tecnologie, accessori, al contrario del secondo ciclista-tipo che non ama la velocità, non possiede biciclette sofisticate né attrezzature specifiche e va in bicicletta lentamente. Con tutti i limiti che uno studio come questo possa avere, i risultati indicano almeno in parte che le leggi sull’obbligo del casco scoraggiano proprio i ciclisti più prudenti e più sicuri, quelli che guidano la bicicletta più lentamente e con maggior attenzione.  

Queste leggi non cambiano certo  le abitudini per i ciclisti che amano tecnologia e velocità e che nella maggior parte dei casi indossano il casco di sicurezza, ma sembrerebbero scoraggiare proprio i ciclisti che hanno il rischio di incidenti più basso, facendo crescere il rischio medio complessivo di incidente per ciclista. La ricerca conclude che questo sia il vero motivo che vede aumentare gli incidenti per chi usa il casco quando lo stesso diventa obbligatorio per legge. Il ciclista del resto quando usa il casco – affermano gli studiosi – si sente più sicuro e disposto ad affrontare rischi maggiori, spesso causa di incidenti.

Il casco in bici è in ogni caso molto utile soprattutto nella prevenzione di infortuni da cadute accidentali. Anche se non obbligatorio, mettiamocelo bene in testa, il casco e la prudenza alla guida possono salvarci la vita.

 

(Vincenzo Nizza)

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