Percorsi natura, Umbria il sapore antico del cuore d’Italia

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Viti, ulivi, piantagioni di tabacco, macchie gialle di girasoli tra Gubbio, Terni, Gualdo Tadino e la Valle del Paglia, oppure nel cuore del Parco nazionale dei Monti Sibillini, vieni in Umbria per scoprire il sapore di una terra antica, dove la vegetazione sovrasta il tempo e la storia. Dove puoi incontrare un territorio integro, nel cuore d’Italia, la patria di San Francesco d’Assisi

Un paesaggio movimentato, dove lo sguardo si ferma sempre sul verde di boschi, foreste o vaste distese di prati.

L’Umbria è in buona parte fatta di monti e colline: conche, fondivalle e pianure occupano solo il 6% della superficie regionale. Sei parchi regionali e un parco nazionale tutelano e valorizzano questo straordinario patrimonio paesistico.

 

 


Dolci colline umbre 

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Infinite ondulazioni di colli formano il tipico paesaggio umbro: dossi fertilissimi punteggiati di antichi borghi e case coloniche si stendono a perdita d’occhio nel settore nord-occidentale della regione e chiudono dolcemente l’orizzonte dei bacini alluvionali e dei grandi solchi vallivi: la Valle Umbra, l’alta val Tiberina e la media valle del Tevere, le conche di Gubbio, di Terni e di Gualdo Tadino, la Valle del Paglia. 

È il celebrato paesaggio agrario delle viti e degli ulivi, delle piantagioni di tabacco, degli ordinati coltivi ravvivati dalle macchie gialle dei girasoli. Tra i luminosi colli del perugino si incastona il limpido e sottile bacino del Trasimeno. Un parco regionale ne tutela i delicati equilibri idrologici e biologici, estendendo la tutela anche alle tre isole emergenti dall’acqua e alla corona di dolci colline che lo racchiudono.

 

Una valle millenaria

percorsi natura umbria goleGole impenetrabili e improvvise pianure rendono caratteristico il corso del fiume Nera che incide una delle più belle e selvagge valli appenniniche. La natura sembra incontaminata, eppure a ben vedere sono tanti i segni lasciati dalla millenaria storia della colonizzazione di questa terra impervia e difficile: ponti, mulini, torri, castelli e piccoli nuclei fortificati, strisce di terreni a fatica messi a coltura.

Gli scenari sono aspri e la vegetazione variegata, composta di macchia mediterranea, pini d’Aleppo e lecci, roverelle, querce, carpini, aceri; in alto, le faggete e lungo il fiume il bosco igrofilo. 

L’abbondanza di frutti spontanei annovera alcune prelibatezze dell’arte culinaria umbra, come gli asparagi selvatici e il pregiato tartufo nero, mentre nelle limpide e fredde acque dei torrenti vive la trota fario assieme all’ormai raro gambero di fiume. 

Il Parco fluviale del Nera tutela il corso del fiume e del suo affluente Velino: è il regno delle acque, limpide e fredde, che nella cascata delle Marmore danno vita a uno straordinario spettacolo della natura. Gli appassionati degli sport della montagna e gli escursionisti trovano qui un ambiente ideale per vivere intensamente la natura.

 

I verdi piani di Castelluccio

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In cima alla Valnerina, nel cuore del Parco nazionale dei Monti Sibillini, si può ammirare un paesaggio davvero speciale: sono i piani carsici di Castelluccio, un grandioso anfiteatro sovrastato dalle cime più alte della regione tra cui quella del Redentore. 

L’interesse naturalistico è eccezionale perché vi sopravvivono specie altrove estinte e una ricca vegetazione palustre. Nei primi giorni di giugno, il Pian Grande offre lo spettacolo straordinario della fioritura alpina: papaveri, fiordalisi, narcisi, fiori della lenticchia trasformano l’altopiano in un’esplosione di colori e profumi. 

Un’altra formazione naturale di grande importanza è la Macchia Cavaliere, una bellissima faggeta posta tra il Pian Piccolo e le creste montuose: vi trovano rifugio il gatto selvatico e il lupo, che è tornato a popolare le zone più integre dell’Appennino centrale. I Sibillini sono un complesso montuoso antico e magico, denso di civiltà e di leggende. La ricchezza e l’integrità biologica (sono state censite ben 1800 specie botaniche) ne fanno un comprensorio spettacolare e unico nel continente europeo.

