RICOMINCIO DA TE, ITALIA: ITINERARI DI VIAGGIO, LA SICILIA
La Sicilia come non l’avete mai vista. Un viaggio dei sensi tra storie e popolazioni differenti in un territorio dai vari aspetti
Un desiderio di rinascita. La voglia di ripartire dalle piccole abitudini quotidiane, ma anche di realizzare scelte più ragionate ed impegnative. Tra queste l’organizzazione di un viaggio, di una vacanza o di un semplice weekend per staccare la spina.
Quest’anno l’approccio al turismo sarà diverso, ma non per questo meno coinvolgente e stimolante.
Da situazioni difficili, a volte, possono nascere occasioni inaspettate. Ancora di più se si vive in Italia che, con la sua immensa varietà, offre degli scenari incantevoli.
SICILIA
Sicilia, insieme di tante anime, che unite presentano uno dei luoghi più affascinanti d’Italia.
Il percorso sull’isola inizia dalla sua porta d’ingresso. A Messina una passeggiata nell’area storica attorno al Duomo per visitare la Cattedrale e il campanile normanno, alto 60 metri. Alla sua sinistra la Fontana monumentale di Orione, dedicata al fondatore della città e secondo il mito, una delle cinque storiche di Messina.
Messina è ricca di punti panoramici.
Il Santuario di Montalto, edificato sul colle della Capperina. Il Pilone d’acciaio, con vista sui mari Ionio e Tirreno, è ribattezzato la Torre Eiffel di Messina. Situato in località Faro è un monumento storico tutelato di 232 metri di altezza e 1250 scalini su rampe quasi sospese nel vuoto.
Nell’antica contrada di Faro ci si ferma per degustare il Faro Doc, un vino rosso dell’età Micenea, mentre Ganzirri è il luogo ideale per mangiare cozze, datteri, ostriche e vongole. Da provare anche il pitone messinese, un calzone ripieno di verdura scarola, pomodoro, formaggio primo sale ed acciuga.
Scendendo verso il lungomare si osservano le feluche, tipiche imbarcazioni che vanno su e giù per lo Stretto a catturare il pescespada. Un’arte antichissima tramandata da padre in figlio che si pratica da maggio ad agosto. Il porto abbraccia il mare dello stretto e qui si può ammirare la stele a pianta ottagonale della Madonnina del porto, alta 34 metri, che benedice la città e le navi che vi entrano.
Proprio dal porto di Messina si raggiungono le isole Eolie.
Sette isole, tutte di origine vulcanica, ciascuna con la propria identità e il proprio nome. Lipari, Vulcano, Panarea, Salina, Alicudi, Filicudi e Stromboli. Spiagge, calette, insenature, faraglioni e una grande varietà di fondali marini. Sono gli elementi che rappresentano il rapporto intimo con la natura, la terra vulcanica e la sua storia antica.
Per avere una vista completa di tutte le isole che compongono l’arcipelago bisogna salire sul cratere di Vulcano. Un altro panorama è quello dalla Chiesa vecchia di Quattropani a Lipari. Faticosa da raggiungere, ma incantevole la vista che regala su Salina, Filicudi ed Alicudi.
A Panarea si pratica lo snorkeling tra le fumarole sottomarine. Un fenomeno dovuto alla fuoriuscita di gas vulcanici che premono sotto la crosta terrestre ed è frequente nelle aree vulcaniche. Nelle Isole Eolie ve ne sono un po’ ovunque ed è facile osservarle da vicino
Salina, piccolo borgo di pescatori a sud di Santa Marina, invece è il luogo dove assaggiare ”u pani cunzatu” di Lingua, con pesto di capperi, mandorle, melanzane grigliate, cucunci (i frutti del cappero), pomodoro, menta e sopra una montagna di ricotta al forno grattugiata. Poi degustare la Malvasia delle Lipari, un vino passito DOC dolce naturale prodotto esclusivamente nelle isole Eolie. E poi una dolce nota finale con le granite ai gelsi con panna.
Davanti alle isole Eolie, ritornando sulla terraferma, si trova Capo d’Orlando, piccola perla della costa nord siciliana, tra natura e cultura. Una testimonianza è l’Antiquarium comunale “Agatirnide” con numerosi reperti archeologici, dimostrazione che la zona sia stata luogo di insediamento di numerosi popoli nel corso dei secoli.
