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RICOMINCIO DA TE, ITALIA: ITINERARI DI VIAGGIO TRA LE REGIONI DELLA PENISOLA. LA LOMBARDIA

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La Lombardia come non l’avete mai vista. Un mosaico di territori splendidi, sapori gourmet e angoli di natura da scoprire

Un desiderio di rinascita. La voglia di ripartire dalle piccole abitudini quotidiane, ma anche di realizzare scelte più ragionate ed impegnative. Tra queste l’organizzazione di un viaggio, di una vacanza o di un semplice weekend per staccare la spina.

Quest’anno l’approccio al turismo sarà diverso, ma non per questo meno coinvolgente e stimolante.

Da situazioni difficili, a volte, possono nascere occasioni inaspettate. Ancora di più se si vive in Italia che, con la sua immensa varietà, offre degli scenari incantevoli.

LOMBARDIA

Lombardia, una composizione unica di zone differenti, tutte da vivere e assaporare.

Il viaggio in Lombardia inizia dalla zona sud della regione con una meraviglia come Mantova.

Una città dall’illustre passato, che si presenta con attrazioni uniche nel loro genere. Prima fra tutte il suggestivo Palazzo Te, poco fuori Mantova, un capolavoro nato nel 1500 dall’incontro tra il marchese Federico II Gonzaga e il grande architetto Giulio Romano.

Una villa dedicata al tempo libero e allo svago. Così bella da accogliere anche gli importanti ospiti della famiglia Gonzaga, che ha disegnato nel tempo le linee di una città che si presenta ancora oggi incantevole. La visita di Palazzo Te si articola in diverse stanze, ma le più importanti sono la Camera di Amore e Psiche, con un ciclo pittorico illustra 22 passi del racconto di Amore e Psiche tratto dalle Metamorfosi di Apuleio e la Camera dei Giganti, in cui è dipinta sulla volta la scena della Caduta dei Giganti, raccontata dalle Metamorfosi di Ovidio.

La visita in città conduce a Piazza Sordello, centro della Mantova antica e moderna. Una piazza\ dove si mostrano importanti monumenti come il Duomo, dedicato a San Pietro Apostolo e il Palazzo Ducale, reggia dei Gonzaga che si presenta come uno degli esempi architettonici più ricchi di tutta l’Italia delle signorie.

Una tappa a Piazza Erbe che, oltre ad ospitare il mercato cittadino, è sede del Palazzo della Ragione e della Torre dell’Orologio, al cui interno è presente il Museo del Tempo.

La visita è assolutamente consigliata sia per ammirare i meccanismi della macchina dell’orologio, ma anche per il panorama mozzafiato che si apre all’ultimo piano della torre dove si coglie una delle viste più belle della città spaziando con lo sguardo ai laghi che circondano Mantova.

Due importanti monumenti religiosi della città portano la firma di Leon Battista Alberti. Si tratta del Tempio di San Sebastiano e della Basilica di Sant’Andrea. Quest’ultima è la chiesa più grande di Mantova e si presenta con una facciata ispirata ad un modello di tempio etrusco-italico, mentre la facciata di San Sebastiano richiama una rielaborazione degli elementi di un tempio classico.

Raffinatezza e semplicità contraddistinguono la cucina mantovana.

Qui la regina è sicuramente la zucca, utilizzata come base per molti piatti sia salati che dolci. Sono celebri, infatti, i tortelli ripieni di zucca accompagnata da amaretti e mostarda di pere. A questi vanno aggiunti i capunsei, gnocchetti di pane dalla forma cilindrica conditi con burro, salvia e formaggio, tipico piatto della tradizione contadina.  Poi ampio spazio anche ai salumi con la Coppa DOP, il Cotechino Vaniglia e la Salamella Mantovana. E per concludere le note dolci vengono regalate dalla sbrisolona, una torta a base di mandorle, e dal sugolo, un budino all’uva.

Lasciata Mantova si procede per Sabbioneta, una meravigliosa città ideale creata dal nulla nella seconda metà del Cinquecento da Vespasiano Gonzaga.

Un ritaglio di terra sabbiosa, da cui proviene il nome del borgo, bagnato dal Po e dall’Oglio. Il sogno di un principe- mecenate diventato realtà e che tenne conto della visione moderna e funzionale cinquecentesca, dove le forme, le proporzioni, le misure rimandano a una bellezza segretamente alchemica.

A Sabbioneta tutto è incredibilmente bello, la galleria coperta, con l’eternità impressa in ogni pietra, il delizioso Teatro all’Antica, le meravigliose stanze del Palazzo Ducale con i soffitti lignei in elaborato stile manierista, il palazzo Giardino o il suo mausoleo. La struttura urbana a forma di stella a sei punte non ha subito grandi alterazioni, consegnando una città nata e morta con il suo artefice, pietrificata nella sua evoluzione e bloccata alla fine del Cinquecento.

Si arriva a Cremona, piccola e graziosa capitale delle musica.

La storia di Cremona si lega a quella delle botteghe dei liutai che la popolano, in cui più di 500 anni fa è nato il violino. La liuteria rappresenta l’elemento più caratteristico della città, quello per cui è conosciuta come esemplare unico nel panorama mondiale.

Sparse nelle vie, oltre 150 botteghe artigiane dove riecheggia il suono dei violini creati da mani sapienti e da un mestiere unico. Per tenere viva la memoria è nato un avveniristico Museo del Violino che conserva gli Amati, i Guarneri, gli Stradivari, mentre si può anche prenotare una visita nelle botteghe di liuteria dove un maestro liutaio illustra la lavorazione degli strumenti ad arco, in laboratori dove il tempo sembra essersi fermato.

A Cremona si viene accolti da un affascinante atrio dove si mostrano i capolavori che circondano la Piazza del Comune. Il ruolo principale spetta alla Cattedrale di Santa Maria Assunta, con la sua suggestiva facciata, dove su base romanica sono stati innestati nei secoli elementi gotici, rinascimentali e barocchi. Accanto alla Cattedrale, merita una sosta anche il Battistero a pianta ottagonale, interessante esempio di architettura di età comunale.

Vero simbolo della città è però il Torrazzo che con i suoi 112 metri d’altezza è la torre in muratura più alta d’Europa.

I più audaci possono scalare i 502 gradini di cui è composto. Una volta raggiunta la cima la vista sulla città è qualcosa dalla bellezza indescrivibile.

Ma Cremona ha un altro simbolo, ovvero il torrone. La leggenda narra che questo dolce a base di albume, miele e mandorle fu servito per la prima volta durante il banchetto nuziale di Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza, nel 1441. Per questa speciale occasione i pasticcieri gli avevano dato la forma del Torrazzo, il campanile della cattedrale. Un dolce che adesso viene celebrato a novembre con giorni di festa in centro città.

Altre specialità arricchiscono le tavole cremonesi come grandi varietà di insaccati, tra cui salame all’aglio, cotechino alla vaniglia, salame da pentola. A questi si aggiungono i marubini, tradizionale pasta ripiena, che vengono serviti durante le festività natalizie o in altre occasioni speciali. Il ripieno è composto da un insieme di carni, formaggio e spezie, mentre il brodo si ottiene mettendo in acqua fredda pollo,  manzo e carne di maiale.

Il secondo piatto per eccellenza è, invece, il gran bollito cremonese. Gallina, manzo, cotechino, lingua di vitello, testina, il gran bollito è un’armonia di gusto da accompagnare con la mostarda cremonese, rigorosamente di frutta intera, e con diverse salsine a base di verdure.

Segue Crema, caratteristico centro padano dalle antiche origini ed una lunga storia di splendore, ricchezza ed arte.

Il centro storico è delimitato dalla cerchia muraria di cui restano significative testimonianze e si sviluppa intorno alla Piazza Duomo, vero cuore della città. In epoca medievale, in questa si incontravano i mercanti, si assisteva alle cerimonie religiose o ci si divertiva con giostre e spettacoli pirotecnici. Oggi, a distanza di molti secoli, le abitudini dei cremaschi non sono cambiate e questo luogo conserva nelle pareti degli edifici la memoria dei suoi eventi.