 

Il monte di Assisi 

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In origine, tutto il monte Subasio era ricoperto da un’ininterrotta estensione di lecci d’alto fusto. Oggi rimane la splendida lecceta delle Carceri attorno all’eremo francescano, annoverata tra le più importanti in Italia e protetta nell’ambito del Parco regionale del Monte Subasio. I rimboschimenti fatti nei secoli hanno prodotto sui versanti una notevole varietà vegetazionale (ornielli, carpini neri, roverelle, abeti e pini neri), mentre la vasta prateria sommitale, tagliata dalla splendida strada panoramica percorribile anche in automobile, si colora in primavera di crochi e fiordalisi.

 

 

 Panorami spettacolari e caverne profonde 

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Sono questi i caratteri tipici del Parco Naturale del Monte Cucco, che in ambienti montani incontaminati racchiude antichissimi eremi e borghi fortificati. La romana Via Flaminia continua a lambirlo con i suoi resti archeologici. Il mondo ipogeo che queste montagne nascondono è il paradiso degli speleologi, ma è altrettanto emozionante volare liberi nel suo cielo.

A cavallo degli Appennini: Colfiorito

Tra i rilievi calcarei della montagna folignate, il sistema degli altipiani carsici di Colfiorito si distingue per la dolcezza delle verdi ondulazioni collinari. Il parco regionale protegge i segni di antichissime civiltà e una ricchezza botanica e faunistica di grande pregio. Nella palude coperta di vegetazione acquatica sostano gli uccelli migratori, mentre nelle selve abitano il gufo reale e il gatto selvatico. 

 

 Acque sacre e curative

 percorsi natura umbria acquaII culto delle acque evoca antichi riti che sacralizzano la natura stessa. Le Fonti del Clitunno sono un luogo ideale per comprendere l’intreccio tra religiosità e ambiente per le suggestioni che tuttora vibrano tra le limpide e fredde acque, al tempo dei Romani dedicate al dio Clitunno che qui proferiva i suoi oracoli. L’acqua di risorgiva continua a sgorgare in molteplici polle dalle fratture della roccia, le sabbie ribollono sul fondo del laghetto costellato di isolette e chiuso da verdi sponde ombreggiate da salici piangenti e pioppi. Celebrate anche da Plinio il Giovane, queste fonti divennero luogo di delizie con una precocissima valorizzazione turistica: dove adesso è pace e silenzio, sorgevano ville patrizie, terme pubbliche e addirittura un albergo. 

Anche le proprietà benefiche e curative delle sorgenti minerali umbre sono rinomate da millenni e oggi vengono utilizzate sia per cure idropiniche nei centri termali che per l’imbottigliamento. Tra le più note acque curative c’è quella di San Gemini, dotata di proprietà che la rendono particolarmente indicata per l’infanzia, mentre la sorgente Fabia è mediominerale. 

Vicino a Città di Castello, le Terme di Fontecchio hanno acqua mediominerale sulfurea impiegata anche per fanghi e inalazioni. Le terme del Cacciatore, presso Nocera Umbra, utilizzano le acque di una sorgente oligominerale, mentre le Terme di San Faustino a Massa Martana sfruttano l’acqua minerale naturale che sgorga in bel contesto ambientale sulla destra del torrente Naia. Il centro idrotermale di Acquasparta valorizza la sua sorgente oligominerale naturale nello scenario dolce e riposante dei colli dell’Amerino. Assisi fa da eccezionale ambientazione alle Terme oligominerali di Santo Raggio. Da un’aspra fossa dei monti di Gualdo Tadino sgorga la sorgente Rocchetta, imbottigliata nel vicino stabilimento: poco lontano si apre la valle del Fonno, tra i più affascinanti solchi fluviali dell’Appennino umbro. Nel comune di Sellano, nell’alta Valnerina, si trova la sorgente Tullia che sgorga nei pressi di un suggestivo monastero benedettino. (a cura di Alessandro Sfregola)

Fonte: regioneumbria.eu

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