RICOMINCIO DA TE, ITALIA: ITINERARI DI VIAGGIO TRA LE REGIONI DELLA PENISOLA. IL PIEMONTE
Il Piemonte come non l’avete mai visto. Eleganza e gusto sublime in un territorio che ha tanto da raccontare
Un desiderio di rinascita. La voglia di ripartire dalle piccole abitudini quotidiane, ma anche di realizzare scelte più ragionate ed impegnative. Tra queste l’organizzazione di un viaggio, di una vacanza o di un semplice weekend per staccare la spina.
Quest’anno l’approccio al turismo sarà diverso, ma non per questo meno coinvolgente e stimolante.
Da situazioni difficili, a volte, possono nascere occasioni inaspettate. Ancora di più se si vive in Italia che, con la sua immensa varietà, offre degli scenari incantevoli.
PIEMONTE
Piemonte, tra luoghi patrimonio dell’umanità e residenze regali. Un’avventura da sogno deliziati da prodotti unici.
L’itinerario in Piemonte inizia scoprendo il Monferrato, un territorio storico della regione disegnato da colline e borghi ed una delle aree vinicole più importanti d’Italia. Compreso tra le province di Asti ed Alessandria, il Monferrato a sua volte è costituito da diverse zone, il Basso Monferrato o Casalese, il Monferrato Astigiano e l’Alto Monferrato.
Quest’ultimo comprende la zona più a sud del Piemonte, a ridosso delle Alpi Liguri, la particolarità del suo nome è dovuta all’altitudine del territorio. Proprio da qui comincia il viaggio in Piemonte, visitando Acqui Terme, una delle principali località dell’area.
Borgo Pisterna, il più antico, insieme a Borgo Nuovo e Borgo San Pietro rappresentano il nucleo da cui si è sviluppato il paese.
Mentre dalla parte del fiume Bormida è nata la zona dei bagni termali da cui prende il nome la località. Ed è nel quartiere Bagni che ci si ritrova in un grande stabilimento termale, con acque sulfuree e contenenti iodio e bromuro, che oltre a regalare momenti di benessere sono anche ideali per la cura di artrosi e tendiniti
Ma non solo terme, perché Acqui presenta un centro storico in cui si apre magnifica Piazza della Bollente, al cui centro si trova un tempietto in marmo da cui sgorga una sorgente d’acqua dalle proprietà benefiche ad una temperatura di 75 gradi. A due passi dalla piazza la chiesa di San Francesco, un tempo annessa ad un convento francescano di cui oggi restano due chiostri del Quattrocento. Accanto alla chiesa il Palazzo Comunale e Casa Robellini, costruita nel Cinquecento ed impreziosita da decori settecenteschi, che ospita nei sotterranei l’importante Enoteca Regionale.
Dopo un giro per il centro storico ed appaganti momenti alle terme, non resta che scoprire alcune tipicità del territorio.
Una manifestazione di rilievo è la Biennale Internazionale per l’incisione, evento fondamentale per appassionati di arte incisoria di tutto il mondo, a cui seguono la Fiera di San Guido a luglio e la Fiera di Santa Caterina a novembre.
Sono occasioni in cui assaggiare specialità come la formagetta, un tipico formaggio di latte di capra, il filetto baciato, particolare tipo di salume servito come antipasto, la farinata, sottile torta di ceci che arriva dalla tradizione ligure e gli amaretti, preparati con mandorle dolci o amare, zucchero e albume d’uovo, tutto accompagnato da un bicchiere di brachetto o Dolcetto d’Acqui.
Poco distante Novi Ligure.
Un legame con le famiglie genovesi di un tempo che si rispecchia ancora oggi visitando il centro storico. Una testimonianza illustrata dall’arte delle facciate dipinte ricche di colori e disegni assieme a splendidi marmi affrescati
E Piazza Dellepiane ne è un esempio. La facciata di Palazzo Costa è tra le più ricche di decorazioni pittoriche, con basamenti, colonne, finte finestre e al centro due meridiane ad indicare una l’ora francese l’altra l’ora italiana. Via Girardengo, strada principale di Novi Ligure, presenta due notevoli luoghi di interesse.
Uno è la Galleria Perelli, dove il legame tra Novi e Genova è ancora visibile e tangibile . L’altro è la Chiesa della Maddalena, gioiello della città che al suo interno presenta un Monte Calvario che sovrasta l’altare principale, con 21 statue a grandezza naturale. Un capolavoro del ‘600, realizzato in legno di ulivo, dipinto ad opera di una bottega di scultori fiamminghi.
Anche qui la farinata ha un ruolo importante tra le specialità gastronomiche, ma viene accompagnata dalla focaccia novese, e dai particolari corzetti, un tipo di pasta dalla forma tonda e sottile da assaggiare al pesto o con sugo di funghi e salsiccia. Prodotti da abbinare vini come il Gavi DOCG e l’Ovada DOCG.
Si arriva ad Alessandria, città dei grandi monumenti e delle dimore nobiliari, ma dalla struttura militare ancora ben visibile.
E la Cittadella di Alessandria è assolutamente da visitare. Una delle più importanti fortezze d’Europa ancora intatta. Costruita dai Savoia sulla riva del fiume Tanaro si presenta come una stella circondata solo da campagna e pianura.
Le residenze più eleganti, invece, si trovano in Piazza della Libertà, dove si possono ammirare il Palazzo Municipale, il Palazzo delle Poste ed il Palazzo della Prefettura, una specie di piccola reggia con stucchi, specchiere e camini settecenteschi. La Cattedrale, dedicata a S. Pietro, ha forme neoclassiche e al suo interno importanti opere di arte sacra.
Una menzione a parte merita l’edificio dove aveva sede la famosa fabbrica di cappelli Borsalino che produceva cappelli di qualità in feltro. Divenne celebre a livello mondiale soprattutto nelle pellicole cinematografiche di Hollywood, in cui la maggior parte degli attori indossavano un Borsalino. L’antica sede, oggi, è stata trasformata in un museo del cappello che racconta la storia della mitica fabbrica e della produzione dei cappelli
Dirigendosi verso nord si entra nel Basso Monferrato, dove il paesaggio si fa più dolce e le colline più basse fino a raggiungere la pianura.
Anche il Basso Monferrato, come il resto dell’area è votato alla produzione di vini ed il cuore e punto di partenza per la visita di questa zona è Casale Monferrato.
Una tappa quasi obbligata da queste parti. Una cittadina che poggia sulle colline circondate da vigneti e borghi splendidi. La città rivela le sue identità civili, religiose e militari attraverso una serie di attrazioni architettoniche.
Prima fra tutte la Torre Civica, vero simbolo di Casale che svetta a 60 metri d’altezza. A questa seguono un insieme di eleganti e raffinate residenze come Palazzo di Anna d’Alençon, ma anche Palazzo Treville, esempio settecentesco del barocco piemontese, mentre Palazzo Langosco presenta un meraviglioso scalone d’onore formato da due rampe.
Per ciò che riguarda le strutture militari si annovera il Castello dei Paleologi, un tesoro culturale della città che abbraccia differenti stili ed è impreziosito da camminamenti spettacolari e sotterranei visitabili.