E poi il sentiero Goletta, un percorso che segue una vecchia mulattiera lunga e larga un chilometro che collega Piazza Tullio Trifilò con la Piazzetta San Gregorio. Un’esperienza tra panorami imperdibili, natura incontaminata e rumore del mare in sottofondo
Ecco poi Palermo con il suo seducente centro storico e con gioielli architettonici come la Cattedrale, la Chiesa di Santa Caterina e la Cappella Palatina, a cui si aggiungono altre particolari attrazioni.
Tra queste le stanze al Genio. Il nome si riferisce alla vicina Fontana del Genio di Palermo, a Piazza Rivoluzione. Un palazzo che già per le scale mostra la ricca pavimentazione e gli affreschi originali della fine del XVIII secolo. Da qui si scopre una collezione unica di oltre duemila mattonelle di maiolica italiane. Tessere di un enorme opera artistica provenienti dal sud Italia che appartengono ad un periodo compreso tra la fine del XVI e gli inizi del XX secolo.
La scoperta della città continua tra gli affascinanti palazzi storici. Un itinerario pedonale che parte da Via Maqueda e illustra le diverse anime di Palermo, quella barocca con Palazzo Comitini e Palazzo Sant’Elia. Quella déco con l’architettura dei primi del ‘900 dell’ex Palazzo delle Ferrovie e quella della belle époque con l’ottocentesco Palazzo Jung e il suo giardino tropicale.
Ma l’anima più profonda della città si ritrova negli antichi mercati.
Da la Vucciria e Ballarò a il Capo e Borgo Vecchio, oggi anche ritrovo serale della movida. Un intreccio di vicoli da attraversare tra sapori, profumi e civiltà diverse. Panelle, arancine, pane con la milza, sfinciuni e polpo bollito sono alcune delle specialità dello street food palermitano.
Alla fine una passeggiata sulla spiaggia di Mondello. Una sabbia abbagliante che si distende su un mare dalle varie tonalità, dal turchese al verde smeraldo. La passeggiata sul lungomare sotto gli alti pini marittimi, tra palme e villette Liberty, fa vivere un’esperienza che resta impressa nella memoria.
Dal porto di Palermo si raggiunge l’isola di Ustica. Una riserva marina come poche nel Mediterraneo, con straordinari fondali, bellissime grotte e calette incantevoli. A partire da Scogli Piatti circondata da uno specchio d’acqua trasparente racchiuso da una scogliera. Punticedda, spiaggia di ciottoli poco frequentata, facilmente raggiungibile, e vicino al villaggio preistorico e ai Faraglioni, le piccole insenature della spiaggia di Curruggio.
Ustica è un paradiso marino per i subacquei.
Nei pressi dello Scoglio del Medico si trova una fauna marina ormai rara nel Mediterraneo, costituita da barracuda, cernie, saraghi e ricciole. Sull’isola è anche possibile fare passeggiate seguendo sentieri circondati dal blu del mare e da magnifici tramonti. I più noti sono il Sentiero di mezzogiorno e il Sentiero del Bosco.
E poi non resta che assaggiare una prelibatezza dell’isola come la gustosa pizza usticese, preparata con salsa di pomodoro, acciughe, aglio e pan grattato.
A pochi chilometri da Palermo una cittadina ricca di storia come Monreale, in cui è ben visibile l’impronta bizantina, spagnola e araba. Merita una visita lo splendido Duomo, una delle opere bizantine più antiche al mondo e i suoi raffinati mosaici che illustrano scene di Antico e Nuovo Testamento. Poi il Belvedere, un giardino dietro il palazzo del municipio, da cui ammirare la vista di Palermo dall’alto.
Si prosegue per Castellamare del Golfo, una città disposta attorno al Castello arabo normanno, costruito sul mare e dal fascino immutato nel tempo. Ma un’altra bellezza del luogo sono le sue spiagge come Cala Petrolo e Cala Marina, non molto lontane dal centro abitato. Ad ovest si trovano le grotte marine, tra le quali appare la grotta di Santa Margherita a cui si accede via mare. Al suo interno affascinanti pareti affrescate di immagini sacre.