Tra gli edifici che si affacciano sulla piazza ecco il Duomo, dedicato all’Assunta, una cattedrale in stile gotico cistercense con un bellissimo rosone a 16 petali realizzato in marmo. Di fronte ad esso il Palazzo Comunale composto dal Torrazzo. Non proprio una torre, ma una porta monumentale che divide piazza Duomo da via XX Settembre e che presenta i caratteri stilistici propri dell’architettura rinascimentale lombarda del primo Cinquecento. In alto è posizionato l’orologio realizzato nel 1555 e nella lanterna è ancora conservata la campana che annunciava le sedute del Consiglio comunale

Uno degli edifici più caratteristici del centro storico di Crema è il convento rinascimentale di Sant’Agostino. Al suo interno si trova la sede del Museo Civico di Crema e del Cremasco. Le sezioni del museo illustrano la storia del Cremasco dalla preistoria ai giorni nostri, attraverso reperti archeologici e documenti storici.

Uno spazio importante è occupato dalla storia più recente di Crema, attraverso la ricostruzione della vita quotidiana nelle campagne di fine Ottocento e della storia industriale della città. La pinacoteca espone le opere più significative della produzione pittorica cremasca dal XVII secolo ad oggi.

Dal Cremonese ci si sposta verso il Lodigiano, identificato in quella parte di Pianura Padana lombarda che si distende tra i fiumi Lambro, Adda e Po.

Proprio i corsi d’acqua descrivono gli elementi tipici del paesaggio lodigiano. Un territorio sostanzialmente pianeggiante, luogo ideale per chi desidera pedalare con facilità, grazie alla presenza di una rete ciclabile che supera i 500 chilometri di estensione.

Al centro di un viaggio tra le distese agricole della pianura e i boschi che inseguono le rive dell’Adda si presenta la graziosa Lodi. Da subito si scopre Piazza della Vittoria, il fulcro della città. Una caratteristica pianta romboidale quadrata segna il suo tratto distintivo. La piazza, infatti, rappresenta l’unico esempio al mondo di piazza porticata su tutti i quattro lati.

Su di essa compaiono il Duomo ed il Palazzo Municipale, seguiti da eleganti palazzi come Palazzo Vistarini, dimora castellata del XIV secolo, che nel lato verso corso Vittorio Emanuele si trasforma nel settecentesco Palazzo Barni.

Un autentico simbolo della città è il Tempio Civico di Santa Maria Incoronata.

Voluto nel 1487 dai cittadini di Lodi per celebrare un miracolo, custodisce al suo interno uno scrigno rinascimentale che raccoglie opere dal Quattrocento all’Ottocento, tra dorature e affreschi, tavole dipinte e marmi.

Ma Lodi nasconde anche un’anima dallo stile liberty. Una piacevole pedalata tra le vie della città aiuta a scoprire dei raffinati gioielli come Casa Biancardi, un edificio rosso su cui spiccano i bassorilievi di colore bianco-grigio, nella parte superiore delle finestre. Le principali decorazioni Liberty sono il balcone dai motivi floreali e le colonnine portanti.

Poco distante Casa degli Angeli, costruita attorno a un cortile rettangolare porticato e sul suo lato frontale si contano quattro piani, l’ultimo dei quali è un loggiato aperto. Poi Casa Arosio, una delle palazzine più eleganti di Lodi, nata come sede del Cinema Mignon, presenta una facciata con decorazioni pittoriche e scultoree floreali e vetrate colorate di giallo, verde e blu.

Una visita merita anche il Museo della Stampa d’Arte, presso i locali della ex tipografia “Lodigraf”, attiva fino all’inizio degli anni Ottanta del secolo scorso.

Lo spazio espositivo ha mantenuto le caratteristiche architettoniche di una vecchia tipografia ristrutturata e qui ci si può immergere e respirare il profumo della storia della stampa.

Centinaia di reperti, allineati in ampie sale, compongono una delle più pregevoli raccolte di macchine e attrezzature per la stampa presenti in Europa. Un museo vivo che ripercorre le tappe dell’arte della stampa attraverso i secoli e che può trasformarsi in officina creativa, laboratorio didattico sperimentale a disposizione delle scuole, luogo per convegni, mostre temporanee e spazio libero per ogni altra progettualità.

Lodi è anche luogo di eventi come il “Festival della Fotografia Etica” che a ottobre si impossessa della città seguito dalla “Rassegna Gastronomica del Lodigiano”, per gustare zucche e castagne in grandi quantità. Proprio la gastronomia del territorio si presenta con tre ingredienti principali che da sempre caratterizzano la zona come il burro, il formaggio e gli insaccati di maiale.

Una cucina che rispecchia la vocazione agricola del Lodigiano, e i suoi piatti sono frutto della sapiente elaborazione dei prodotti della cascina. Per ogni portata un vino giusto da abbinare e da scoprire percorrendo la Strada del Vino San Colombano e dei Sapori Lodigiani.

Un dolce assolutamente da non perdere è la Tortionata, che più caratterizza il territorio lodigiano.

Una torta friabile a base di mandorle e burro, figlia di un’antica ricetta tramandata da generazioni e ancora oggi molto apprezzata dai lodigiani che non dimenticano di portarla sulla propria tavola o di recarla in dono nelle loro trasferte. La degustazione della Tortionata, imbiancata con una spruzzata di zucchero a velo, può essere accompagnata dal moscato o dal malvasia dolce, ma anche da spumante o passito.

Poco distante Sant’Angelo Lodigiano. Qui è obbligatoria la visita al Castello Bolognini. Una fortezza a pianta quadrilatera con tre torrioni angolari e un’imponente torre maestra, leggermente alta 36 metri. Il castello ospita tre musei, il Morando Bolognini, il Museo di Storia dell’Agricoltura e il Museo del Pane.

Il primo dei tre musei del Castello di Sant’Angelo Lodigiano ospita 24 saloni tutti da scoprire. Qui si respira un’atmosfera d’altri tempi, ammirando antichi mobili, quadri e numerosi lavori artigianali in ferro battuto. All’interno della Biblioteca si presentano circa 2000 volumi di argomento scientifico, mentre nell’Armeria si trovano 500 pezzi di varie epoche e provenienze. La visita prosegue al piano superiore dove si accede al Museo del Pane, oppure si può scendere nei sotterranei per scoprire il Museo lombardo di storia dell’agricoltura.

La scoperta della regione prosegue con Pavia.

Alle porte della città ci si imbatte in una perla di rara bellezza, la Certosa di Pavia, uno dei massimi capolavori italiani del Rinascimento. La facciata della Certosa è decorata con una serie di medaglioni che ritraggono personaggi dell’antichità, sia storici che leggendari.  Più in alto si trovano rappresentate le scene della vita di Cristo e dell’Antico Testamento e figure di Santi e Profeti, mentre all’interno della chiesa si può notare l’originaria struttura gotica, ispirata al Duomo di Milano. Il monastero fu fatto costruire da Gian Galeazzo Visconti come cappella di famiglia, collegato al castello tramite il Parco Visconteo.

Proprio il Castello Visconteo è un altro luogo peculiare di Pavia.

Più che una struttura inespugnabile, il castello era sede di una corte colta e raffinata, come testimoniato dal meraviglioso loggiato interno e dalle sale affrescate. Il castello è anche sede dei Musei Civici che comprendono diverse collezioni, tra le quali il Museo Archeologico e Sala Longobarda, la Sezione Romanica e Rinascimentale, la Pinacoteca Malaspina e la Pinacoteca del Seicento e del Settecento. Una volta visitati gli interni non resta che rilassarsi nel parco circostante. In poco tempo si passa dai giardini alla Strada Nuova, pedonale, e passeggiare senza traffico tra viuzze e negozi.

Lungo il corso incontrerete l‘Università, una tra le più antiche d’Europa che ha avuto tra i suoi docenti personaggi illustri come Alessandro Volta e Ugo Foscolo. Proprio a Volta è dedicata la statua presente nella sede dell’ateneo centrale. Secondo una superstizione meglio non salirci sopra, il rischio che si corre è quello di non riuscire mai a laurearsi.

A Pavia è quasi impossibile non imbattersi nel Ponte Coperto, sbucando da una delle molte stradine acciottolate che caratterizzano il centro storico. Il Ponte Coperto, uno dei simboli della città, fu ricostruito nel dopoguerra sul disegno del ponte trecentesco gravemente danneggiato dai bombardamenti. Una struttura dal fascino unico, lunga oltre 200 metri, in cui emozionarsi e passeggiare al tramonto ammirando il profilo della città.

Una particolare sensazione prende forma visitando l’Oltrepò pavese.

