Percorsi natura, oasi naturali a Napoli
Oasi e riserve naturali a Napoli, verdi gioielli campani, tutti da scoprire.
Il patrimonio campano è ricco di oasi e riserve naturali, verdi gioielli campani, ancora tutti da conoscere, visitare , percorrere. I nostri itinerari valorizzano questo contesto naturalistico irripetibile, ricercando isole verdi, spazi liberi, frammenti di natura e di tranquillità da rispettare e d’amare.
Scopriamo insieme le Oasi e Parchi Naturali a Napoli
Oasi e Parchi: La Solfara, Pozzuoli (NA)
La Solfatara è il cratere attivo di un vulcano in quiete, uno dei quaranta dei Campi Flegrei. È caratterizzato da emissioni di vapori sulfurei e anidride carbonica, dai vulcanetti di fango bollente e dalle sorgenti di acque minerali. Fino all’800 è stata una rinomata stazionale termale, con le sue saune naturali e i fanghi curativi. La Solfatara è responsabile del ciclico fenomeno di innalzamento ed abbassamento del suolo, il bradisisma, che interessa tutta l’area flegrea e il golfo di Pozzuoli. Particolarmente violente le crisi sismiche che si sono verificate tra il 1970 e 1882. Oggi la Solfatara, costantemente monitorata, è un laboratorio di geologia a cielo aperto. Le intense fumarole e il tipico odore di zolfo contraddistinguono questo luogo. Il pozzo, la fangaia, la bocca della grande fumarola e le antiche stufe alcune delle tappe della visita al cratere. Un paesaggio lunare che ha fatto da sfondo a set cinematografici e musicali cult: 47 il morto che parla con l’imperdibile Totò e le scene vulcaniche di Live at Pompeii dei Pink Floyd. Un recente studio della Federico II e dell’Università della California ha confermato le particolari qualità erotiche dei gas sprigionati dalla solfatara…provare per credere.
Oasi e Parchi: Oasi Barbarossa, Anacapri-Capri (NA)
Nell’incantevole isola di Capri, sul Monte Solaro di Anacapri sono visibili i ruderi dell’antico Castello Barbarossa, dal soprannome attribuito al corsaro turco Khair-ad-din che lo espugnò nel 1535. Costruito intorno al X sec., per difendere il territorio da invasioni esterne, è in pietra calcarea circondato da torri di avvistamento. Oggi restano solo tracce della struttura originaria, abbastanza per individuarne comunque la bellezza. Resistono al tempo i resti di una piccola cappella con copertura a volta, campaniletto a vela, una cisterna e le torri. Quest’ultime di diversa origine rimandano a vari momenti storici presentando stile architettonico ora svevo (pianta rettangolare) e ora angioino (a pianta circolare). Particolare è poi un’altra torre cilindrica inglobata nei resti di un bastione forse del 500’. Di proprietà del consolato svedese fa parte del complesso di Villa San Michele e dal 1956 ospita una stazione ornitologica per l’osservazione degli uccelli migratori, confermando l’origine del sito come luogo di caccia. Il territorio riconosciuto come oasi del WWF ha come simbolo il Falco pellegrino ed accoglie i visitatori per romantiche passeggiate nel Sentiero della Natura, Giardino delle Farfalle e Giardino delle Felci, circondati da una ricca vegetazione con l’euforbia, l’erica, il mirto, la ginestra, il corbezzolo, il narciso e l’anemone abitate dal rettile lucertola azzurra.
Oasi e Parchi: Oasi Naturale di Monte Nuovo, Pozzuoli (NA)
Il 29 settembre del 1538, le acque del mare sulle coste di Pozzuoli si ritirarono, lasciando sulla spiaggia centinaia di pesci boccheggianti che i pescatori attoniti subito raccolsero. Ma l’entusiasmo fu bruscamente interrotto dal terrore: dietro lo strano evento si celava l’eruzione imminente del vulcano del Monte Nuovo con le sue ceneri, lapilli e lava incandescente. Da quel momento il paesaggio del monte cambiò irreversibilmente. Il villaggio medievale di Tripergole e il mantello vegetale del rilievo lasciarono il posto a due crateri aridi e senza vita. Fattori geologici, ambientali ed antropici hanno nel tempo profondamente modificato l’originario paesaggio vulcanico mostrando oggi una vegetazione ricca ed eterogenea. Dichiarato oasi naturalistica nel 1996, presenta zone steppiche con graminacee (ipparrenia o barboncino) e arbusti bassi e spinosi (Elicriso e Ginestre); zone meno secche con i sempreverdi quali: mirto, lentisco, leccio e corbezzolo; infine la parte interna del cratere più umida è occupata da una densa Lecceta (roverella, castagno, ornello, felce aquilina) e da strati di muschio.