Nelle vicinanze Scopello, un borgo seicentesco che si affaccia su un mare trasparente dal quale spuntano due incantevoli faraglioni.
La storia antica del borgo si può ripercorrere visitando l’Antica Tonnara. Una spiaggia da visitare è Cala Mazzo di Sciacca, immersa nella natura, tra il l’azzurro dell’acqua limpida e il verde della vegetazione che la circonda. Si trova vicino alla Riserva naturale dello Zingaro, un paradiso dalla grande varietà di ambienti naturali. Un luogo da percorrere a piedi lungo i sentieri che conducono a spiagge e calette segrete, come Cala Capreria, Cala Beretta e Cala Marinella.
Sempre sulla costa si scopre un tesoro come San Vito lo Capo.
Un bellissimo borgo di casette bianche di pescatori e stradine strette, delimitato da mare cristallino e spiagge incantevoli, come Baia di Santa Margerita e Cala del Bue Marino. A San Vito lo Capo ogni anno si svolge il Cous Cous Fest, un festival in cui questo piatto è l’interprete della convivenza tra cultura maghrebina e siciliana in un incontro di sapori e civiltà.
Poi una passeggiata alla scoperta della Riserva del Monte Cofano in un’area che si trova nel comune di Custonaci. Qui si può visitare anche la Grotta Mangiapane, un piccolissimo villaggio fatto di caratteristiche case color terra, una piccola cappella, alcune stalle e una stradina lastricata. Nel periodo di Natale all’interno della Grotta Mangiapane viene allestito uno dei presepi più belli ed evocativi della Sicilia.
Prima di arrivare a Trapani una tappa a Erice, borgo medievale in pietra a 700 metri sul livello del mare sintesi di arte, storia e paesaggio.
Il Castello di Venere, realizzato dai Normanni, è il simbolo della città, ed è raggiungibile anche attraverso un tortuoso percorso di trekking. Una volta arrivati si gode di un panorama che spazia da Trapani fino alle isole Egadi.
Una pausa per assaggiare la frutta martorana a base di mandorla e dolci tipici come le genovesi ericine, ripiene di crema pasticciera e spolverate con zucchero a velo. Si accompagnano con il liquore Monte Erice, dal caratteristico colore verde. Ai sapori segue una visita per i negozi della città, soffermandosi ad apprezzare la ceramica decorata a mano e i tappeti intrecciati a mano con pezzi di stoffa colorata.
Tra due mari si presenta Trapani, con il suo centro storico in cui è subito evidente il lascito artistico e monumentale delle varie influenze culturali.
La settecentesca Chiesa del Purgatorio custodisce i “Misteri”, gruppi scultorei realizzati da artigiani trapanesi che raccontano la Passione di Cristo. Da questa chiesa ogni Venerdì Santo parte la processione dei Misteri, una delle più antiche manifestazioni religiose d’Italia.
Poi la Torre Ligny, simbolo della città, che si trova sulla punta estrema della costa e ospita il museo della preistoria con la sua collezione di anfore romane ritrovate nel sito archeologico di Trapani.
Dal porto di Trapani si raggiunge l’arcipelago delle Isole Egadi.
Favignana è l’isola maggiore. Il piccolo paese, raccolto intorno al porto, conserva una tradizione legata alla mattanza e alla lavorazione del tonno. Qui si trova la più grande tonnara del Mediterraneo oggi divenuta Museo. Ma anche spiagge e calette. Cala Rossa, solo roccia e mare azzurrissimo. Le Grotte del Bue Marino, in cui per arrivare ad un punto adatto per tuffarsi ci si deve arrampicare tra le pietre di tufo. Scalo cavallo, rocce e sassi con acqua profonda sin da subito, posto ideale per lo snorkeling.
Levanzo, invece è la più piccola delle Egadi, con le sue case candide sul porto. A pochi passi dal paese Cala Fredda, una piccola spiaggia di ciottoli chiari e levigati e poco distante Cala Minnola, vicina ad una pineta con uno scivolo a mare e una spiaggia. Levanzo offre anche un itinerario archeologico subacqueo. Tra Cala Minnola e Punta Altarella, a circa trenta metri di profondità, ci sono i resti di un relitto di nave romana, anfore vinarie e frammenti di vasellame di ceramica risalenti al I secolo a. C.