Una terra a grande vocazione enogastronomica e seconda area al mondo, dopo la Borgogna, per produzione di vini Pinot nero. La cucina tradizionale è legata ai prodotti del territorio, in particolare ai funghi e alla carne di maiale. Ma lungo questa rotta si incontrano le strade dei sapori dell’Oltrepò per andare a scovare le più rinomate cantine. Ai i prodotti locali si accompagna un’ottima offerta di vini dalla Bonarda, dal Barbera al Riesling o  dal Cabernet  e dal Pinot Nero. Lungo la Strada del Vino e dei Sapori dell’Oltrepò Pavese ci si imbatte in importanti località vinicole tra cui Broni, Stradella e Voghera.

Da Pavia si procede direttamente verso Milano, presentata con una differente narrazione.

Una città introversa che nel tempo si è trasformata nel punto centrale dell’innovazione, della creatività e della sperimentazione. Una metropoli pronta ad essere condivisa da tutti e che offre lo spazio ad idee e progetti che aspettano solo di essere sviluppati.

Un viaggio a bordo dei tram storici di Milano, anche senza una destinazione in particolare, rappresenta l’occasione migliore per apprezzare ancora di più la città, la sua storia e cultura. Seduti su comode poltroncine di legno dei modelli più antichi si osserva un racconto della città offerto dai suoi monumenti storici, dalle piazze, dai viali e dai numerosi scorci che offre.

Proprio tra questi una menzione obbligatoria la merita il Duomo, simbolo della città ed unico edificio in cui lo stile gotico del Nord Europa si fonde con gli elementi lombardi. Sulla guglia maggiore, a 108 metri di altezza, svetta la statua dorata della Madonnina. Dalla Terrazza si possono ammirare i principali edifici del centro storico di Milano, dalla Loggia dei Mercanti al Palazzo della Ragione, da Galleria Vittorio Emanuele ai nuovi grattacieli che hanno ridisegnato la struttura urbana di Milano.

Un’altra pregevole menzione spetta al Castello Sforzesco, a lungo simbolo del potere di signori e padroni stranieri, oggi diventato luogo della cultura. Al piano terreno della Corte Ducale c’è il Museo d’Arte Antica, al primo piano la Pinacoteca, e poi ci sono il Museo degli Strumenti Musicali, il Museo della Preistoria e Protostoria.

A questi due tesori ne segue un altro, la Pinacoteca di Brera.

Ufficialmente istituita nel 1809,il palazzo che oggi la ospita divenne nel 1700 un centro culturale in cui furono esposte opere d’arte a scopo didattico e culturale. Con il tempo la collezione acquistò sempre più peso fino agli anni ’70 del secolo scorso, arricchita da collezioni di sorprendente bellezza di artisti tra i più importanti del primo Novecento, come Modigliani, Morandi, Carrà.

Un altro simbolo della città sono sicuramente i Navigli, che permettevano la navigazione da Milano al lago di Como e hanno un sistema di chiuse progettato nel ‘400 da Leonardo da Vinci, tuttora visibile. La Martesana è uno dei navigli disegnati da Leonardo, conosciuto anche come il naviglio piccolo e va da Porta Nuova al lago di Como.

Oggi lungo la Martesana corre anche una pista ciclabile che permette di pedalare da Milano a Lecco.

In passato i Navigli erano zona di mercatini e botteghe artigianali, mentre oggi raccolgono locali esclusivi e ristoranti. Ma i navigli continuano a rappresentare le arterie vitali della città e del territorio, animate anche dalle attività qui realizzate in ogni periodo dell’anno.

Ma Milano presenta anche piccoli lati nascosti e inaspettati. Uno di questi è il Quadrilatero del Silenzio. Una zona racchiusa da quattro strade, dove andare alla scoperta della massima espressione liberty milanese. Il maestoso arco del Palazzo della Società Buonarroti-Carpaccio–Giotto rappresenta la porta d’ingresso in questo luogo surreale. Circondato da eleganti palazzine liberty, incredibili roseti bianchi che illuminano un luogo che sembra vi non appartenere a Milano. Palazzo Berri Meregalli merita una sosta per ammirare i dettagli e le meraviglie di questo piccolo gioiello a metà tra il neogotico e il liberty.

Un’altra zona particolare di Milano è il Quartiere della Maggiolina.

Anche qui si presentano stradine silenziose in cui si susseguono villette liberty, ma anche qui sembra di non essere a Milano per la presenza di costruzioni molto stravaganti.  Da vedere assolutamente Villa Mirabello, esempio di cascina del Quattrocento, anche se la parte più originale del quartiere si trova in Via Lepanto, nei pressi della ferrovia, dove l’architetto Mario Cavallè riuscì a costruire casette a forma di fungo e di igloo, di cui oggi sono presenti solo pochi esemplari.

Molto suggestivo il Palazzo della Ragione, conosciuto anche come il Telefono di Milano. Il palazzo ha un portico testimone di un fenomeno particolare. Mettendosi all’interno del colonnato col viso rivolto verso la colonna che fa da angolo esterno del palazzo, in direzione Duomo è possibile parlare con un’altra persona che si trova sulla diagonale del primo quadrilatero di colonne. In aggiunta il palazzo è anche sede di interessanti mostre fotografiche.

Da Milano si possono intraprendere due diversi percorsi. Il primo verso Bergamo e Brescia, mentre il secondo in direzione di Monza e la Brianza e delle altre province vicine.

Bergamo, una città divisa in due parti, ma ugualmente splendide tra loro.

Il nucleo antico di Bergamo Bassa è costituito dai suoi borghi come San Leonardo, Pignolo e Santa Caterina. Una passeggiata attraverso queste vie, permette ancora di ammirare botteghe e laboratori dal sapore artigianale e trovare oggetti e capi d’abbigliamento unici e originali.

Borgo Santa Caterina è un piccolo scrigno di grandi meraviglie. Passeggiando per le sue viuzze, ci si immerge in un’atmosfera unica.  Il borgo bergamasco prende il nome proprio dalla Via Santa Caterina, intorno alla quale nasce e si sviluppa l’abitato. Ciò avviene in particolare dal 1390 in poi, quando vennero costruite le cosiddette Muraine, cinta muraria nella Città Bassa

Il quartiere è raggiungibile da più punti di accesso e tante sono inoltre le attrazioni da visitare, a partire dall’Accademia Carrara, riaperta dopo anni di restauri, che possiede ben 1.800 opere che abbracciano un largo arco temporale, dal Rinascimento al Barocco, fino all’Ottocento. Istituita nel 1794 per volontà del Conte Giacomo Carrara, la sede è un maestoso edificio neoclassico che ha ospitato non solo il museo, ma anche la scuola di pittura che nel 1988 è diventata Accademia di Belle Arti legalmente riconosciuta.

Al suo interno opere che portano la firma di artisti del calibro di Botticelli, Bellini, Raffaello, Tiepolo e Canaletto. La Pinacoteca offre durante tutto l’anno una ricca agenda di appuntamenti tra proiezioni, presentazioni di libri, spettacoli teatrali.

Bergamo Bassa ha il suo cuore nel centro Piacentiniano, così chiamato perché progettato agli inizi del Novecento dall’architetto Piacentini.

Passeggiando lungo la via principale, conosciuta come il sentierone, si possono ammirare gli edifici che vi si affacciano,  dal Teatro Donizetti alla chiesa di San Bartolomeo, da piazza Dante alla Torre dei Caduti fino a raggiungere Porta Nuova, punto privilegiato da cui ammirare Città Alta. Si prosegue lungo via XX Settembre fino a raggiungere la chiesa di Sant’Alessandro in Colonna che sorge nel luogo in cui fu martirizzato Sant’Alessandro, patrono della città.

Per raggiungere Bergamo Alta si può utilizzare la funicolare che passa tra le antiche Mura Veneziane. Posta su un colle e racchiusa da una cinta muraria con quattro porte, la Città Alta accoglie con un intrico di cortili nascosti, botteghe artigiane, portici, laboratori dei maestri vetrai e  la bütiga de frér dove si creano capolavori in ferro battuto.

La Corsarola è la passeggiata che attraversa il cuore antico di Bergamo Alta, da piazza Mercato delle Scarpe a Piazza Vecchia, atrio rinascimentale di Città Alta in cui ogni angolo riesce a esaltare tutti gli edifici che la circondano. Piazza Vecchia è anche sede di un appuntamento internazionale di grande richiamo, “I Maestri del Paesaggio”,che accoglie paesaggisti da tutto il mondo, impegnati a progettare per due settimane una piazza verde nel cuore di Città Alta.

Al centro della piazza, la Fontana del Contarini emana ancora la sua bellezza settecentesca, dal colore candido e neutro.