Da Piazza Mazzini, luogo centrale della cittadina, ci si muove per le varie zone in cui si presentano le bellezze dei luoghi di culto di Casale. Il Duomo di Sant’Evasio è sicuramente il più importante. Una cattedrale dalla particolare facciata a capanna, i cui campanili laterali sembrano incorniciarla. Ma oltre a questa vanno menzionate la Chiesa di San Paolo e la Chiesa di Santa Caterina. Di costruzione più recente invece il Santuario del Sacro Cuore di Gesù.
Un aspetto che caratterizza Casale Monferrato riguarda le sue specialità enogastronomiche.
Una terra dai vini pregiati come il Barbera di Monferrato, il Grignolino e la Bonarda, ma anche delizie dolciarie come i biscotti krumiri e prelibatezze come gli Agnolotti di Casale, particolare tipo di pasta fresca ripiena.
Il centro storico di Casale Monferrato viene reso ancora più vivace da eventi quali la Fiera di San Giuseppe a metà marzo che precede la rassegna di cultura e gusto Golosaria ad inizio aprile. Nei quattro weekend di maggio è nota la manifestazione primaverile Riso&Rose, mentre la Festa del Vino e del Monferrato si svolge a settembre e l’ itinerante Sagra del Tartufo a novembre.
Nei dintorni merita una visita il Santuario del Sacro Monte di Crea, nei pressi del piccolo comune di Serralunga. Il santuario mariano si erge su una delle colline più alte del Monferrato e la sommità del Sacro Monte si raggiunge attraversando a piedi un percorso costituito da 22 cappelle votive, che ripercorrono i misteri del Rosario. La Cappella finale, che rappresenta l’ascesa al Paradiso, è la più spaziosa e scenografica
Il viaggio prosegue nel Monferrato Astigiano, visitando una piccola la perla come Asti.
Una delle regine dell’enogastronomia piemontese e patria dello Spumante e del Barbera. Il suo centro storico dal gusto medievale è rappresentato da un insieme di bellezze come Piazza Campo del Palio, una delle più grandi d’Italia.
Proprio qui, a settembre, si svolge da otto secoli un palio che entusiasma la popolazione locale e che consiste in un’appassionante corsa di cavalieri e fantini accompagnata da un corteo storico con oltre mille personaggi in costume d’epoca.
Si prosegue per Piazza Vittorio Alfieri, da cui si può raggiungere anche Palazzo Alfieri, casa in cui è nato e cresciuto il celebre poeta e dove, tra giardini, porticato e stanze della villa, si articola un percorso lungo la vita e le opere del drammaturgo. Su Corso Alfieri, invece, bisogna fare visita alla Cripta di Sant’Anastasio, dove, oltre alla cripta del martire, sono visibili i resti della pavimentazione romana e degli insediamenti tardo-antichi con le tombe dell’VIII secolo.
Asti è anche la città in cui sono presenti una moltitudine di torri.
Tra queste infatti spiccano la Torre Troyana, la più antica della città e la meglio conservata del Piemonte, con una merlatura a coda di rondine ed un pinnacolo. A questa seguono la Torre del Comentini, la Torre de Regibus e Rossa di San Secondo, ma la più alta è quella del campanile della Cattedrale di Santa Maria Assunta.
La cucina astigiana è profumata di tartufi pregiati e bagnata di vini eccellenti. Bagna cauda, agnolotti, risotti con la salsiccia e tartufi bianchi sono alcuni dei piatti e degli ingredienti principali che presentano le delizie culinarie della zona.
A queste si aggiungono i dolci tra baci di dama, cremini, Alfierini, piccole praline con l’effigie di Vittorio Alfieri, Finocchini, biscotti tostati all’uovo dal colore burro dorato che devono il nome ai semi di finocchio essiccato aggiunti nell’impasto e la Torta del Palio, morbida pasta margherita aromatizzata al liquore Amaretto e ricoperta di cioccolato, che celebra la popolare manifestazione
Dal Monferrato ci si sposta nelle Langhe, un territorio del basso Piemonte, situato tra le province di Cuneo e Asti e caratterizzato da un esteso sistema collinare che viene delimitato dal corso dei fiumi Tànaro e Belbo
In questa zona si trova Alba, un altro piccolo tesoro del Piemonte conosciuto come città del tartufo e protagonista dell’omonima Fiera che ogni anno si tiene nel periodo autunnale.
Per restare in tema gastronomico è obbligatoria una sosta mei ristoranti e caffè letterari,per assaggiare tajarin al burro e tartufo, raviolini o agnolotti al plin, carne cruda all’albese, fritto misto piemontese e flan di verdure.
Per poi concludere con bonet, tipico dolce al cucchiaio, un preparato a base di amaretti, cacao, uova, latte e ricoperto di caramello, e la torta di nocciole. Tutto accompagnato da vini della zona, come il Dolcetto d’Alba, che proviene da uno dei vitigni più tipici e diffusi del Piemonte.
Al gusto si affianca la cultura. In Piazza Risorgimento si presentano la Cattedrale di San Lorenzo, uno degli edifici più importanti di Alba, e il Palazzo Comunale, all’interno del quale si trovano affreschi antichi che un tempo appartenevano alla Chiesa di San Domenico. Anche qui una grande presenza di torri, dato che Alba in passato fu vittima di attacchi. Le più importanti si scorgono da Piazza Duomo e sono Torre Bonino, Torre Astesiano e Torre Sineo, che risalgono tutte al XII secolo.
Un tour suggestivo è quello di Alba Sotterranea.
Un viaggio nella storia di Alba accompagnati da un archeologo nei sotterranei della città per scoprirne le radici più antiche in una maniera originale, dall’antico tempio al teatro, fino alle torri medievali ormai scomparse.
Poco distante Grinzane Cavour un piccolo borgo-castello il cui nome è stato cambiato solamente nel 1916, per rendere omaggio allo statista Camillo Benso Conte di Cavour, che fu sindaco di Grinzane per 17 anni. Cavour fu anche responsabile della costruzione della chiesa parrocchiale, dedicata alla Madonna del Carmine.
Ma fu anche il primo a sperimentare nelle cantine la produzione del famoso vino Barolo. Grinzane Cavour ha una posizione strategica e bellissima, posto su un colle circondato da vigneti. Un incantevole panorama che volge lo sguardo verso il castello medievale.
Il Castello di Grinzane Cavour è imponente e al suo interno si trovano caratteristici saloni che ospitano un museo permanente della civiltà contadina. Di grande interesse artistico è il “Salone delle Maschere”, il cui soffitto è ornato da tavolette dipinte di ispirazione rinascimentale.
Le maschere sono costituite dai ritratti inseriti nelle decorazioni, insieme a stemmi, allegorie, animali e cherubini. Il castello ospita da oltre cinquant’anni anche l’Enoteca Regionale Piemontese “Cavour”, in cui è consigliata la degustazione del vino.
E seguendo la scia del vino si arriva a Barolo.
Adagiato su di un piccolo altopiano a forma di sperone e cullato da dolci colline che lo circondano. Un borgo dal rapporto simbiotico col vino. Un luogo sacro per gli appassionati di questo delizioso nettare.
E nel weekend del 26 e 27 ottobre ecco Terre di Vite, manifestazione dove il vino e la cultura tornano protagonisti al castello di Levizzano Rangone. Vini, storie e parole di decine di produttori provenienti da tutta Italia. Nelle sale del castello la cultura trova ampio spazio con esposizioni, degustazioni guidate, iniziative letterarie e musica.