Marettimo è la più alta e rocciosa delle Egadi, con il suo unico villaggio di pescatori fatto da piccole case strette l’una vicina all’altra. Un’isola silenziosa dove trascorrere le giornate al mare, facendo immersioni avventurose o passeggiando lungo i diversi sentieri che si distendono dal paese. Un luogo perfetto per gli amanti del trekking.
Ma dal porto di Trapani si può partire anche verso Pantelleria.
Isola di origine vulcanica dalla bellezza naturale e selvaggia. I suoi 150 km di percorsi che si snodano su tutto il territorio offrono punti di vista esclusivi sugli splendidi paesaggi.
Tante le attività da fare sull’isola. Trekking o mountain bike tra vigneti, uliveti e terrazzamenti coltivati a capperi. La pescaturismo, escursioni in mare con una barca attrezzata in compagnia di un equipaggio di veri pescatori, da cui apprendere le varie tecniche di pesca. Visita a particolarità rurali come il dammuso, antica costruzione in pietra, a cui si aggiunge il jardinu, porzione di terreno circolare delimitata da muri in pietra lavica dentro la quale si coltivano alberi da frutto protetti.
E poi ci si prende cura di se stessi con vere e proprie vasche termali direttamente nel mare. Cala Nikà, a sud-ovest dell’isola con diverse sorgenti d’acqua calda. Le Terme di Gadi, dove l’acqua raggiunge la temperatura di 60 gradi centigradi, e lo Specchio di Venere, luogo unico ed emozionante.
A Pantelleria viene soddisfatto anche il palato. Da provare i delicati ravioli amari, ripieni di ricotta e foglie di menta ed il profumato pesto pantesco, condimento a base di pomodoro crudo, olio d’oliva, aglio, basilico e peperoncino. Il couscous di pesce sempre accompagnato da una varietà di verdure e legumi. Poi i dolci, gli sfinci, una sorta di frittelle ricoperte di miele, i cassateddri e i pasticciotti. Da aggiungere la visita alle numerose cantine, tra i vitigni e gli eventi che celebrano il vino e il famoso Passito di Pantelleria.
Dopo Trapani, proseguendo lungo la costa occidentale, si incontrano le saline di Marsala.
Si trovano all’interno della Riserva Naturale Orientata Isole dello Stagnone, che si estende nel tratto di mare compreso tra capo San Teodoro e capo Boeo. Comprende quattro isole, Mozia, Isola Grande, Schola e Santa Maria. Una tappa da fare al tramonto, quando l’arancione ed il rosa si specchiano nell’acqua circondati da mulini a vento e dune di sale, disegnando un paesaggio dal carattere veramente emozionante.
Poi si fa tappa a Marsala, con visita alle cantine della città dove assaggiare il buonissimo Marsala doc. Tra quelle consigliate le Cantine storiche di Donnafugata e le cantine Pellegrino. Da vedere anche il Duomo dalla facciata barocca, caratterizzata da due imponenti campanili, e l’insula romana, grande villa testimonianza di architettura antica in città con le sue terme e i suoi mosaici.
Continuando il percorso verso sud si arriva a Mazara del Vallo, una delle città del meridione d’Italia più vicine all’Africa.
La sua unicità viene mostrata dalla Casbah, antico quartiere arabo attraversato da una serie infinita di piccoli cunicoli. La zona è abitata da un’ampia comunità tunisina, che mantiene intatto nel tempo lo stile del quartiere con maioliche e altri elementi decorativi sulle facciate delle case. A questo va aggiunta una visita alla struttura monumentale del Collegio dei Gesuiti, con il suo imponente prospetto barocco. Proprio di fronte al Collegio si trova la Chiesa di Sant’Egidio, che ospita un Museo dedicato alla statua in bronzo del Satiro danzante, uno dei più importanti lasciti dell’epoca classica dell’arte greca.
Per restare in tema di antica Grecia si raggiunge il parco archeologico di Selinunte. Uno dei siti archeologici più grandi e notevoli della Sicilia occidentale costituito da diverse parti con la sua acropoli, i suoi templi e i resti delle antiche abitazioni.