Poco più in là, eleganti palazzi dall’aspetto solenne e imponente, dalla facciata austera del Palazzo della Ragione al bianco smagliante di Palazzo Nuovo.  Da non perdere, la Torre Civica, detta il Campanone, che con i suoi 52 metri di altezza, svetta su tutta la città.

Maestosa e imponente, la Basilica di Santa Maria Maggiore domina Piazza del Duomo, nel cuore di Bergamo Alta. La Basilica di Santa Maria Maggiore fu voluta dai bergamaschi come voto perché la Madonna ponesse fine a un lungo periodo di epidemie L’esterno della Basilica presenta uno stile Romanico, mentre all’interno, le decorazioni sono un trionfo barocco.

Dopo aver visitato entrambe le parti della città non resta che assaggiare i suoi prodotti tipici. La cucina bergamasca è sostanziosa e saporita con ingredienti semplici e grande attenzione alle materie prime. I casoncelli dischi di pasta con un cuore di carne tritata di manzo e maiale serviti con burro fuso insaporito con salvia e pancetta, sono il piatto principe. A seguire lepre in salmì o formaggio d’alpe e i deliziosi salumi, come il salame della bergamasca, la salsiccia e il cotechino.

Sono poi da scoprire le Alpi Orobie, le splendide montagne bergamasche.

Lo si può fare percorrendo itinerari alpinistici ideali in piena sicurezza, dove non sono richieste competenze tecniche, ma un’adeguata preparazione fisica per superare dislivelli di 1000 metri. Diversi sono i percorsi da scoprire, come ad esempio l’aspro Pizzo del Diavolo oppure il dolomitico Pizzo della Presolana, anche detta la “regina” delle Orobie e titolare di un world guinness record per la cordata più lunga del mondo.

Racchiusa dalle Alpi Orobie, la Val Brembana si estende nel cuore dell’alta Lombardia e offre l’opportunità di praticare molteplici sport in tutte le stagioni dell’anno grazie ad impianti di sci alpino, opportunità per praticare alpinismo e arrampicata, tragitti per mountain bike piste per lo sci nordico e ancora canoa e trekking. La regina dello sci bergamasco è certamente Foppolo con le sue 14 piste lunghe più di 40 chilometri e servite da 7 impianti di risalita. Foppolo, insieme a Carona, San Simone, Piazzatorre fanno della Val Brembana un comprensorio sciistico molto importante.

L’altopiano di Piazzatorre Torcole si estende nel cuore delle Alpi Orobie, in alta Valle Brembana ed collegato al comprensorio sciistico di Torcole Ski, a 2000 metri di quota. Gli appassionati di sci avranno a loro disposizione numerosi tracciati di varia lunghezza e difficoltà, tra cui la celebre pista del Bosco, tra le più belle e impegnative di tutta la bergamasca con i suoi quattro chilometri di lunghezza e 700 metri di dislivello. Piazzatorre, lontano dalle località più affollate, è la destinazione ideale per tutti coloro che sono alla ricerca della pace che solo la montagna può regalare, da vivere anche attraverso percorsi di scialpinismo oppure passeggiando nei boschi con le ciaspole ai piedi.

Un altro ambiente pregiato vicino Bergamo è il Lago di Iseo, Qui natura e arte si fondono in maniera armonica.

Uno dei grandi laghi prealpini da scoprire con una gita in battello, per poter godere di una piacevolissima esperienza, esplorandolo da diversi punti di vista e facendo tappa nelle località che più incuriosiscono.

La perla del lago è Montisola, una montagna su un’isola, che divide in due il Lago d’Iseo, la sponda bresciana da quella bergamasca. Uno dei modi più belli di percorrere l’isola è in bicicletta, noleggiabile una volta sbarcati dal traghetto. L’’isola lacustre più grande d’Europa, raggiungibile in battello da tutte le principali località del lago d’Iseo. Nel 2016, per tre settimane, ci si è andati anche a piedi, camminando sui Floating Piers di Christo

A Montisola, si circola solo a piedi, in bicicletta e in autobus.

Qui merita una visita la chiesa di San Michele del XVII secolo. Sono ancora in attività alcuni dei retifici per i quali Monte Isola è famosa nel mondo, così come cantieri dove esperti carpentieri e maestri d’ascia costruiscono a mano le imbarcazioni di legno.

Il Lago d’Iseo, oltre ad essere un’oasi di relax e una meta ideale per chi vuol praticare sport Moltissime sono le opportunità per gli amanti del trekking e della vita all’aria aperta, che possono scegliere tra i molti sentieri che dai borghi in riva al lago salgono fino alle montagne.

Escursionisti esperti possono affrontare percorsi un po’ più impervi, come quelli che portano al Monte Guglielmo, a 1957 metri di altitudine, o percorrere l’Antica Strada Valeriana che dalla frazione di Iseo arriva a Pisogne.

Il lago d’Iseo è anche un’ottima tappa enogastronomica per cui vale la pena fermarsi più di un giorno. Tra pesce e buon vino, c’è molto da scoprire ma soprattutto da mangiare e bere, conoscendo più a fondo il territorio e deliziando il proprio palato.  Ad esempio sardine essiccate, condite con olio, prezzemolo e aglio e accompagnate da polenta sono tra i piatti più tradizionali del lago.

Ecco Brescia, città soprannominata Leonessa d’Italia per aver resistito agli austriaci durante il 1849.

Questo evento storico viene ricordato nel suo castello, che ospita il Museo del Risorgimento, con uno straordinario patrimonio iconografico e una sezione dedicata proprio alle Dieci Giornate, e quello delle Armi, con una ricca raccolta di armature.

Il Castello di Brescia si trova sul colle Cidneo e costituisce uno dei più affascinanti complessi fortificati d’Italia, in cui si leggono ancora i segni delle diverse dominazioni. Oggi si offre alle passeggiate dei visitatori, che dal cuore della città vecchia possono accedere alla sommità del colle attraverso il percorso di Contrada Sant’Urbano.

Al suo interno il Castello sorprende con stradine ricche di mistero, ambienti nascosti e un panorama fra i più coinvolgenti, che abbraccia l’intero centro abitato. Sono molto suggestivi il giro delle torri e la Strada del soccorso, una via di fuga viscontea che ha segnato gli assedi che si sono verificati nella storia della città.

Alle pendici del colle Cidneo è possibile ammirare i resti di alcuni dei principali monumenti della Brixia di età romana.

Nel centro cittadino si scopre il Parco Archeologico, un percorso unico di oltre quattromila metri quadrati, testimone dell’importanza di Brescia che in età romana era una delle città più significative dell’Italia settentrionale, situata lungo la cosiddetta via Gallica.

Una grande ricchezza cittadina è rappresentata dal Museo di Santa Giulia. Unico in Italia e in Europa per concezione espositiva e per sede, il Museo è allestito all’interno del monastero di Santa Giulia, inserito nel più antico monastero benedettino femminile di San Salvatore. Qui si compie un vero e proprio viaggio attraverso la storia, l’arte e la spiritualità di Brescia dall’età preistorica fino al Settecento.

Ma a Brescia si può anche vivere una città teatro. Questo avviene a settembre durante la “Festa dell’Opera” che porta il melodramma nelle strade della città, in teatro e nei luoghi più antichi, nei ristoranti e nei cortili, ma anche nei musei e nelle fabbriche. Una festa colta e popolare per la regia del Teatro Grande, tempio italiano della lirica

E non si può dimenticare un altro evento fondamentale nella seconda metà di maggio.

Una delle gare più belle del mondo, la “Mille Miglia”, ovvero Brescia-Roma, andata e ritorno. Un appuntamento fisso dal 1927 con 450 vetture d’epoca da quarantuno Paesi, tra motori ed elegante mondanità. Chi non può assistervi ha comunque la possibilità di visitare il Museo Mille Miglia a Santa Eufemia della Fonte.

La maggior parte dei tesori sono raccolti nell’area vicina alla città di Brescia, tra valli dalle identità uniche, colline in cui regnano le bollicine e laghi dal fascino incantevole. Proprio la Val Camonica, una tra le valli più rinomate d’Italia, presenta un territorio caratterizzato dalla varietà di paesaggi con grandi boschi, sentieri e rifugi che attraggono gli sportivi e tutti coloro che cercano nella vacanza anche bellezza e relax.

In Val Camonica si trovano alcune tra le più rinomate stazioni sciistiche come Ponte di Legno, Corteno-Aprica e Borno.

ùIn inverno qui si praticano la maggior parte delle attività sulla neve, sleddog, ciaspole, pattinaggio sul ghiaccio, ma anche trekking e arrampicata. Inoltre, è possibile praticare sci primaverile, solitamente fino ai primi di giugno, salendo sul ghiacciaio del Presena.