Un altro castello merita sicuramente una visita, ovvero il Castello dei Marchesi Falletti, sede del WiMu, il Museo Etnografico ed enologico del Barolo. La Cappella del Barolo di Sol LeWitt e David Tremlett, invece, è uno dei primi e più riconoscibili progetti di recupero e valorizzazione del contesto ambientale delle Langhe con interventi di arte contemporanea internazionale.
Per continuare a soddisfare il palato bisogna provare il Brasato al Barolo o La Cisrà, una zuppa di trippa e ceci tipica delle Langhe.
Anticamente veniva preparata con ceci scuri di origine mediorientale, mentre oggi si preferiscono i ceci nostrani. Un piatto povero dalle origini molto antiche che durante le feste dedicate ai santi veniva distribuito ai fedeli.
Gradualmente si entra nella zona del Roero, altro patrimonio paesaggistico del Piemonte. Proprio il fiume Tanaro costituisce il confine tra Roero e Langhe e questa zona prende il nome dalla famiglia omonima, la casata dei Roero, che a partire dal periodo medioevale e per vari secoli ha dominato su questo territorio. Una zona principalmente collinare coltivata a frutteto e a vigneto, da cui deriva la produzione di eccellenti vini tra cui il Roero Arneis e il Roero Superiore
Qui si viene accolti dalla splendida cittadina di Bra, situata sulla riva sinistra del Tanaro.
A Monteguglielmo, sulla sommità del colle più alto di Bra, spunta la Zizzola, simbolo della città. Un curioso edificio a due piani dalla mole imponente. La leggenda narra che fu voluta da un ricco nobile per la sua amante, che si sarebbe potuta esibire al centro del salone, con le stanze intorno a farle da palcoscenico. Dal parco della Zizzola si può arrivare sul Grande Sentiero del Roero, un itinerario di 34 chilometri fra Bra e Cisterna d’Asti.
Il centro storico di Bra è rappresentato da Corso Garibaldi e dai suoi portici, noti come l’Ala, sede del mercato del venerdì. Alla fine del corso spunta il Palazzo Comunale del Vittone, di origini medievali. Di fronte a questo sorge Palazzo Mathis, un edificio che si ispira al gusto barocco. Al suo interno sono esposte opere d’arte, affreschi e dipinti a olio del XVIII secolo.
A Bra il buon cibo rappresenta un’istituzione. L’evento più famoso di Bra, infatti, è Cheese! Le forme del latte, manifestazione enogastronomica internazionale a cadenza biennale, solo negli anni dispari. Degustazioni, dibattiti, spettacoli e mercati in cui poter assaggiare i migliori formaggi del mondo, rari e meno rari. Altre specialità importanti sono anche le salsicce di Bra, con carni magre di bovino e grasso suino
Un altro edificio da non perdere è Palazzo Traversa, sede del Museo Storico e Archeologico.
Qui si trovano reperti archeologici e opere d’arte d’interesse locale. La sezione di archeologia è dedicata alla città romana di Pollentia, odierna frazione di Pollenzo, e a vari cimeli dell’età tardo-antica e medievale.
Pollenzo è una località da non perdere. Vicinissima a Bra, nell’Ottocento è stata sede di villeggiatura preferita dal re di Sardegna Carlo Alberto. Proprio al sovrano di Casa Savoia si la fondazione della piazza a portici e del piccoloborgo, mentre più antico, risale alla fine del Quattrocento, è il castello, di proprietà privata e non visitabile.
La tenuta reale di Pollenzo è stata anche un centro di sperimentazioni agricole e vitivinicole. Oggi, le sue cantine ospitano la Banca del Vino, memoria storica dei vini italiani, con 100 mila bottiglie di 300 grandi etichette nazionali, in cui si possono organizzare visite guidate, percorsi di degustazione e laboratori tematici.
Si prosegue in direzione sud per Mondovì, un comune che sorge su un territorio in perfetto equilibrio tra montagna, collina e pianura. La sua struttura urbana riflette una precisa divisione in varie zone che corrispondono a diversi livelli cittadini
Il Rione Piazza, incentrato sulla centrale Piazza Maggiore, presenta dei gioielli come la settecentesca Cattedrale di San Donato e la seicentesca chiesa di San Francesco Saverio. Altri luoghi di culto sono accostati a monumenti architettonici come la Torre Civica del Belvedere e Palazzo del Governatore.
Rione Breo ha come centro urbano la sua Piazza San Pietro su cui si affaccia la chiesa dei Santi Pietro e Paolo e le cappelle di San Rocco e della Madonna delle Grazie. A questi si aggiunge la Torre di Piazza Gherbiana, in cui secondo una leggenda vi sarebbe nascosta una principessa di enorme bellezza.
Rione Carassone, invece, conserva tuttora residui medievali e soprattutto la parrocchiale dei Santi Giovanni ed Evasio oltre alla trecentesca Cappella di Santa Maria delle Vigne, ritenuta monumento nazionale.
Durante il corso dell’anno Mondovì presenta tantissimi eventi.
Dalla Fiera di Primavera alla Mostra d’Artigianato ad agosto. Sempre nel mese di agosto ha luogo il Model Air Show, manifestazione a carattere internazionale i cui protagonisti sono particolari aeromodelli. Poi il singolare Carlevè ‘d Mondvì, il Carnevale cittadino e per concludere il Raduno Internazionale Aerostatico dell’Epifania, in cui si riuniscono centinaia di colorate mongolfiere.
Si arriva così su una terrazza naturale a forma di cuneo costituita dal torrente Gesso e la Stura di Demonte.
Così ha avuto origine la città di Cuneo, in un affascinante palcoscenico con le Alpi Marittime che le fanno da sfondo.
Una località dove via Roma, la strada principale della città, testimonia gli avvicendamenti storici e in cui si passeggia all’ombra dei portici e si viene avvolti in un viaggio nel tempo.
Gli amanti della storia e delle vicende passate della città trovano il loro luogo ideale nel Museo Civico, allestito nell’antica chiesa di San Francesco, la più importante costruzione medievale della città. Tra le sezioni più originali del museo c’è quella di bambole “Lenci” che indossano i tipici costumi delle valli alpine
Da non perdere la Cattedrale dedicata alla Nostra Signora del Bosco, con una bella facciata neoclassica. Altra chiesa interessante è quella di San Sebastiano e poi la chiesa di Santa Croce. Palazzo della Torre è uno dei monumenti civili più interessanti di Cuneo, e si trova di fronte al Palazzo Municipale, con l’antica torre comunale che domina il cuore del centro storico.
Una volta conosciuta la storia e l’arte di cuneo si fa spazio alle tradizioni locali e agli eventi. Uno degli appuntamenti più importanti è Scrittorincittà”, con spettacoli, conferenze, mostre ed incontri tra lettori e scrittori, mentre un evento molto atteso è la Grande Fiera d’Estate a giugno.
La cucina di Cuneo offre specialità come gli “gnocchi alla bava”, serviti con formaggio fresco, tartufo e panna oppure la polenta condita con salsiccia e lumache cotte nel vino. Merita sicuramente un assaggio il lonzardo, prosciutto affumicato molto saporito ed i cuneesi al rum, cioccolatini di pasta morbida inzuppati nell’aromatico liquore.
Da queste parti è possibile fare un piccolo salto indietro nella storia, visitando quella che un tempo era la zona del Marchesato di Saluzzo.