Poco distante, verso l’interno, si trova Sambuca di Sicilia.
Un incantevole borgo dall’eredità mediorientale ancora ben visibile nel quartiere saraceno. Questo si sviluppa intorno ai “setti vaneddi”, i sette vicoli arabi con cortili e archi che mostrano l’incontro tra arte e architettura araba e siciliana. Di origine araba è anche la fortezza di Mazzallakkar, vicino al Lago Arancio, che periodicamente viene sommersa con l’innalzarsi delle acque.
Facendo ritorno sulla costa si visita Sciacca e le sue spiagge come quella di Sovareto, seguita dall’arenile della Torre del Barone. Il centro abitato di Sciacca è situato sopra un terrazzo collinoso che precipita sul mare. Qui si trova il Castello Incantato, un immenso podere, tra mandorli e olivi saraceni, in cui si scorgono subito le opere dell’artista Filippo Bentivegna. Si tratta di teste scolpite nelle pietre e nelle cortecce degli alberi.
Dirigendosi verso Agrigento si incontra la Scala dei Turchi, tra Realmonte e Porto Empedocle.
Un’imponente falesia bianca composta da marna e modellata dagli agenti atmosferici. Un luogo seducente che offre uno spettacolo naturale di incredibile bellezza.
Da Porto Empedocle si parte per le Isole Pelagie, frammenti di terra africana emerse dal Mediterraneo, di cui fanno parte Lampedusa e Linosa. Quest’ultima, la più piccola, si mostra con rocce che sembrano un’esplosione di lava, mentre le spiagge scoscese presentano un mare verdissimo in cui immergersi e scoprire i fondali.
Lampedusa, un pezzetto di terra in mezzo al mare. Un’isola piccola e stretta che si visita in un giorno attraversando la strada panoramica circondata dal mare. Il centro abitato si sviluppa principalmente intorno al porto. A pochissimi metri dalla costa occidentale un lungo sentiero di ciottoli porta alla spiaggia dell’Isola dei Conigli. Qui predomina un mare azzurro trasparente e poco profondo ed è possibile imbattersi in esemplari di tartaruga Caretta Caretta intenti a deporre le uova nella spiaggia vicina.
Lasciando le isolette si ritorna sulla terra a scoprire Agrigento, una delle città più antiche della Sicilia. La Valle dei Templi è rilevante testimonianza dell’antica cultura classica in Sicilia. Il più imponente insieme monumentale di tutta la Magna Grecia, che racconta uno dei suoi volti più affascinanti con il Tempio della Concordia, quello di Zeus, di Eracle e di Castore e Polluce.
Poi una passeggiata nella città visitando la Cattedrale di San Gerlando, un tempio in stile normanno-gotico a cui si accede attraverso un’ampia scalinata, fiancheggiata dall’ incompiuto campanile del XV secolo.
A seguire l’Abbazia di Santo Spirito, complesso costituito dalla chiesa e dall’adiacente monastero cistercense. All’esterno, la chiesa ha un magnifico portale di stile chiaramontano con un ricco rosone, in un contesto barocco più recente. Le suore del monastero preparano dolcetti di mandorla e pistacchio seguendo una ricetta secolare.
Gli appassionati di letteratura possono visitare la casa di Luigi Pirandello, in contrada Caos, un altopiano a strapiombo sul mare tra ulivi e querce.
Le stanze con vista sulla campagna ospitano una collezione di fotografie, recensioni e locandine delle sue opere più famose rappresentate nei teatri di tutto il mondo.
E poi le lunghissime spiagge di Agrigento, di sabbia finissima, si estendono da Marina di Licata passando per Punta Bianca, con un alternarsi di spiagge quasi deserte, fino a San Leone, importante centro dell’estate agrigentina.
Si lascia per un momento il mare andando a scoprire l’entroterra rurale siciliano. Si parte da Caltanissetta, dove visitare il castello, o rocca delle donne, per poi spostarsi nel centro città. Qui si possono ammirare splendidi edifici costruiti da nobili e regnanti come Palazzo Moncada e il settecentesco Palazzo Natale Cosentino, nell’antico quartiere di San Rocco.