La Val Camonica presenta anche un ricco patrimonio storico artistico che comprende le famose pitture rupestri, che narrano l’affascinante storia dei Camuni, popolo che si insediò in questa valle intorno all’8.000 a.C. La Val Camonica è un luogo di grande spiritualità e sincera devozione. Percorsa per tutta la sua lunghezza da una fitta presenza di chiese, eremi e santuari reca i segni della fede anche nelle vite dei Santi e dei Beati che hanno intrecciato i loro destini con quello di questo territorio.

Nei dintorni di Brescia si sviluppa anche un’altra zona di grande importanza, ovvero la Franciacorta.

Una terra di mezzo tra pianura e Prealpi, dove le bollicine sono protagoniste. In Franciacorta, infatti, si produce il primo Metodo Classico italiano ad aver avuto la classificazione DOCG, con l’uva delle viti di Pinot Nero, Pinot bianco e Chardonnay.

Le dolci colline della Franciacorta sono perfettamente organizzate per accogliere i turisti amanti del buon cibo e che vogliono scoprirla tramite vie secondarie o piste ciclabili, incrociando trattori e contadini e godendo della semplice grazia dei vigneti perfettamente curati.

Il vino Franciacorta e la sua regione sono storicamente ispirati allo Champagne, dal metodo di produzione all’eliminazione della parola spumante dell’etichetta, inserendo invece, il nome della zona di produzione. Oggi, però, questo nettare delizioso è un prodotto peculiare ed unico nel suo genere.

L’area bresciana disegna anche la sponda lombarda del Lago di Garda, stretto tra pianura e montagna.

Qui le limonaie colorano il paesaggio e lo inebriano con i loro profumi, mentre la coltivazione dell’ulivo raggiunge la sua latitudine più settentrionale. Il viaggio nel gusto del Lago di Garda prosegue nella soleggiata riviera.

Circondato da montagne a nord ed abbracciato a sud dalle colline moreniche, il lago rappresenta un ideale punto d’incontro tra le Alpi e il Mediterraneo. Pesce, olio d’oliva, vino e agrumi sono elementi che fanno riscoprirei sapori del Mediterraneo, mentre nei salumi, nei formaggi e nella selvaggina si ritrova il gusto definito delle Alpi.

In questa zona il lago è percorso dalla Gardesana occidentale, strada costiera che tocca le mete più note.

Tra queste Desenzano, da visitare partendo dal Castello che domina il borgo. Originariamente eretto per difendersi dalle invasioni barbariche, ora è una terrazza con vista sul lago e le colline circostanti.

Passeggiando per le vie del centro ci si lascia incantare da Piazza Malavezzi e si visita il Duomo, una tra le più importanti opere rinascimentali della provincia di Brescia. All’interno è conservata “L’ultima cena”, celebre opera del Tiepolo. Altro luogo da non perdere è il Porto Vecchio, costruito nel 1200 come area di mercato del grano all’epoca della Repubblica Veneta.

Sirmione è un’altra località incantevole sul Lago di Garda.

L’ingresso al centro storico di Sirmione è rappresentato dalla Rocca Scaligera, uno dei castelli italiani meglio conservati dotato di una darsena che costituisce un raro esempio di fortificazione destinata a uso portuale. Una passeggiata sui camminamenti di ronda delle mura è’ consigliata, così come salire in cima al mastio, la torre più alta della fortezza.

Nella parte occidentale di Sirmione si trova il celebre centro termale, conosciuto per le proprietà curative e terapeutiche delle sue acque e da cui si gode di una vista spettacolare. Proseguendo la visita, in un’eccezionale posizione panoramica, si trovano i resti di una sontuosa villa romana, le Grotte di Catullo.

Lo stato di conservazione degli antichi ruderi li fanno assomigliare a un sito di cavità naturali dedicate al poeta latino che celebrò la bellezza di Sirmione. Le Grotte di Catullo si raggiungono a piedi con una camminata di circa un chilometro attraverso il centro storico e l’ultimo tratto della penisola.

Il secondo percorso che ha come punto di partenza Milano conduce alla scoperta di Monza e della Brianza.  

Un territorio ricco di cultura, tra ville di delizia, palazzi nobiliari, antiche chiese e monasteri dalla millenaria tradizione. Attorno al percorso del fiume Adda e del fiume Lambro si sono sviluppate grandi aree naturali che rappresentano veri e propri “polmoni verdi”.

Si può iniziare la scoperta di questa zona partendo con una passeggiata nel Parco di Monza, uno dei parchi recintati più grandi d’Europa e il gioiello verde della città con la sua estensione di quasi 700 ettari. Palestra ideale per gli amanti dello sport all’aperto con percorsi che si sviluppano lungo viali alberati.

All’interno dell’area si trovano numerosi edifici di notevole interesse, tra cui Villa Mirabello e Villa Mirabellino, residenze della famiglia Durini tra Seicento e Settecento. Da vedere anche il Padiglione Cavriga, un edificio in stile neoclassico a forma di tempio. Tante le cascine sparse per il Parco, come la Cascina Frutteto, oggi sede della Scuola di Agraria, e la Cascina San Fedele con la sua bellissima facciata neogotica.

Proprio all’interno del Parco si trova il celebre Autodromo Nazionale Monza, uno dei circuiti permanenti più antichi al mondo e durante tutto l’anno il suo tracciato è solcato da auto d’epoca e da corsa. Il più importante evento è indubbiamente il Formula 1 Gran Premio d’Italia, che qui si corre dal 1922.

Un’altra meraviglia sia paesaggistica che architettonica è la Villa Reale di Monza.

Una reggia nel verde, un elegante edificio a ferro di cavallo in stile neoclassico con settecento stanze, voluta nel Settecento da Ferdinando d’Asburgo come residenza di campagna, è un autentico capolavoro realizzato da Giuseppe Piermarini, l’architetto di Palazzo Belgioioso e del Teatro alla Scala di Milano.

La visita alla Villa parte dal Primo Piano Nobile dove si trovano le Sale di Rappresentanza, tra queste la meravigliosa Sala da ballo dalle eleganti specchiature a finto marmo. Sempre al Primo Piano Nobile, si aprono i raffinati ambienti dell’appartamento reale.

Al Secondo Piano Nobile si trovano, invece, gli appartamenti privati degli ospiti. A queste sale si accede dallo scalone d’onore. La visita si conclude al Belvedere dell’ultimo piano, con vista emozionante sul parco.

Come la villa, anche i Giardini della Reggia di Monza, in stile inglese, meritano una visita.

Con una superficie di circa 40 ettari, ospitano una grande varietà di alberi ultrasecolari chiamati Giganti Verdi. Un altro punto di interesse all’interno dei Giardini è il Roseto Niso Fumagalli, adagiato su un terreno ondulato, con uno stupendo laghetto.

Custode di arte e storia è invece il Duomo, voluto dalla regina longobarda Teodolinda. Tra i suoi tesori unici, la Corona Ferrea simbolo del potere regale, custodita nella preziosa Cappella della Regina, a fianco all’altare maggiore del Duomo, e si dice che al suo interno conservi uno dei chiodi della croce di Cristo.

All’interno del Duomo, oggi si trova un museo che custodisce un tesoro di inestimabile valore e che comprende quattordici secoli d’arte e di storia tra capolavori unici al mondo. Cuore della collezione è il Tesoro longobardo, straordinario patrimonio di reliquie e oreficerie che sovrani e arcivescovi donarono alla basilica di Monza tra il VII e l’XI secolo.

A breve distanza la nuova sede dei Musei Civici di Monza con 140 opere che raccontano la storia della città, ospitati nel complesso architettonico medievale, che fu Casa degli Umiliati. Il percorso espositivo del museo si sviluppa su due piani in circa 900 metri quadri di spazi e consente di ammirare opere sorprendenti che illustrano le vicende della città, dall’antichità ai giorni nostri, tra reperti archeologici, vestigia medievali, dipinti e sculture.

Nel centro della città sorge il magnifico Arengario, un altro edificio simbolo di Monza.