Ma prima di arrivare nel borgo di Saluzzo è necessario fermarsi a visitare il Castello della Manta. Uno splendido edificio di epoca medievale circondato dalla corona delle Alpi Cozie, dominata dal profilo aguzzo del Monviso, che rende il castello ancora più affascinante.
Il Castello della Manta fu costruito nel XIII secolo come avamposto militare, per poi diventare una sfarzosa dimora dei signori feudali della Manta intorno al Quattrocento. Proprio in quel periodo fu portata a termine quella che attualmente risulta essere la stanza più affascinante dell’intero castello, la Sala Baronale, ricca di dipinti che formano un vero e proprio ciclo pittorico, con raffigurazioni di eroi ed eroine del tempo. Una delle testimonianze più importanti in tutto il settentrione di pittura tardogotica, con figure della cultura cavalleresca che tanto appassionavano gli aristocratici del tempo.
Oltre all’imponente Castello è visitabile l’annessa Chiesetta dedicata alla Vergine e al cui interno sono custoditi affreschi del XV e XVI secolo.
Per godere dello spettacolo offerto dallo scenario del Castello della Manta, l’ingresso viene proposto con visite guidate alla scoperta di itinerari con percorsi inediti. Le guide, oltre a illustrare le pitture e gli stucchi propri di ogni sala, portano alla scoperta delle meraviglie dell’ampio parco che circonda il Castello.
Arrivati a Saluzzo ci si ritrova in una cittadina di grande valore storico artistico, immersa tra le colline nella provincia di Cuneo e dominata dal Massiccio del Monviso. Un borgo di collina tipicamente trecentesco con un centro storico popolato da viuzze acciottolate, chiese e eleganti palazzi nobiliari con i loro giardini.
A dominare il centro storico c’è la Castiglia.
Un maniero fortificato, costruito nella seconda metà del Duecento ed ex residenza dei Marchesi di Saluzzo in seguito trasformata in prigione. Oggi, ospita il Museo della Civiltà Cavalleresca, dedicato alla storia del marchesato e del suo territorio, e anche il Museo della Cultura Carceraria, che racconta l’evoluzione del contesto penitenziario in Italia.
Tra gli altri monumenti degni di nota ci sono il Palazzo Comunale, sulla strada che conduce alla Castiglia, e la Pinacoteca dedicata al pittore paesaggista Matteo Olivero. Subito dopo, una stretta scalinata conduce per 130 gradini ad una loggetta cinquecentesca, da cui si gode di uno splendido panorama.
A Saluzzo si possono trovare numerosi percorsi per chi ama camminare e andare in bicicletta. Tra questi gli itinerari di Véloviso uniscono il Piemonte con le Hautes Alpes francesi, mentre “Saluzzese in bici” raccoglie dieci itinerari tra la pianura e la collina. La Passeggiata del Marchese è invece l’ideale per gli appassionati di escursionismo.
Tra luglio e agosto Occit’Amo, Festival delle Terre del Monviso e delle Valli Occitane, ha l’obiettivo di ricreare la magica atmosfera del legame tra la musica popolare, etnica e tradizionale e il fascino di tesori d’arte disseminati in chiese e cappelle, palcoscenici inusuali sulle montagne nella Saluzzo ex capitale del Marchesato.
Non si può lasciare Saluzzo senza aver provato i “Saluzzesi al Rhum”, molto simili ai cuneesi, tipo di cioccolatini formato da due cialde di meringa che racchiudono una crema pasticcera al cioccolato fondente e rum, il tutto rivestito da uno strato di cioccolato fondente. Oppure le “Castellane”, dolci a base di cioccolato e le dolcezze alla nocciola, accompagnati da vini come il Pelaverga, e il Quagliano
E poi si prosegue visitando l’Abbazia di Staffarda.
Un imponente complesso abbaziale fondato nel XII secolo in stile romanico che comprende la chiesa, gli edifici monastici e nove cascine. Fondata introno al 1100 sul territorio dell’antico Marchesato di Saluzzo, l’Abbazia benedettina cistercense raggiunse in pochi decenni una notevole importanza economica quale luogo di raccolta, trasformazione e scambio dei prodotti delle campagne circostanti.
Un’abbazia in cui ammirare la Chiesa, con il Polittico di Pascale Oddone e il gruppo ligneo cinquecentesco della Crocifissione, il Refettorio, con tracce di dipinto raffigurante “L’ultima cena”, il Chiostro e la Foresteria. Gli altri edifici costituiscono il cosiddetto “concentrico” di Staffarda, ovvero il borgo, che conserva ancora le storiche strutture architettoniche funzionali all’attività agricola, come il mercato coperto sulla piazza antistante l’Abbazia e le cascine.
Da qui si procede direttamente a nord verso Pinerolo, una straordinaria bomboniera che contiene gioielli come il Duomo dedicato a San Donato d’Arezzo, edificio neogotico che affascina per la sua stupenda facciata. E proprio dal Duomo parte la scoperta della cittadina, iniziando da via Trento e i suoi portici che si immettono in via Principi d’Acaia, in salita verso Colle San Maurizio, anello di congiunzione tra l’antico borgo e la collina che nel Medioevo corrispondeva all’arteria principale piena di botteghe artigiane ed edifici significativi come la Casa del Vicario e la Casa del Senato.
Ci si sposta nell’area occupata dalla biblioteca Alliaudi, dietro la quale spunta magnifica la Cavallerizza Caprilli, simbolo di Pinerolo e della prestigiosa vecchia Scuola di Equitazione. Poi il monumentale e signorile Palazzo degli Acaia, un edificio imponente su cinque piani accorpato a due giardini e ad una corte interna.
In viale Giolitti si trova il Museo Civico di Archeologia e Antropologia con un percorso permanente mirato alla conoscenza dei luoghi e i personaggi del Risorgimento a Pinerolo. L’esposizione museale si completa con la Collezione Civica d’Arte a Palazzo Vittone e il Museo Etnografico del Pinerolese.
La cultura si manifesta anche in eventi che coinvolgono direttamente la cittadinanza.
Una festa molto partecipata è quella dedicata San Donato, patrono della città, che si svolge il lunedì successivo all’ultima domenica di agosto. L’ultimo lunedì di aprile, invece, ha luogo la Fiera primaverile che si aggiunge alla serie di mostre mercato che qui si alternano, da quelle relative alle macchine agricole e ai prodotti per l’agricoltura a quelle riguardanti l’artigianato pinerolese o l’antiquariato e il collezionismo.
Poco distante Sestriere, la Montagna di Torino. Posto a oltre 2000 metri Sestriere si trova sulla sella che divide la Val Chisone con la Valle di Susa. Una località finalizzata ad un tipo di turismo montano con una serie di attività da svolgere principalmente durante la stagione invernale.
Sci e snowboard sono le principali, soprattutto sulla Via Lattea, un insieme di percorsi con oltre 400 km di piste.
A Sestriere tra le piste più celebri si segnala la mitica Kandahar Giovanni Alberto Agnelli, sulla quale è possibile sciare anche di notte, magnificamente illuminata per poter garantire esperienze uniche.
Gli appassionati delle evoluzioni più acrobatiche possono dare libero sfogo nello snowpark situato nel centro di Sestriere assieme ad dalle escursioni in motoslitta e da una pista di pattinaggio. Non manca la possibilità di praticare sci di fondo lungo un anello di circa otto chilometri.