Ma il centro storico offre il suo fascino senza tempo in via Consultore Benintende, che ospita dalla fine del XVIII secolo, lo storico Mercato Strat’a foglia. Una serie di banchi di venditori di frutta e verdura, formaggi e oggettistica. E ancora panifici, pescherie e botteghe di cibi esotici. Il mercato era anche sede di molte osterie frequentate dai minatori che lavoravano nelle zolfatare della zona di Caltanissetta.
Poco distante dalla città si trova Mussomeli, con il suo singolare castello costruito su una rocca ad 80 metri d’altezza.
A circa due chilometri dal centro del paese, è circondato da una cinta muraria e si può raggiungere attraversando un ponte levatoio. L’imponente rocca a Nido d’Aquila è famosa per essere teatro di misteriose leggende. Si narra, infatti, che le stanze del castello siano abitate da diversi fantasmi. Uno dei più famosi è quello di Laura Lanza, baronessa di Carini, assassinata dal padre Cesare, perchè sorpresa con il suo amante.
Nelle vicinanze Sutera, borgo medievale bellissimo con antiche case, viuzze e ripide scalinate. Di particolare interesse è il quartiere Rabato, all’estremità del paese e fondato dagli Arabi, un insieme di stretti vicoli, terrazzi e case dalle mura di gesso posizionate le une sulle altre. Nel quartiere, oggi, viene ambientato lo scenografico Presepe vivente.
La visita dell’entroterra siciliano prosegue con Enna, adagiata su un altopiano a circa 900 metri sul livello del mare. Uno dei capoluoghi più alti d’Europa. Il punto più seducente è la Rocca di Cerere con un panorama incantevole sulla bellezza della natura circostante.
Poi il Castello di Lombardia e Torre di Federico, simbolo della città.
Uno dei castelli di epoca medievale più grandi d’Italia. Costruito sopra i resti dell’antica acropoli e delle fortificazioni bizantine, arabe e normanne, è suddiviso in tre grandi cortili capaci di funzionare come castelli separati.
Per gli appassionati di birdwatching e ornitologia il Lago di Pergusa è il luogo perfetto. Poco distante dal centro di Enna, è un lago naturale e area centrale per sosta e migrazione di molte specie di uccelli acquatici in transito con l’Africa. Tra questi il moriglione, la folaga, il falco di palude e la moretta tabaccata.
E poi le tradizioni gastronomiche. Da assaggiare prodotti tipici come il formaggio Piacentinu e lo zafferano ennese a cui si aggiunge la frascatula, il piatto locale più buono. Una sorta di polenta di farina di ceci e erbe selvatiche che diventa ancora più buona ripassata in padella il giorno dopo con prezzemolo, olio e pancetta.
Nei dintorni di Enna si trova Piazza Armerina, nel verde dei boschi che le fanno da cornice.
L’interessante originalità artistica si trova negli edifici religiosi, in particolare il Gran Priorato di Sant’Andrea, la più antica chiesa di Piazza Armerina, una delle più interessanti opere del medioevo siciliano. Passeggiando per il centro abitato, scendendo e salendo per i vicoli che caratterizzano il borgo antico, è possibile scoprire ancora architetture rinascimentali e barocche.
A metà agosto di ogni anno si svolge il Palio dei Normanni, rievocazione storica dell’ingresso delle milizie normanne per liberare la popolazione cristiana dai saraceni. Tre giornate che coinvolgono circa seicento figuranti tra dame e cavalieri, tutti in costume medievale che sfilano per le vie della città. Il momento conclusivo dell’evento è la Quintana, l’avvincente giostra equestre, tra i quartieri della città che si contendono il Palio.
Da qui si può arrivare a Caltagirone, definita la città dai mille volti.
Nota come uno dei maggiori centri di produzione di ceramica in Italia, la sua espressione si ritrova nel Museo regionale che tramanda la storia di questo materiale. Da menzionare le bellissime Teste di Moro, note anche come graste, maestose opere in ceramica di Caltagrione, che arricchiscono le balconate degli edifici e dei palazzi siciliani da secoli.
Poi la Scalinata di Santa Maria del Monte, costruita per collegare la parte nuova della città a quella più antica. 142 scalini che sono divenuti nei secoli uno dei simboli per i cittadini di Caltagirone. Il 24 e il 25 luglio di ogni anno la scalinata di Caltagirone viene illuminata da ragazzi e adulti, che con le luci danno forma a un disegno sempre diverso. In quella sera le luci della città si spengono e inizia lo spettacolo della scala illuminata.