Eretto alla fine del XIII secolo rappresenta la contrapposizione tra i poteri religioso e civile. L’Arengario, infatti, è l’antico Palazzo comunale che con i suoi portici un tempo accoglieva una parte del mercato coperto. Molto caratteristico il balconcino sul lato sud del palazzo, chiamato in dialetto monzese “Parléra”, dal quale venivano letti al popolo i decreti del Comune

Oggi si può godere appieno del suo fascino e immergersi nella sua atmosfera medievale semplicemente passeggiando per la città oppure partecipando ai numerosi eventi, mostre o esposizioni ospitati all’interno durante tutto l’anno

La cucina brianzola nonostante sia definita povera, annovera un ricco repertorio di salumi come la murtadèla brianzola (mortadella di fegato), i nervitt (nervetti ricavati dai piedini di vitello poi bolliti, disossati e affettati finemente), la busecca, la cassoeula, gli ossibuchi, i formaggi caprini, e la Torta paesana della Brianza, dolce tipico delle feste patronali dei paesi brianzoli.

Fuori porta, basta seguire il corso del fiume Lambro, ideale in bicicletta, per incontrare piccoli centri della Brianza come Cesano Maderno.

Le fortune di questa località sono legate a quelle della famiglia Arese, a cui si deve la costruzione, del bellissimo Palazzo Arese Borromeo, circondato da un grande parco. Si trova nel cuore del centro storico ed è una maestosa residenza signorile, tra le più belle della Lombardia, costruito a metà Seicento per volere del conte Bartolomeo Arese. Dietro alla sobria facciata, nelle sale interne si presentano bellissimi affreschi, mentre alle spalle del palazzo si apre un incantevole parco all’italiana, con viali prospettici, statue e fontane.

Un’altra elegante dimora è Palazzo Arese Jacini, oggi sede del municipio. La facciata, su cui si trovano due torrette ottagonali, si caratterizza per i bei balconi in ferro battuto e le finestre contornate in pietra che si affacciano sulla piazza antistante. All’interno del palazzo, i locali hanno pregiati soffitti di legno e sicuramente da non perdere la collezione di opere d’arte risalenti al XVII e XVIII secolo.

Collegato a Palazzo Arese Jacini da un portale ad arco ecco l’Oratorio della Beata Vergine del Transito, uno degli edifici religiosi più importanti di Cesano Maderno. La piccola chiesa, dalla pianta longitudinale a navata unica, sorge al centro di Piazza Arese.

Seguono due testimonianze uniche del piccolo comune brianzolo.

La prima è la Palazzina, la casa più antica di Cesano Maderno, considerata un vero e proprio simbolo della città. Risale al Quattrocento, costruita in mattoni e pietre miste e si trova esattamente davanti all’ingresso sud dei Giardini di Palazzo Arese Borromeo.

La seconda è il Torrazzo, unica prova rimasta del complesso difensivo di torri e mura che in epoca medievale correvano parallele al fiume Seveso nel cuore della città. Alta poco più di 15 metri, la massiccia torre ha la forma di un parallelepipedo con una base quadrata di circa sei metri di lato.

Il territorio di Cesano Maderno fa parte del grande Parco delle Groane un corridoio verde che da Milano attraversa tutta la Brianza monzese fino a toccare Como. Su una superficie di circa 100 ettari tra boschi, brughiere e zone umide si estende l’Oasi di Cesano Maderno, tra le più importanti aree naturali attraversata da più di quattro chilometri di sentieri da percorrere a piedi o in bici.

Da qui si procede per Varese, introdotta dai parchi che circondano le ville della città.

Prima fra tutte il Palazzo Estense, definito la “piccola Versailles di Milano” da Giacomo Leopardi che rimase incantato dalla sua bellezza. Uno spettacolare viaggio nel Settecento conduce nelle sale interne del palazzo in cui sono da ammirarne le decorazioni con stucchi realizzati ad arte, ma soprattutto il bellissimo Salone d’onore.

Il giardino, che si unisce a quello di Villa Mirabello, è caratterizzato da viali, aiuole e da una grande vasca circolare. Ogni estate viene illuminato in occasione dello spettacolo “Suoni e luci“, mentre oggi è sede del Comune e della Biblioteca Civica.

La Basilica di San Vittore costituisce con la torre campanaria ed il Battistero di San Giovanni il cuore religioso di Varese. L’attuale edificio è il risultato di interventi diversi avvenuti in tre momenti successivi che hanno portato all’attuale facciata neoclassica.

Una scala di 80 gradini, sale dalla costa, mentre un’altra di 268 gradini scende dal piazzale sovrastante. Si presenta così uno dei luoghi più affascinanti del Lago Maggiore, ovvero il Monastero o Eremo di Santa Caterina del Sasso.

L’edificio è composto da tre zone, il convento meridionale, il conventino e la chiesa.

Arrivando all’eremo si viene accolti da un lungo corridoio delimitato da archi a tutto sesto, con colonne in granito, che costeggiano il convento meridionale.

Proseguendo, il conventino è situato di fronte al cortile del torchio, ed è arricchito da un porticato ad archi acuti. Al piano terra si trova il refettorio e al primo piano sono situate le celle dei frati, mentre il cortile più interno si apre sulla piccola chiesa affiancata dal campanile trecentesco. Grazie alla particolare posizione, ai luoghi suggestivi e alla vista unica sul Lago Maggiore, il Monastero di Santa Caterina del Sasso sembra davvero creato per ritrovare la propria pace interiore e far respirare la tranquillità.

Restando in tema di spiritualità si visita il Santuario del Sacro Monte di Varese, che con il suo percorso seicentesco e il borgo di Santa Maria del Monte, è orgoglio della città e della Lombardia. Si può raggiungere sia a piedi che con i mezzi ammirando le quattordici le cappelle che accompagnano la salita. Sono tutte dedicate ai misteri del Rosario e sono delle opere artistiche eccezionali.

Ognuna ha una propria architettura che conserva all’interno sculture e dipinti. Superata l’ultima cappella ci si ritrova davanti alla salita che porta al Santuario e al borgo di Santa Maria del Monte. Qui si viene accolti da un’enorme statua di Mosè e salendo la scalinata si arriva nel Santuario, dopo aver fatto tappa alla terrazza panoramica.

Il Sacro Monte, infatti, è inserito in uno spettacolare scenario naturalistico. Collocato su una collina alle spalle di Varese, nelle belle giornate è possibile ammirare da qui buona parte della Pianura Padana e le montagne lombarde fino a quelle della Valtellina.

Altro importante edificio di Varese è il Castello Masnago.

Un complesso architettonico di epoche diverse, dal Medioevo al Settecento. La torre e gli splendidi interni affrescati hanno reso la fortezza medievale più simile ad una residenza signorile che a un edificio difensivo. Conosciuto principalmente per i cicli di affreschi della Sala degli Svaghi e della Sala dei Vizi e delle Virtù, oggi è sede di alcune delle collezioni storico-artistiche permanenti, dove sono raccolte opere dei più importanti pittori lombardi moderni, tra cui Hayez, Bertini e Pellizza da Volpedo.

Un giro per il lago di Varese è un’esperienza da compiere sia a piedi che in bicicletta. Un percorso vario e suggestivo che alterna prati e boschi, acqua e montagne. Si scopre così il parco regionale Campo dei Fiori, un paradiso per gli amanti della natura, con il suo reticolo di sentieri, tra cui il sentiero del Giubileo che ripercorre gli antichi itinerari dei pellegrini che dal nord Europa andavano verso Roma, oppure la via Verde Varesina, un itinerario di trekking che permette di visitare in più giorni i laghi e le Prealpi.

Arrivando a Como si percepisce da subito il grande legame della città con il fisico inventore della pila Alessandro Volta.

Questo è testimoniato in primo luogo dal Tempio Voltiano. Un piccolo pantheon sulle sponde del lago di Como dedicato a Volta. All’interno del tempio è allestito un piccolo museo dove sono esposti vari cimeli e busti del fisico italiano Alessandro Volta, ma anche lettere, documenti, ritratti e apparecchiature scientifiche.

A rendere ancora più evidente la relazione della città con la luce è l’installazione The Life Electric, di Daniel Libeskind. Anche questo è un monumento in onore di Alessandro Volta e sorge al centro del primo bacino del lago di Como. Alto oltre 16 metri, ha la forma di due sinusoidi che si contrappongono e si ispira alla tensione elettrica tra due poli di una batteria, il grande dono di Volta all’umanità.

Dentro le mura, Como svela i portici e le case rinascimentali con le travi a vista di Piazza San Fedele, e il bel Duomo, con la facciata tardo-gotica e la cupola di Filippo Juvarra. Ogni sabato proprio Piazza San Fedele si anima con gli attesi mercatini d’antiquariato e dell’artigianato. Nel cuore del centro storico di Como, tra case cinquecentesche con struttura a graticcio, la bellissima Basilica di San Fedele, porticati ad archi e negozi all’ultima moda, gli appassionati di antiquariato, i collezionisti e tutti coloro che apprezzano i prodotti artigianali, possono curiosare tra le bancarelle degli espositori alla ricerca di rarità e novità.