Non solo attività sciistiche. Sestriere accontenta tutti. Un laghetto naturale idoneo alla pesca sportiva ed una serie di sentieri di montagna da percorrere da soli o accompagnati da guide specializzate, sono altre attività che rendono sicuramente piacevole un soggiorno estivo da queste parti.
E per restare in tema di divertimento sportivo si arriva a Bardonecchia, il comune più a ovest d’Italia, quasi al confine con la Francia. Situato ad oltre 1300 metri in Alta Val di Susa è uno dei comprensori sciistici più antichi d’Italia. Ad oggi sono due le aree destinate allo sci accessibili direttamente dal paese. La prima, la Colomion- Les Arnaud- Melezet è situata sul versante destro della Dora e comprende quindici impianti di risalita raggiungendo gli oltre 2000 metri di altitudine con la sciovia del Vallon Cros.
Dalla parte opposta, invece, si estende Jafferau, comprensorio di dimensioni inferiori, ma decisamente più alto dato che la seggiovia della Testa del Ban conduce a quasi 3000 metri d’altitudine. A Bardonecchia si trova l’unico Half Pipe Olimpico d’Europa, un moderno snowpark con 17 km di tracciati da fondo e 10 km di sentieri segnalati per ciaspolate nel bosco. Anche n estate lo sport è sempre protagonista con la possibilità di praticare percorsi di trekking, mountain bike ed equitazione.
Si scopre la Val di Susa, una delle più belle valli del Piemonte.
Una zona dalla storia ricca ed antica che racchiude tantissimi tesori da vedere. Prima fra tutte La Sacra di San Michele. Situata nei pressi del Monte Pirchiriano, nel comune di Sant’Ambrogio di Torino, è uno dei complessi religiosi più grandi del Piemonte la cui storia antica si intreccia con le leggende della magia bianca, trovandosi proprio qui uno dei punti magici più potenti d’Europa.
Seguono i Laghi ed il centro storico di Avigliana, proprio al centro della valle, ai piedi del Monte Pirchiriano. Qui si può ammirare uno splendido parco naturale con tanti sentieri, percorsi e antichissimi laghi.
Il Lago nero,raggiungibile dai comuni di Busson e Claviere, un lago alpino situato a 2.070 metri di altezza, il cui nome è dato dal colore della sua acqua, molto scura, a causa della grande profondità del lago stesso. Un bellissimo posto immerso nella natura da cui poter ammirare panorami incredibili. Il percorso per raggiungere il lago, da fare preferibilmente con auto alte adatte ai sentieri di montagna, è costellato da altri piccoli laghi alpini.
Sulle Gorge di San Gervasio e più precisamente tra i comuni di Cesana Torinese e di Claviere si trova il Ponte Tibetano più lungo del mondo. Luogo ideale per gli amanti delle emozioni forti, ma fatte in sicurezza. Un percorso di 468 metri a 35/40 metri di altezza in cui godere di una natura incontaminata, bellissima e ricca e di tanti panorami da ammirare.
Per gli amanti delle lunghe passeggiate in montagna, invece, è suggerito il Sentiero Balcone che si snoda nell’Alta Valle di Susa. Un sentiero naturale imperdibile che percorre per la maggior parte vie, mulattiere, strade già esistenti, sia pedonali che ciclabili, escluse però ai veicoli. Un tuffo nella natura per ammirare tantissime tipologie di ambienti e una flora alpina ricchissima.
Tutto questo movimento provoca un certo appetito. E la Val di Susa soddisfa anche questo. In primo luogo con la Toma del lait brusc, detto anche bianca alpina, un formaggio vaccino crudo tipico della Val di Susa.Una pietanza è spesso accompagnata da polenta e salumi e gustato con vini rossi corposi per il suo sapore forte e deciso. E poi la Fujasa, una focaccia dolce di pasta lievitata originaria della Val di Susa arricchita con uva passa e profumata con un goccio di grappa.
Nei dintorni della Val di Susa si trova anche la località di Exiles.
Un paesaggio composto da vette aguzze, spaccature nelle rocce e profonde gole presenta questo piccolo borgo piemontese incastonato a 870 metri d’altitudine. In questo scrigno roccioso si nasconde Exiles e la sua posizione strategica ha favorito la costruzione della struttura fortificata che la compone.
Il Forte di Exiles, infatti, è il vero punto di attrazione della località. Una costruzione estremamente suggestiva e di grande impatto scenografico. Un pregevole esempio di architettura fortificata francese e sabauda. Lo si può visitare attraversando una lunga galleria ricavata nella roccia che consente l’accesso ai vari livelli della struttura, spaziando nelle sale centrali tra sculture, immagini e suoni che rievocano le atmosfere di un tempo.
Il Forte è sicuramente il gioiello di Exiles, ma vale la pena anche fare una passeggiata per le tipiche stradine del borgo. Gli edifici di culto che si incontrano lungo il cammino sono la cappella di San Rocco e la chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo. Questo è anche il patrono del borgo e viene celebrato alla fine di giugno con vivaci festeggiamenti per un intero weekend tra spettacoli ed intrattenimenti di ogni tipo
Un’altra manifestazione che coinvolge però tutta la provincia torinese, valorizzando al massimo le sue tradizioni locali è l’iniziativa “Viaggio nel Tempo”, che da aprile ad ottobre presenta le borgate più interessanti della zona e rievoca tradizioni e vicende del passato con un realismo storico impressionante.
Segue Fenestrelle, un piccolo centro urbano che si sviluppa ad un’altitudine massima di oltre 1100 metri.
Una lunga storia di conflitti e crescita ha accompagnato questa bella località dove oggi restano ancora vive le botteghe artigiane specializzate nella lavorazione e trattamento del legno, ma anche del ferro battuto, entrambi finalizzati alla produzione di mobili.
Ma la vera attrazione di Fenestrelle è la Fortezza di San Carlo. Un imponente complesso fortificato con edifici collegati fra loro da strade e piccole vi nonché da una scala di 3996 gradini, probabilmente la più lunga al mondo nel suo genere. Proprio questo è stata più volte definita come la Grande Muraglia Piemontese.
Ma oltre alla fortezza a Fenestrelle bisogna visitare il vecchio quartiere Donjon in pietra ripida e i resti della Porta di Francia e la Stele al Battaglione Fenestrelle. Passeggiando per i vicoli si notano alcune case ancora fregiate di meridiane poste sulle pareti, segno di come in passato si calcolava il tempo scandendo le ore in base alla luce solare.
A Fenestrelle il 25 agosto è tempo di festa patronale, celebrando San Luigi. A questa si aggiunge la Rassegna del bestiame bovino il terzo sabato di ottobre e i caratteristici mercatini di Natale a dicembre. Nelle manifestazioni popolari le donne del luogo amano indossare i costumi tradizionali, colorati e dal grande animo folcloristico e quale migliore occasione per gustare i goffri, squisite frittelle locali da mangiare calde.
Ecco poi l’incantevole Torino, città regale e dal fascino senza tempo, da vivere in tutti i suoi luoghi per imparare a conoscerla e lentamente innamorarsene. A partire dal suo cuore, Piazza Castello.
Da qui si raggiungono Palazzo Reale e tutti i musei del Polo Reale o in alternativa si può restare nella piazza, dove ogni giorno si possono trovare artisti di strada e musicisti provenienti da tutto il mondo.
