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San Martino al Cimino. Il paese di donna Olimpia Pamphilij festeggia le castagne

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Adagiato sulle pendici dei Monti Cimini, a pochi chilometri da Viterbo, San Martino al Cimino è uno splendido borgo circondato dai boschi della Tuscia. In questo week end San Martino al Cimino festeggia uno dei suoi prodotti più amati: la castagna

Il gusto di una nobildonna hanno fatto di San Martino al Cimino, borgo della Tuscia alle pendici dei Monti Cimini, un paese dalla bellezza ormai rinomata. Nato a 561 metri di altezza, circondato dai boschi della Tuscia viterbese, presenta una conformazione urbanistica molto particolare. Le case, di identiche forme e dimensioni, sono strette da una cinta muraria con due soli accessi: verso la piana di Viterbo e verso il monte. San Martino al Cimino visto dall’alto presenta ancora oggi una forma semi-ellittica, secondo qualcuno ispirata alla forma di piazza Navona, a Roma.

Fu donna Olimpia Pamphilij Maidalchini, a cui il borgo venne affidato da Papa Innocenzo X, a richiamare i più famosi architetti dell’epoca per dare a San Martino una struttura urbanistica particolare. Il progetto fu affidato a Marcantonio de’ Rossi ed altri grandi nomi del tempo tra cui il Bernini e il Borromini (che disegnò la porta urbica). I Pamhilij del resto avevano il loro palazzo romano proprio a piazza Navona.

Da visitare c’è l’Abbazia cistercense la cui facciata è abbellita da due torri campanarie seicentesche progettate dal Borromini e il Palazzo Doria Pamphilij, a cui lavorò anche il Bernini. Se volete visitarlo, approfittate di questo ponte. Fino al 1° novembre vi si svolge la festa della castagna e delle caldarrosta, di cui ricchi sono i boschi dei dintorni. Stand con formaggi, vini, salumi, prodotti da forno e dell’artigianato locale rallegrano le stradine del borgo, mentre un ricco programma di mostre, spettacoli e visite guidate promette di far conoscere al meglio la storia del paese. Vi racconteranno di donna Olimpia, delle sue famose armi di seduzione e del potere incontrastato che esercitava dopo essere diventata cognata del Papa, tanto da essere chiamata “la papessa”.  Per il popolo romano era la “Pimpaccia”, così avida di denaro e potere da esercitare una grande influenza sul cognato e dominare indiscussa la corte papale. I racconti romani narrano del fantasma di Olimpia che in alcune notti corre sul suo carro fra piazza Navona e San Pietro. L’11 novembre poi San Martino festeggia il suo patrono.

Nei dintorni di San Martino si può visitare la splendida Viterbo (solo 6 km) e riposare sulle rive del lago di Vico magari ripendendosi dalla fatica grazie a a qualcuno dei gustosi piatti della Tuscia. C’è solo l’imbarazzo della scelta fra le numerose varietà di paste fatte in casa (lombrichelli, gnocchi col ferro, pasta straccia, pizzicotti ecc), i variegati salumi (la porchetta di Bagnaia, le salsicce nere, la susianella, i budellucci e i beverelli), i pesci di lago e le carni (da non perdere quelle di coniglio e cinghiale).

Per saperne di più:

www.latuscia.com

(Alessandra Severini)

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caldarrosta., Olimpia Pamphilij, sagra della castagna, San Martino al Cimino, Tuscia

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