Il caratteristico percorso del Chilometro della Conoscenza è un tratto della sponda occidentale del Lago di Como che da Villa Olmo, uno dei simboli della città, imponente edificio neoclassico settecentesco, arriva fino a Villa del Grumello e a Villa Sucota.

Un percorso naturalistico che riunisce 17 ettari di parchi secolari di rara bellezza e pregio paesaggistico ma anche un raro esempio culturale e storico-artistico, basato sulla creatività e sulla condivisione di iniziative imprenditoriali, di alta formazione e di ricerca scientifica.

Non resta quindi che prendere il battello per Cernobbio e ammirare Como dal suo lago.

Una località ricca di splendide ville, tra cui la più conosciuta è Villa d’Este, costruita a fine Cinquecento per un eminente cardinale comasco.

Villa Bernasconi, invece, è un gioiello Liberty ora visitabile con un nuovo approccio museale. La villa stessa si racconta e conduce i visitatori lungo un itinerario alla scoperta della sua storia e delle persone che vi hanno abitato dal 1906 ad oggi. Non si tratta di un museo nel senso tradizionale del termine, ma di un’esperienza fatta di suggestioni e connessioni guidate.

Altra villa celebre e raffinata è Villa Erba, oggi centro congressi. Oltre ad arte e cultura, il borgo di Cernobbio offre un panorama suggestivo e un ambiente rilassante, a misura d’uomo, ideale per chi voglia passare delle giornate serene e piacevoli.

L’area nei dintorni di Como viene anche definita “Regione dei laghi”, una delle aree con più bacini naturali d’acqua dolce in tutta Europa.

Le zone che circondano il Lago Maggiore, quello di Varese e il Lago di Como sono un continuo saliscendi in mezzo alla natura e cime innevate a fare da contorno.

Gli appassionati delle passeggiate possono apprezzare itinerari come la Strada Regia tra Como e Bellagio, il Sentiero del Viandante lungo la sponda orientale del Lago di Como e la Via dei Monti Lariani, percorso escursionistico che da Cernobbio collega località lungo le montagne della sponda occidentale

Dal lago alla tavola. Pesci d’acqua dolce come l’agone che, essiccato e salato secondo una tradizione secolare, diventa il missoltino che si serve accompagnato da polenta e vino rosso per onorare il suo sapore deciso, da un Domasino ottenuto da uve Sangiovese oppure il Rosseio, vitigno autoctono dalla bassa produzione

Ma spazio anche ad altri piatti tipici come la cassoeula, specialità a base di verza e delle parti meno nobili del maiale, incluse orecchie, piedini e muso. Altro piatto da assaggiare è il brüscitt, trito di carne di manzo tagliato al coltello e rosolato in padella con burro, lardo, aglio e finocchietto selvatico e sfumato con vino rosso, da servire con la polenta.

La città di Lecco, invece, si presenta con un forte legame letterario, quello con Alessandro Manzoni e i Promessi Sposi.

Il luogo dove storia e letteratura si incontrano è Villa Manzoni, la dimora neoclassica di famiglia del grande scrittore, tesoro di manoscritti, dipinti, arredi. Qui si viene ricondotti anche ad atmosfere uniche grazie alla vista, bordo lago, delle Lucie, le barche in legno di castagno, a remi, a fondo piatto, ribattezzate nel nome della promessa sposa dell’affresco manzoniano.

Ma Villa Manzoni è anche il punto di partenza del celebre Itinerario Manzoniano sulle tracce dei Promessi Sposi.  A questa segue una visita al borgo di Pescarenico, con le sue viuzze e le case addossate le une alle altre, dove meritano una visita anche la chiesa e l’ex convento dei Cappuccini. A questi si aggiungono i rioni di Olate, ritenuto il paesello natale di Lucia, e di Acquate, luogo di provenienza di Renzo. Il percorso si conclude con una visita alla fortezza arroccata sopra Somasca, che potrebbe corrispondere alla Rocca dell’Innominato, dalla quale ancora oggi si gode di una vista mozzafiato sul Lago di Garlate.

Lecco, però, presenta altre particolari bellezze.

Una di queste è il Campanile della Basilica di San Nicolò, un gigantesco “matitone” che svetta dalla riva del Lago verso il cielo. Un punto di riferimento speciale per chi passeggia tra le vie della città, ma anche uno dei punti panoramici più belli della zona. Dalla sua cima si osserva in un unico sguardo la città, il lago e le montagne.

A questo segue Palazzo Belgiojoso, una splendida residenza del Settecento che ospita quattro musei, il Museo di Storia Naturale, il Museo Archeologico, il Planetario Civico e il Museo di Storia. Questo complesso museale articolato permette così ai visitatori di scoprire diversi aspetti della Storia di Lecco che si svolge attraverso le epoche.

A Palazzo delle Paure, nell’Osservatorio Alpinistico Lecchese, una palestra di arrampicata, plastici e schermi interattivi raccontano il profondo legame della cittadina con le sue montagne, il Monte San Martino, nel gruppo delle Grigne delle Alpi Orobie, e il Resegone, l’emblema roccioso della città di Lecco, che con i suoi 1875 metri di altezza resta impresso nella mente per la sua caratteristica forma a sega dentata.

Il Resegone, montagna simbolo delle Prealpi lecchesi, offre la possibilità di vivere qualche giorno di vacanza sia alle famiglie e agli escursionisti meno esperti che agli amanti dell’alpinismo, grazie a una serie di sentieri facili da percorrere e a tracciati più impegnativi. Una funivia, situata alle spalle di Lecco, porta in soli 5 minuti ai Piani d’Erna a 1300 metri, balcone naturale posto ai piedi del Resegone.

All’interno dell’area vengono offerte molteplici possibilità di trekking, un panorama mozzafiato, rifugi e punti di ristoro.

I Piani d’Erna rappresentano un punto di arrivo per gite adatte anche alle famiglie e sono un punto di partenza per varie escursioni, tra cui quelle lungo il Sentiero Natura, al rifugio Stoppani e al rifugio Alpinisti Monzesi sono alla portata di tutti, mentre più impegnativo è il sentiero delle Creste. Ai Piani d’Erna merita una visita il Percorso Polisensoriale, è utile per conoscere la natura attraverso i cinque sensi. Qui, infatti si possono toccare con mani e piedi gli elementi della natura e si possono osservare gli animali che la popolano.

Due gli appuntamenti da non perdere.

Nel mese di giugno, i ben allenati possono salire a passo svelto dal lago alla vetta durante la Resegup, celebre skyrace lecchese. A luglio, si può dare l’Assalto al Resegone per raggiungere il Rifugio Azzoni a 1875 metri con un panorama mozzafiato che spazia su tutto l’Arco Alpino, fino agli Appennini.

Il territorio lecchese presenta un’offerta culinaria ben caratterizzata a seconda dell’area geografica. La cucina di lago ha il pesce come suo naturale protagonista. Il risotto con i filetti di pesce persico figura tra i più comuni, ma altrettanto numerosi sono i piatti a base di pesce nella cucina locale.

Nelle valli e in montagna si degusta una cucina basata sulla polenta che accompagna piatti di selvaggina o rustiche tagliate di formaggio. La Valsassina eccelle nella produzione casearia grazie ai pascoli e alle grotte che in ogni stagione mantengono temperatura e grado d’umidità costanti, adatte per la stagionatura del formaggio. Rinomata è anche la produzione di miele, sia quello di castagno, forte e penetrante, che quello di acacia, molto più leggero.

Sulla sponda orientale del lago di Como ecco Varenna.

Caratteristico borgo di pescatori, da scoprire lentamente, passeggiando sul lungolago per ammirare i riflessi dell’acqua e le facciate delle case variopinte.

Il borgo si presenta come un groviglio di vie e vicoli che scendono ripidi verso il Lago di Como. Edificio religioso importante è la parrocchiale di San Giorgio, la cui facciata è arricchita da un grande affresco raffigurante San Cristoforo.

Dalla chiesa di San Giorgio, proseguendo lungo via IV Novembre, si incontra Villa Isimbrandi o dei Cipressi, oggi una struttura ricettiva, con il suo giardino e le terrazze dove vivono piante di rara bellezza. Poco oltre si trova Villa Monastero, un tempo luogo di ritiro spirituale delle suore cistercensi di Santa Maria Maddalena, che conserva sculture importanti tra le quali spicca la Clemenza di Tito, ultima opera incompiuta di Giovan Battista Comolli in un giardino botanico tra i più belli del Lago di Como.