Torino è stata la residenza dei Savoia, i sovrani d’Italia, per secoli e Palazzo Reale è l’edificio che più rappresenta la loro permanenza. La bella facciata bianca dell’edificio, elegante e sobria, nasconde al suo interno ricchi saloni settecenteschi, dipinti e mobili antichissimi realizzati dai più grandi maestri artigiani piemontesi.
Poco distante da Palazzo Reale ecco il Duomo, il principale luogo di culto della città. Una grande emozione per chi ama l’arte e l’architettura, con la cupola del Guarini e l’alta torre campanaria. Il Duomo ospita inoltre le periodiche ostensioni della Sacra Sindone e una mostra permanente dedicata alla reliquia forse più affascinante della storia del cristianesimo.
Una tappa imperdibile è rappresentata dal Museo Egizio. Per quantità e valore dei reperti che custodisce è secondo solo a quello del Cairo ed il suo allestimento prevede un percorso affascinante tra mummie, statue, oggetti di uso quotidiano e ricostruzioni. Un viaggio emozionante ed un arricchimento culturale sull’antico Egitto.
Poco distante Palazzo Carignano e il Museo del Risorgimento.
Qui si possono ripercorrere le vicende che hanno caratterizzato le Guerre d’Indipendenza e la nascita del regno italiano. L’antico edificio fu, infatti, sede del primo Parlamento dell’Italia unita e ospita al suo interno un interessante percorso museale dedicato al Risorgimento.
Restando sempre nel centro storico bisogna assolutamente visitare il santuario della Consolata, uno dei più importanti luoghi di culto della città. La facciata, bianca, elegante e armoniosa, varcato l’ingresso lascia il posto a un vero capolavoro del barocco piemontese, progettato e realizzato da architetti come Guarino Guarini e Filippo Juvarra. Proprio a fianco del santuario della Consolata, in un piccolo locale ottocentesco che si chiama, appunto Al Bicerin, nacque una delle più della più tradizionali bevande torinesi, con caffè, cioccolato, latte e sciroppo. Al Bicierin nulla è cambiato da allora e il piccolo caffè è ancora al suo posto, con i suoi antichi tavolini di marmo e il sapore inconfondibile della sua calda bevanda.
Una parte della movida torinese, invece, si trova nel Quadrilatero.
Lo spazio anticamente delimitato dalle mura romane della città è oggi il luogo più vivace dove trovare locali alla moda e aperitivi sfiziosi. Via Garibaldi, che unisce piazza Castello a piazza Statuto, è inoltre un vero e proprio centro commerciale naturale, da non perdere per gli amanti dello shopping.
Una particolarità di Torino sono anche i mercati. Visitare la città è anche un’occasione per apprezzare i numerosi mercatini che si svolgono regolarmente nel centro storico. Il secondo sabato di ogni mese, dietro la chiesa della Gran Madre, si possono trovare bancarelle di vestiti e oggetti vintage, mentre i portici di piazza Vittorio ospitano l’antiquariato ogni quarto sabato e domenica di marzo, giugno, settembre e novembre. Ma il mercato più importante è quello di Porta Palazzo, dove respirare non solo la quotidianità di una grande città, ma anche l’accoglienza e l’aspetto multietnico di Torino.
Da visitare sicuramente la chiesa della Gran Madre di Dio.
Una chiesa circolare che ricorda gli antichi pantheon romani. Le statue che accolgono chiunque la visiti, che sono la Religione, che regge una croce, e la fede, una donna con in mano un calice, donano alla Gran Madre un fascino irresistibile ed esoterico. Da qui si sale verso il Monte dei Cappuccini. Un luogo singolare che con la su balconata osserva la città e regala un bellissimo panorama sul centro storico e sul simbolo di Torino, la Mole Antonelliana.
Questa rappresenta il tratto più caratteristico della città, la Mole Antonelliana. Un edificio dalla grande cupola e dalla guglia sovrastante, realizzate da Alessandro Antonelli, che raggiungono l’altezza di 167 metri. Concepito nell’Ottocento per diventare un tempio ebraico, la maestosa struttura ospita oggi il Museo del Cinema. Attraverso un ascensore sospeso e senza guide, che risale dall’interno al centro della volta, è possibile inoltre raggiungere la sommità della mola e godere di un panorama splendido.
Chi ama passeggiare, correre o semplicemente rilassarsi all’aria aperta può recarsi al Parco del Valentino.
Un’ immensa area verde che si può raggiungere in pochi minuti costeggiando il Po da piazza Vittorio, e che si estende per parecchi chilometri lungo il fiume. Il castello del Valentino, antica residenza sabauda, domina il parco ed è una delle dimore storiche torinesi più affascinanti. Avventurandosi nel parco del Valentino ci si imbatte nel Borgo Medievale, un caratteristico villaggio con mura, ponte levatoio dominato da una rocca imponente. Nonostante non sia un vero castello medievale, riproduce alla perfezione alcuni particolari dei tipici castelli del Piemonte e della Valle d’Aosta.
Prima di andare via da Torino è quasi d’obbligo visitare la Reggia di Venaria, la residenza più famosa dei Savoia.
Purtroppo in epoca napoleonica fu trasformata in una caserma, spogliata dei suoi arredi fastosi, ma oggi, grazie ad un accurato restauro e a nuovi allestimenti e installazioni rivive il suo antico e magnifico splendore. Poco lontano dalla Reggia di Venaria si può raggiungere il Parco della Mandria, un’area verde grandissima da percorrere in bici o a piedi. I sentieri sono tantissimi e si possono osservare cervi, volpi, gufi, civette e uccelli di ogni tipo.
Proseguendo in direzione nord si arriva ad Ivrea, ospitata in un vasto anfiteatro morenico. In questa cittadina si visita la Casa della Credenza, un’interessante costruzione del XVI secolo in cui si radunavano un tempo i consiglieri comunali. Il Duomo, l’opera architettonica di stampo medievale di maggior rilievo nella parte alta di Ivrea. Da visitare anche la biblioteca civica “C. Nigra” con oltre trentamila volumi e numerose opere storiche sul Canavese. Il Museo civico “P. A. Garda”, comprende una sezione di arte orientale con oltre 2500 pezzi tra dipinti, armi, bronzi, sculture, ceramiche cinesi e giapponesi ed una sezione archeologica con altri reperti scavati nel centro storico.
Ad Ivrea, tra le manifestazioni più importanti va assolutamente menzionato il famoso Carnevale.
Un evento che ricorda una vicenda avvenuta secoli fa, nel Medioevo, quando Violetta, figlia di un mugnaio decapitò Guglielmo, marchese di Monferrato che voleva esercitare lo ius primae noctis su di lei. Evento conclusivo è la battaglia delle arance, combattimento violento in cui migliaia di arance vengono scagliate tra il pubblico ed il carro dove si trovano le “guardie del tiranno”.
Da queste parti i prodotti tipici sono i vini del Canavese come l’Erbaluce, il Passito di Caluso, la grappa di Chiaverano distillata con metodi artigianali che accompagnano altre specialità come i formaggi “tomini” e gli Eporediesi al cacao e i Canavesani al rum, dolci tipici della zona.
Poi Biella, conosciuta sin dall’antichità come importante polo della lana e della lavorazione dei tessuti.
Ma Biella è anche una città incantevole e molto interessante da visitare. Sorge ai piedi delle Alpi biellesi nella zona nord occidentale del Piemonte, a due passi dal Val d’Aosta. Una città piccolina, che si gira facilmente a piedi, divisa in due parti, la città alta e la città bassa, collegate attraverso una funicolare.
