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Covid19: voglia di vacanze sì, ma in sicurezza

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Come si sono organizzati gli albergatori per curare l’accoglienza ai tempi del Covid19?

Le conseguenze della pandemia che ha colpito l’Italia e il resto del mondo, si sono abbattute rovinosamente su tutti i settori dell’economia. Ma sicuramente a pagare il prezzo più alto dell’infuriare del coronavirus è stato proprio il Turismo, il comparto che rappresenta il 13 del PIL del nostro Paese e che ha subito una battuta d’arresto di proporzioni inaudite, provocando una crisi degna di uno scenario di guerra.

Dopo il periodo più drammatico in cui il bilancio delle vittime morte con il covid19 hanno reso necessarie delle restrizioni severe, poi racchiuse nella scelta del lock-down, si sta gradualmente passando alla cosiddetta fase2, quella cioè in cui si riaprirà, con le dovute cautele, alle attività commerciali ed anche al movimento turistico.

In questi mesi di oscurità totale, sulle strutture alberghiere si è abbattuto un autentico tsunami che ha costretto molti imprenditori dell’ospitalità ad optare per la chiusura. Va ricordato infatti che non vi è stato alcun dpcm che abbia imposto la chiusura degli hotel in Italia, piuttosto è stata chiesta dal governo la disponibilità degli albergatori a mettere a disposizione le proprie strutture per l’emergenza.

Chi ha chiuso, sostanzialmente, lo ha fatto per necessità, non avendo la liquidità per poter sostenere dipendenti e spese generali mancando a causa del lock down la materia prima, ovvero la clientela nazionale ed internazionale.

Con la fase2, gli italiani potranno ricominciare a sognare quanto meno di poter viaggiare nel proprio paese e gli albergatori cercheranno di tenere testa alla crisi con tutti gli sforzi possibili, dal momento che le condizioni non sono ancora sufficienti per una reale ripresa. Posto che si dovrà rinunciare inevitabilmente a turismo straniero, che peraltro rappresenta il 50% circa degli introiti legati al settore, è chiaro che si dovrà puntare mai come ora sul turismo italiano, con gli incentivi adeguati e con una particolare attenzione alla sicurezza.

Come si sono organizzati gli albergatori per curare l’accoglienza in tempi di covid19? Innanzitutto si farà riferimento alle norme vigenti, dettate principalmente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Inoltre ogni regione ha in qualche modo legiferato in materia, proponendo dei protocolli relativi al proprio territorio. In primis ciò che viene evidenziato è l’obbligo di rispettare regole rigidissime in merito alla sanificazione degli ambienti ed alla tutela dei clienti e dei dipendenti delle strutture. Vi è inoltre anche un tema di responsabilità, dal momento che in caso di contagio verificatosi all’interno di un hotel, sarà l’albergatore in prima persona a risponderne in termini legali.

Detto ciò, è nota la forza d’animo degli imprenditori della ricettività, che sono in gran parte pronti a partire con la fase 2.

A questo proposito sarà un vantaggio per chi viaggia e per gli operatori del settore sapere che Federalberghi, ovvero la Federazione degli albergatori di maggior peso in Italia che consta di 27 mila associati, ha realizzato il marchio ‘Accoglienza Sicura’, che include un set di strumenti di comunicazione che le imprese associate possono utilizzare per sottolineare l’attenzione dedicata alla tutela della salute degli ospiti e dei collaboratori e per rammentare a tutti le precauzioni da adottare al fine di svolgere in sicurezza le normali attività quotidiane. Questi gli strumenti a disposizione:

  • Bollo, per comunicare e valorizzare l’attenzione che l’azienda dedica alla tutela della salute;
  • Depliant, per fornire informazioni sulle modalità di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale;
  • Cartelli, per rammentare sinteticamente i comportamenti da tenere e le precauzioni da adottare;
  • Firma/Web, da apporre in calce a tutte le email e da pubblicare sul sito internet della struttura.

Si tratta di un servizio che può agevolare senz’altro gli operatori del settore. Ed è utile sapere che il marchio ‘Accoglienza Sicura’ e gli strumenti per l’informazione di ospiti e collaboratori sono disponibili nelle associazioni territoriali aderenti a Federalberghi.

Barbara Bonura

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