Oasi e Parchi: Parco metropolitano delle colline di Napoli, Bosco dei Camaldoli (NA)
L’area nord occidentale di Napoli è occupata da colline, conche, cave, terrazzamenti e valloni che poggiano su un comune basamento di tufo napoletano. La Collina dei Camaldoli, la Selva e la Masseria di Chiaiano, il Vallone di San Rocco, lo Scudillo, la Conca dei Pisani e la Vigna di San Martino sono una risorsa ambientale per il nucleo urbano di enorme valore ed è per questo che dal 2004 fanno parte del Parco metropolitano delle colline di Napoli. Le zone del parco si insinuano nel contesto urbano e in alcuni casi arrivano a collegare quartieri diversi della città come lo Scudillo che congiunge la Stella con i Colli Aminei. L’idea è proprio quella di intensificare questo dialogo naturale ripristinando sentieri e realizzandone di nuovi, riqualificando l’area sul profilo naturalistico e culturale, attivando progetti di sviluppo sostenibile delle aree racchiuse nel perimetro del parco. Un lavoro lungo e complesso, ma una grande scommessa per il territorio napoletano.
Oasi e Parchi: Parco nazionale del Vesuvio, Vesuvio (NA)
Con la sua inconfondibile linea il Vesuvio cinge e sovrasta il golfo di Napoli. Come una divinità terrorizza e seduce allo stesso tempo. Un magnetismo in grado di scatenare emozioni di tutti i tipi. Scalare il grande cono, passeggiare per i fiumi di lava, percorrere uno dei 9 sentieri o semplicemente respirare l’aria del Vesuvio è una esperienza irrinunciabile per chi decide di visitare Napoli e la Campania. Il parco Nazionale del complesso vulcanico Somma – Vesuvio, istituito nel 1995, interessa una vasta area di 8.482 ettari, 13 comuni, un’area riserva di biosfera dell’Unesco e una riserva forestale nazionale. Quello che oggi possiamo ammirare è il frutto di un’intesa attività vulcanica esplosiva che 400.000 anni fa ha forgiato strato su strato il Vesuvio. Il Monte Somma, l’area vulcanica più antica, e il Vesuvio, con il suo cratere di 650 m. di diametro, sono separati dalla valle del Gigante dove sono visibili le colate laviche e le favolose Piante Pioniere. La ricchezza dei minerali e la vicinanza del mare hanno favorito la fertilità dei terreni della zona: albicocche, pesche, gelsi, i famosi pomodorini e le pregiate uve alcuni dei prodotti unici che questa terra ci regala. Lo spettacolo delle ginestre in fiore sulle sue pareti, in primavera, e la cima innevata che lascia perfettamente scorgere la linea del cratere, in inverno, basterebbero per eleggere il Vesuvio una delle 7 meraviglie del mondo.
Oasi e Parchi: Parco regionale dei Campi Flegrei, Bacoli (NA)
Crateri, fumarole, resti archeologici, antichità sommerse, laghi e boschi caratterizzano il parco dei Campi Flegrei. Un laboratorio culturale a cielo aperto che spazia dalla geologia alla storia, dall’archeologia alle scienze naturali. Un vasto territorio di circa 8 mila ettari che comprende numerose zone dell’area che va da Cuma a Posillipo, legate dalla comune natura vulcanica. Ma aldilà dei confini il parco nasce con l’obiettivo di rafforzare l’identità dei Campi Flegrei, tutelare e valorizzare il suo patrimonio e promuoverne la conoscenza. Rientrano nel parco la Solfatara, i siti archeologici di Pozzuoli, Cuma e Baia e le oasi naturalistiche del Cratere degli Astroni, del Monte Nuovo e del Monte Gauro, i laghi di Averno, Lucrino e Fusaro, il Parco Sommerso di Baia e quello della Gaiola e tanti altri luoghi inediti e meno conosciuti, come le antiche cisterne di Misenum, la Marina di Torrefumo a Monte di Procida, lo Stadio Antonino Pio a Pozzuoli e la fitta Lecceta di Cuma che grazie alle attività del parco vengono restituiti alla comunità e a tutti i visitatori e amanti dei Campi ardenti.
Oasi e Parchi: Riserva Naturale Cratere degli Astroni, Agnano (NA)
Il cratere degli Astroni è parte del complesso vulcanico di Agnano e della più grande caldera dei Campi Flegrei. Un tesoro a pochi passi dai centri urbani di Agnano e Pozzuoli. Ferdinando D’Aragona nel ‘400 destinò l’area a riserva reale di caccia. Durante la seconda guerra mondiale deposito per le armi e finalmente, alla fine degli anni novanta, oasi WWF per la protezione e il rifugio della fauna stanziale e migratoria. Il fondo del cratere si trova a 10 metri sotto il livello del mare e ospita tre specchi d’acqua: il Lago grande, il Cofaniello piccolo e il grande. Castagni, olmi, roveri e piante tipiche delle alte quote hanno conquistato il letto del cratere lasciando il posto alla macchia mediterranea mano mano che si sale sui bordi. La sensazione è quella di “scendere in montagna”. Gli Astroni presentano, infatti, una particolarissima vegetazione invertita favorita dal microclima e dalla natura vulcanica del luogo. Altrettanto ricca e complessa la fauna. Abitano il bosco numerosi uccelli tra cui spiccano il picchio rosso maggiore, simbolo dell’oasi, la capinera, il pettirosso e il fringuello. Da non perdere la moretta tabaccata una delle anatre più rare d’Europa e l’enorme varietà di farfalle.
Fonte Turismo in Campania www.incampania.com
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