Il quartiere Piazzo è il cuore del centro storico di Biella. Un antico borgo medievale che corrisponde alla parte alta della città. Al centro del quartiere la piazza Cisterna, una volta sede del Comune e del mercato e su cui si affaccia il Palazzo dei Dal Pozzo, i portici medievali e Casa dei Teccio. Il Palazzo Gromo di Ternengo, un altro edificio da visitare assolutamente, si trova poco distante.
A seguire il Duomo di Biella dedicato a Santa Maria Maggiore e a Santo Stefano, una chiesa a tre navate in stile gotico. Il Battistero è un perfetto esempio di arte romanico-lombarda e, insieme al Campanile a otto piani e al Duomo è il simbolo di Biella.
A Biella si possono trovare anche esempi di archeologia industriale nell’ ex lanificio Trombetta e l’ex lanificio Sella, entrambi dell’800, che si trovano sulle sponde del torrente Cervo. L’ex lanificio Trombetta oggi ospita la Cittadellarte Fondazione Pistoletto che organizza eventi e mostre di arte contemporanea.
Nei dintorni di Biella un luogo suggestivo da visitare è la Riserva naturale speciale della Bessa, a Cerrione, un posto unico nel suo genere.
Si tratta di un terreno ricoperto di pietre che occupa un’area enorme e che è il risultato dell’estrazione dell’oro sin dall’epoca romana. La pietraia è il risultato dell’accumulo delle pietre di scarto, che hanno dato luogo ad una raccolta di ciottoli, alti fino a 20 metri alternate a stretti e lunghi valloni ricoperti di vegetazione.
Si procede verso est visitando Borgosesia, piccolo e delizioso borgo di montagna della Valsesia, splendida località ricca di fascino, grazie ai suoi boschi e al passaggio del fiume Sesia.
Famoso centro di produzione della lana, Borgosesia rappresenta una meta ideale per gli amanti della tranquillità, ma anche della riscoperta delle antiche tradizioni che qui vengono custodite.
Oltre alla meraviglia naturale rappresentata dalla Valsesia e dal Parco Naturale del Monte Fenera, che ospita piccoli tesori naturalistici come le Grotte del Fenera, Borgosesia offre numerosi punti di interesse artistico culturale.
Moltissime chiese presenti sul territorio tra cui le più importanti sono il Santuario di Sant’Anna di Montrigone, costruito sui resti del vecchio castello nel XVI secolo, la cappella di San Rocco, eretta a seguito dell’epidemia di peste che colpì la valle nel 1600 e la Chiesa della Madonna della Neve che all’interno ospita numerose opere di artisti piemontesi.
Per ciò che riguarda edifici non religiosi merita sicuramente una visita il Museo Etnografico e del Folclore Valsesiano, che insieme al gruppo folkloristico “Città di Borgosesia”, mantiene vive le splendide tradizioni della valle come il famoso “ Mercù Scùrot”, carnevale di Borgosesia.
Una bella manifestazione che nasce a metà del 1800 quando alcuni cittadini decisero di organizzare uno scherzoso funerale il mercoledì delle ceneri a cui seguì la nascita del “Peru Magunella” e di “Gin Fiammàa”, tipiche maschere locali.
Da allora questa tradizione resta viva e sentita dalla popolazione di Borgosesia.
Ogni mercoledì delle ceneri si ritrova vestita in modo elegante per assistere al corteo funebre che termina la sera con la cremazione del fantoccio di Peru Magunella. Questo viene accompagnato da una grande festa a base di musica, balli e spettacoli pirotecnici e tante prelibatezze locali preparate in piazza, dalla polenta alla cacciagione ai prodotti del bosco come funghi e castagne accuratamente cucinati seguendo le ricette tradizionali.
Sempre in Valsesia, e più precisamente nel comune di Varallo, si trova il Sacro Monte di Varallo, il più antico e rappresentativo tra i Sacri Monti che si trovano nei territori del Piemonte e della Lombardia.
I Sacri Monti, riproduzioni di alcuni luoghi della Terra Santa, iniziarono a diffondersi in Occidente verso la metà del ‘400, quando, a causa dei Turchi, il pellegrinaggio in quelle zone iniziò a diventare sempre più pericoloso. Tra queste riproduzioni c’è proprio il Sacro Monte di Varallo che fu costruito per iniziativa di Beato Bernardino Caimi, il quale, tornando dalla Terra Santa verso la fine del XV secolo, decise di ricreare in piccolo i luoghi della Palestina.
Settant’anni dopo, San Carlo Borromeo si interessò a questo luogo e, visitandolo diverse volte, accrebbe notevolmente la notorietà della “Nuova Gerusalemme”, come Borromeo stesso l’aveva soprannominata. Il Sacro Monte di Varallo, che sorge nella piemontese Riserva speciale del Sacro Monte di Varallo, è costituito da 44 cappelle affrescate e una basilica. Questi edifici, dislocati in un percorso di vie e piazzette, sono affrescati con oltre 4.000 figure e arricchite da circa 400 statue raffiguranti tutte scene della vita di Gesù Cristo e della Madonna.
Si arriva poi sul Lago d’Orta, con i suoi 15 chilometri di lunghezza e due di ampiezza, si estende dalle campagne di Novara fino ai piedi del Mottarone, il monte che lo separa dal Lago Maggiore.
Un lago dalle dimensioni ridotte, ma ricco di cose da vedere, offrendo uno spettacolare scenario naturale, borghi romantici e balconi panoramici indimenticabili.
E proprio sulle sponde del lago sorge Orta San Giulio piccolo borgo che possiede un patrimonio storico, artistico e naturale che lo rende una delle mete turistiche per eccellenza. Il centro storico si caratterizza per le stradine di pietra che arrivano a toccare l’acqua
Orta San Giulio ha poi una zona sopraelevata, che domina completamente il lago. Si tratta della frazione di Legro. Questo, chiamato anche il “paese dipinto”, è un luogo dai mille colori. Sulle pareti di molti edifici, infatti, artisti provenienti da ogni parte d’Italia e d’Europa hanno disegnato affreschi che ritraggono la storia di questa piccola ed esclusiva località.
Il centro storico di Orta è destinato completamente ai pedoni. Cuore del paese è Piazza Motta, che si affaccia direttamente sulle acque lacustri. Qui sorge il broletto, una piccola costruzione rinascimentale costituito da un portico utilizzato principalmente per il mercato, e da un piano superiore chiuso in cui nei secoli scorsi si tenevano le riunioni dei potenti dell’epoca.
Sempre su Piazza Motta è presente il porticciolo che da Orta conduce all’isola di San Giulio, facente parte del territorio comunale. Con pochi minuti di navigazione, l’isola dista appena 400 metri dalla riva, si raggiunge un piccolo gioiello come il monastero Mater Ecclesiae, abbazia benedettina femminile di clausura che oggi accoglie turisti tutto l’anno.
Spostandosi sul versante opposto si arriva nella zona del Lago Maggiore. Qui non si può fare a meno di visitare Stresa.
La bellissima cittadina si trova sul versante occidentale del lago Maggiore. Un incantevole borgo lacustre inserito in un contesto paesaggistico in cui si ha una visuale meravigliosa delle Alpi e tutto il territorio del comune si affaccia sulle acque del lago Maggiore.