Dal borgo di Varenna si più raggiungere la vicina frazione di Fiumelatte che prende il nome da un breve torrente che presenta, oltre al color latte dovuto alla foga dell’acqua, un’altra curiosa caratteristica. Il torrente sgorga a primavera, nella seconda metà di marzo, e scompare quasi improvvisamente dopo sei mesi. A dominare il borgo le rovine del Castello di Vezio, uno dei principali punti di segnalazione del lago con una torre quadrata difesa da una cerchia murata.

Si arriva in Valtellina e Sondrio rende questo luogo ancora più prezioso.

Tra le vie si può tornare indietro nel tempo e scoprire nei palazzi del centro storico uno spaccato dell’antica vita cittadina, attraverso le antiche stüe in legno di cembro, cuore delle case alpine. A queste si interfaccia Castel Masegra, poderosa struttura di origini medievale che al suo interno custodisce i vivaci affreschi allegorici della Camera Picta e della Torre Colombaia, dove ci si ritrova proiettati fra gli eroi cristiani e i condottieri saraceni raccontati nell’Orlando Furioso, poema cinquecentesco dell’Ariosto.

A Sondrio Piazza Garibaldi deve il suo nome alla statua dell’eroe dell’Unità d’Italia, eretta nella piazza nel 1909, in sostituzione del monumento intitolato all’imperatore Francesco I d’Austria. La statua dell’eroe, alta 3,60 metri, si erge sul suo basamento di pietra, dominando così l’intera piazza

L’area di Piazza Garibaldi iniziò ad essere urbanizzata verso la fine dell’’Ottocento con l’inaugurazione del Teatro Sociale Pedretti in occasione del carnevale, primo edificio importante ad affacciarsi sulla piazza. Sul lato nord si chiude, infine, con il giardino di Palazzo Martinengo, decorato da mosaici che raffigurano personaggi della storia e dell’arte valtellinese.

A due passi da Sondrio, Palazzo Vertemate Franchi è una delle più affascinanti dimore lombarde del XVI secolo.

Nata ad opera di due fratelli commercianti, nonostante fosse una residenza periferica, fu progettata e realizzata con grande sfarzo. Una visita del palazzo restituisce un’immagine della magnificenza e della bellezza che i due fratelli intesero perseguire, come testimoniano le sale di Giove e Mercurio, la statua di Giunone, la sala di Perseo, in un autentico insieme di volte affrescate e soffitti in legno riccamente decorati.

Dalla graziosa cittadina di Sondrio ci si sposta in Valtellina.

Meta perfetta per chi ama la natura e la buona cucina, famosa per le sue montagne, la Valtellina ha proposte per tutte le stagioni.  In inverno le grandi aree sciistiche rendono felici tutti gli amanti dello sport sulla neve con sci alpino, nordico, snowpark e ciaspolate.

In estate si possono scegliere tra percorsi per il trekking di diversi livelli di difficoltà o tracciati per mountain bike, senza dimenticare le grandi salite che hanno fatto la storia del ciclismo su strada. I più audaci, inoltre, si possono cimentare in escursioni in canoa, rafting o hydrospeed.

Una peculiarità di questa terra è rappresentata dai suoi prodotti. A predominare è il colore rosso. Quello un po’ granata dello Sforzato, principe dei vini di Valtellina, e quello della più dolce delle carni salate, la bresaola. A spezzare questi colori accesi ci pensano i pizzoccheri, le “tagliatelle” di grano saraceno. A questi si aggiunge il Bitto, il formaggio più celebre della valle, i cui segreti sono la lavorazione a caldo e la composizione del latte, che oltre a quello vaccino, presenta anche il latte della capra orobica.

Poi il Casera, formaggio che prende il nome dalla cantina in cui vengono conservate le forme per la stagionatura, perfetto per condire i pizzoccheri e per farcire gli Sciatt, piccole e gustose frittelle di grano saraceno. A fine pasto è da assaggiate una grappa alla frutta o da provare il bràulio, liquore dal gusto gradevolmente amaro che prende il profumo da piante, frutti, radici ed erbe spontanee, raccolti sui monti nell’ambiente incontaminato del Parco Nazionale dello Stelvio.

Proprio in questa provincia si trova uno dei più grandi parchi storici italiani.

Il paesaggio del Parco Nazionale dello Stelvio è formato da maestose creste, verdeggianti praterie d’alta montagna attraversate da torrenti che sgorgano dai ghiacciai perenni. La varietà morfologica del territorio, determinata da importanti dislivelli di altitudine, consente l’esistenza di ampi ecosistemi con numerose specie rare di animali e piante.

Villaggi e masi, sparsi nei fondi valle e sui versanti delle montagne, completano lo scenario e costituiscono affascinanti testimonianze di architettura rurale e sacra. Il Parco dello Stelvio, infatti, può essere vissuto anche come un’eccezionale avventura, con la visita ai centri storici dei suoi paesi, a torri e castelli, a chiese e abbazie.

La Valtellina è stata considerata luogo di benessere fin dai tempi dei Romani che qui trovarono anche l’amata acqua sulfurea per le Terme che, ancora oggi, a Bormio sono una meta da non perdere. La località di Bormio, a 1225 metri di altitudine non è solo celebre per le sorgenti di acque termali che regalano momenti di puro relax.

La sua vicinanza ai Passi alpini dello Stelvio, del Gavia e del Mortirolo rende questa zona perfetta per gli amanti degli sport invernali.

Oltre 50 chilometri di piste perfettamente innevate e la possibilità di praticare lo sci estivo nella suggestiva cornice del Passo dello Stelvio sono delle occasioni ideali. Ma Bormio è anche un vero paradiso per gli amanti delle due ruote, dove sono state scritte importanti pagine del ciclismo.

Anche il centro storico della cittadina merita una visita. Passeggiando tra i vicoli e le viuzze del centro storico si scopre un gioiellino dove resti medievali si mischiano a quelli del XVI secolo, in cui poter incontrare numerosi edifici civili, religiosi e il Kuerc, particolare tettoia ad anfiteatro simbolo del paese.

L’itinerario in Lombardia si conclude a Livigno, perla dell’Alta Valtellina situata tra lo Stelvio e l’Engadina, quasi al confine con la Svizzera.

Tra le più rinomate stazioni invernali d’Europa, offre attività sportive e shopping all’aria aperta e circondato da montagne, tra boutique esclusive e botteghe legate alla tradizione. Gli appassionati dello sci alpino possono scendere su piste che si estendono per oltre cento chilometri, con vari livelli di difficoltà, dai 1800 ai 2900 metri di quota.

In valle, invece, trenta chilometri di piste soleggiate attendono gli appassionati dello sci di fondo, con percorsi semplici o più impegnativi. Livigno è una meta ambita anche dagli snowboarder e dai freestyler, compresi quelli che desiderano avvicinarsi a questo sport ed è inoltre, il palcoscenico della Maratona Internazionale di Gran Fondo, la “Sgambeda”,

Chiunque sia alla ricerca del contatto con la natura incontaminata può scegliere di fare passeggiate con le ciaspole, qui chiamate “drezola”, oppure scegliere la disciplina dello Scialpinismo, del Nordic Walking o dell’arrampicata sulle cascate di ghiaccio.

Chi vuole scoprire le antiche tradizioni di questa località può invece visitare il MUS.

Un museo che si pone l’obiettivo di aiutare a comprendere il passato di Livigno e le dinamiche che l’hanno portato all’attuale presente. L’edificio che ospita il museo risale alla fine del ‘700 e presenta alcuni elementi tipici delle case tradizionali di Livigno, come la sc’tua, la cucina con il cendré (focolare) e il locale per la lavorazione del latte, ma anche caratteristiche particolari, come l’uso massiccio della pietra rispetto al tradizionale legno.

Nel museo sono esposti utensili e attrezzi da lavoro che raccontano le radici contadine di questa valle. Le ricostruzioni fedeli degli ambienti originali permettono di respirare la vita quotidiana di un tempo quali l’arte del riciclaggio, la lavorazione del latte e delle erbe, la devozione religiosa e le credenze popolari. Al primo piano il contrasto fra tradizione e modernità si fa più evidente. Si raccontano gli aspetti della vita del passato, come i sapori decisi della cucina e la lavorazione della lana, e le dinamiche che hanno portato al presente come il boom turistico e la zona extradoganale.

Alessandro Campa

 

 

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