Napoli green come New York: perche’ non provarci?
Quando partì con il suo progetto delle isole pedonali il sindaco di NY Bloomberg, fu accusato di voler distruggere l’economia locale: oggi nella Grande Mela ci sono 800 km di pista ciclabile. Stessa idea, più in piccolo a Napoli. Sarà possibile realizzarla?
di Antonio Galdo
Il racconto mi è stato fatto qualche mese fa da Michael Bloomberg, il vulcanico sindaco di New York: « Quando ho creato le prime isole pedonali in città, i commercianti delle zone interessate mi insultavano, mi minacciavano, dicevano che stavo distruggendo l’economia locale. Dopo i risultati degli esperimenti, con l’aumento del turismo, dello shopping e innanzitutto della qualità della vita, sono stati i commercianti di altri quartieri, quelli dove ancora dominano le macchine, a chiedermi: perché non fai qualcosa anche per noi?». E Bloomberg è andato avanti, come un treno. Pensando in grande, e resistendo alle accuse di chi lo definisce «un visionario», il sindaco della Grande Mela ha rovesciato il paradigma della metropoli americana. Non più soltanto capitale di affari ed epicentro del mondo globale multietnico, ma anche città-modello, una nuova frontiera, di una moderna sostenibilità urbana.
Risultato: oggi New York ha quasi 800 chilometri di piste ciclabili (secondo Bloomberg devono raddoppiare), le biciclette sono triplicate, circa l’80 per cento dei cittadini che vivono sull’isola di Manhattan non usano più la macchina per gli spostamenti urbani. Aggiungete, inoltre, migliaia e migliaia di alberi piantati in tutti quartieri, un piano che prevede, entro il 2026, pannelli solari in più della metà dei tetti, multe salatissime a chi getta cicche in strada o sui marciapiedi, e avete il quadro di una metropoli che sogna green per il suo futuro, ma già oggi è la città americana che brucia meno benzina per abitante. Napoli non è New York, ovvio. Eppure l’idea «visionaria» di creare qui (dove qualsiasi regola è precaria per definizione) la più grande zona Ztl d’Europa, depurata dal carico di quella propaganda nella quale il sindaco Gianni De Magistris appare abilissimo, ha un suo appassionante fondamento. E un’amministrazione che vuole dare una cifra alla sua esistenza, e non soltanto sopravvivere o vivacchiare nel degrado, ha il diritto-dovere di provarci, rompendo il muro dello scetticismo, tipicamente napoletano, e delle resistenze, a partire da quelle più violente. Ci sono tre variabili in gioco, assolutamente inesistenti o irrilevanti a New York, sulle quali il sindaco di Napoli gioca la sua partita che, per essere vinta, non può prescindere dall’ascolto e dalla collaborazione di tutte ( o quasi) le categorie presenti in città.
La prima variabile è il senso civico dei napoletani: non può cambiare nell’arco di qualche mese, ma il rigore di una scelta forte ha la potenzialità di una scossa benefica, i cui frutti possono diventare uno straordinario punto di partenza, e di emulazione a catena.
La seconda incognita si chiama camorra, e qui va affrontata di petto, con la repressione sul territorio, senza indulgenze, e con l’aiuto decisivo delle forze dell’ordine.
Terza variabile: un salto di qualità nella rete dei trasporti pubblici. I soldi non ci sono? Devono uscire. Le isole pedonali, grandi o piccole che siano, funzionano solo e soltanto se i cittadini hanno a disposizione una decente alternativa all’uso compulsivo dell’automobile. Alibi e sconti, per l’amministrazione pubblica, non sono previsti. Se il sindaco di Napoli e la sua giunta riusciranno a guidare un gioco da sistema-città per un cambiamento di fondo della mobilità al suo interno, allora sì che le «visioni» di De Magistris non sarebbero più velleitarie e rappresenterebbero una pietra miliare per la città, per la sua economia, e innanzitutto per tutti i residenti. Significherebbe tagliare il traguardo di una grande bonifica urbana che, viste le condizioni di partenza, vale molto di più rispetto a quella del Bloomberg sindaco di New York.
Michael Bloomberg; Grande Mela; Manhattan; isola pedonale; pista ciclabile; bicicletta; macchina negli spostamenti urbani, Napoli; New York; Luigi De Magistris
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