Il centro urbano del piccolo comune si presenta con una serie di magnifiche dimore, ville nobiliari e curatissimi giardini circondati dalle acque del lago Maggiore. Tra le più belle ville di questa zona l’incantevole Villa Pallavicino, costruita nel diciannovesimo secolo e caratterizzata dalla presenza di uno sconfinato giardino all’inglese, il quale ospita al suo interno anche un interessantissimo parco zoologico.
Stresa include anche l’Isola Bella e l’Isola Madre, facenti parte delle bellissime Isole Borromee.
L’isola Bella ospita l’incantevole palazzo della famiglia Borromeo, una splendida dimora nobiliare perfettamente conservata che custodisce numerosi oggetti d’arte pregiati, come quadri, arazzi e un mobilio antico e di pregio. L’isola Bella, inoltre, attrae molti visitatori per i suoi bellissimi giardini Borromei, realizzati nel diciassettesimo secolo in puro gusto barocco e che ospitano una incredibile varietà di specie arboree e floreali
L’isola Madre, la più grande delle isole Borromee, è invece caratterizzata da un’atmosfera quieta e sospesa. L’incantevole isola ospita un interessante palazzo del sedicesimo secolo, dove è possibile ammirare vaste collezioni di oggetti d’epoca, oltre a una interessante esposizione di marionette dei secoli passati.
Stresa comprende anche un’area montana che include la celebre località sciistica del Mottarone a 1491 metri, raggiungibile dal centro abitato con la funivia. Sulla vetta del Mottarone si trova un’attrezzatissima stazione sciistica, presso la quale è possibile praticare tutti gli sport invernali. Da qui è inoltre possibile ammirare l’incantevole vista del lago Maggiore, dello splendido giardino botanico Alpinia, di una buona porzione della pianura Padana e delle vette dell’imponente monte Rosa.
Costeggiando il lago si scende verso Arona, un borgo dalla storia antica, immersa nel fantastico scenario naturale del Lago Maggiore.
Reperti rinvenuti nella frazione di Lagone, infatti, raccontano l’esistenza di un primordiale villaggio su palafitte, la prima civiltà d’Italia ad essersi così sviluppata.
Il suo feudo fu a lungo nelle mani della famiglia dei Borromeo e San Carlo Borromeo nacque qui, nel castello, nel 1538. A lui è dedicato il monumento più rappresentativo della città, una statua imponente posta su una base di undici metri e alta venti metri.
Piazza del Popolo è il cuore medievale della cittadina e da non perdere una visita alla Rocca di Arona, fortificazione eretta dai Longobardi intorno all’anno Mille, e una passeggiata nel Parco Naturale dei Lagoni di Mercurago, ricca di pascoli, di stagni e di paludi.
Nel centro storico si aggiungono altre bellezze da visitare. Come ad esempio la chiesa dei SS. Martiri che custodisce le spoglie dei patroni del borgo e conserva, sopra l’altare maggiore, un capolavoro quattrocentesco di scuola leonardesca. Poi la Collegiata della Natività di Maria Vergine è la chiesa parrocchiale in stile gotico-bizantino
E per concludere la breve scoperta di Arona merita una visita il Civico Museo Archeologico che ricostruisce il passato del Basso Verbano e ospita il calco della celebre ruota dei Lagoni di Mercurago.
Si arriva a Novara, meta fuori dalle rotte turistiche più frequentate del Piemonte.
Un centro storico che si scopre lentamente passeggiando lungo via San Gaudenzio. Palazzo Bellini non solo è una delle residenze storiche più belle della città, ma anche tra le più importanti dal punto di vista degli eventi storici del Risorgimento. Proprio qui, infatti, re Carlo Alberto, dopo la sconfitta di Novara, abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele, mentre una decina d’anni dopo Napoleone III e Vittorio Emanuele II si prepararono alla battaglia di Magenta
I luoghi di culto più significativi sono rappresentati dal Duomo e dalla Basilica di San Gaudenzio. Il primo, dedicato a Santa Maria Assunta, è un grande progetto incompiuto di Antonelli, l’architetto della Mole Antonelliana. Doveva essere una enorme chiesa a croce latina, ma solo uno dei bracci è stato portato a termine. La Basilica è un altro enorme progetto incompiuto. La sua cupola doveva essere interamente affrescata, ma il progetto non è mai stato portato a termine. Nonostante questo, la cupola della Basilica è alta 121 metri e dalla sua cima si può ammirare un panorama magnifico che spazia su tutta la città di Novara fino al Massiccio del Monte Rosa.
A Novare c’è un piccolo angolo fermo al Medioevo. Si tratta del Broletto, una corte su cui si affacciano edifici medioevali con loggiati e affreschi quattrocenteschi che racconta storie di poemi cavallereschi in un’atmosfera del tutto particolare. Qui si trova anche la sede del Circolo dei Lettori di Novara e della Galleria d’Arte Moderna, che un tempo erano il Palazzo del Podestà e il Palazzo dei Paratici.
Gli amanti della natura possono scoprire un luogo sorprendente nei dintorni di Novara.
La Riserva delle Baragge, infatti, è uno dei posti più straordinari della Provincia. Viene chiamata la savana piemontese per la presenza di prati enormi e pascoli, corsi d’acqua ed animali selvaggi, ma ci sono anche colline e boschi di betulla, risaie e sentieri.
Dopo le esperienze alla scoperta della città e della natura circostante arriva il momento di sedersi a tavola E a Novara non mancano le sorprese culinarie. Il gorgonzola è il protagonista tra i formaggi novaresi, sia fresco che stagionato. Da assaggiare la paniscia: un risotto con verza e fagioli borlotti mantecato con cotica di maiale, lardo e salam d’la duja, un insaccato tipico. Poi il tapulon, uno spezzatino finissimo fatto con carne d’asino cotta a lungo nel vino ed accompagnato con la polenta
La tappa conclusiva del viaggio in Piemonte presenta Vercelli.
Una piccola cittadina che si inizia a scoprire dalla Basilica di Sant’Andrea, in mattoni rossi, in uno stile che fonde il romanico longobardo al gotico. Altro edificio importante è il Duomo di Vercelli, dedicato a Sant’Eusebio e accanto a questo ci sono la Biblioteca Capitolare, la Pinacoteca e il Museo dell’Opera del Duomo. Quest’ultimo espone reliquiari, calici, urne e due stanze ancora intatte degli antichi appartamenti Savoia.
Poco distante il Castello Visconteo, una struttura che non può essere visitata all’interno, ma si possono ammirare le mura imponenti e le torri difensive in mattoni rossi dall’esterno. Un’altra visita la meritano la Biblioteca Capitolare, che conserva codici e manoscritti rari, tra cui il Vercelli Book, un manoscritto su pergamena del X secolo in lingua anglosassone antica. E poi il Museo Borgogna, la seconda Pinacoteca del Piemonte dopo la Galleria Sabauda di Torino, che raccoglie opere di artisti italiani ed internazionali dal Rinascimento ad oggi.
A Vercelli il riso, nella qualità Baraggia DOP, domina la maggior parte delle ricette con cui si cucinano deliziosi primi piatti conditi nei modi più diversi.
Una nota dolce, invece, viene offerta dai bicciolani, biscotti fatti secondo una ricetta tradizionale di origine rinascimentale che alla pasta frolla mescola spezie varie e cannella e dalla tartufata, una combinazione di morbido pan di Spagna e crema chantilly coperta da cioccolato.
Alessandro Campa
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