Ci si muove più a sud verso Ragusa.
La città dalle due anime, quella moderna e quella antica di Ibla, il suo atrio barocco. Una dualità che deriva dal terremoto del 1693, che rase al suolo la città. La ricostruzione la divise in due grandi quartieri, da una parte Ragusa superiore, situata sull’altopiano, dall’altra Ragusa Ibla, sorta sulle rovine dell’antica città.
Una visita al Duomo di Ibla, con la bella e scenografica facciata caratterizzata da colonne accostate e sovrapposte. Una passeggiata nel Giardino Ibleo ammirando gli stupendi panorami. Vicino al giardino si trovano gli scavi archeologici di Ragusa Ibla che hanno portato alla luce molti reperti dell’antica Hybla. E poi il Castello di Donnafugata. Il nome deriva dalla leggenda della principessa Bianca di Navarra che, imprigionata nel castello, fuggì attraverso le gallerie che conducevano nella campagna circostante, oggi un parco con grandi alberi di Ficus e altre essenze esotiche.
Ma questa zona propone anche un viaggio tra i sapori. Da provare i pastieri, pasticcetti di carne tritata di agnello e capretto, conditi con pepe, formaggio e uova. Le scacce, sottili foglie di pasta di farina, farcite con spinaci o broccoli e ricotta. Gustosi sono i dolci con le mandorle, come il torrone, gli amaretti e i caratteristici ‘mpanatiggi, che oltre alle mandorle contengono cioccolata, filetto di vitello e spezie varie. Tutto accompagnato da vini come l’Ambrato di Comiso e il Cerasuolo di Vittoria.
A Modica si arriva per gustare il cioccolato tra i più buoni al mondo.
Lavorato come facevano gli Atzechi al tempo dei conquistadores spagnoli, può essere definito cioccolato “a freddo” ed è granuloso e friabile. La tavoletta di cioccolato modicano ha un colore marrone non uniforme con un’aroma di cacao tostato. Viene tradizionalmente aromatizzato con cannella o vaniglia, ma si può trovare anche cioccolato al peperoncino, al caffè e agli agrumi.
Dopo aver soddisfatto il palato si va a Scicli, parte di Sicilia luogo di ambientazione televisiva del commissario Montalbano. Ma Scicli è soprattutto espressione dell’età tardo-barocca. Ne è un esempio Via Francesco Mormino Penna, luogo unico in cui sono presenti sia una serie di scenografici palazzi nobiliari settecenteschi come Palazzo Donzelli-Iacono, Palazzo di Città, Palazzo Spadaro, che architetture ecclesiastiche come la Chiesa di San Giovanni Evangelista e la Chiesa di San Michele.
E poi il mare, con le località di Donnalucata, Cava d’Aliga e Sampieri. Quest’ultima è un borgo marinaro settecentesco con una spiaggia a mezzaluna che termina a Punta Pisciotto. Qui si presenta la sagoma della Fornace Penna, fabbrica di laterizi in disuso e grande esempio di archeologia industriale.
Segue una tappa ad Ispica, con la sua architettura urbana settecentesca che si può notare visitando la serie di importanti chiese e grandiosi palazzi. Ispica è anche la città in cui si respira un’atmosfera popolare e tradizionale sia nel periodo di Natale, con un meraviglioso presepe vivente, che durante la Settimana Santa. A questi si aggiungono sagre come la Carotispica, basata sulla valorizzazione della carota novella e il Palio dell’Assunta, i cui giochi si svolgono in acqua ad agosto.
Da qui si può raggiungere la punta più a sud della Sicilia, la zona di Pachino, famosa per un gioiello come il pomodoro, ma anche per Portopalo di Capo Passero.
In questa località si trovano l’isola di Capo Passero, a pochi metri dalla terraferma e l’Isola delle Correnti, entrambe circondate da mare azzurro trasparente e macchia mediterranea.
Risalendo la costa si incontra Marzamemi, particolare borghetto marinaro. Un insieme di vicoli caratteristici disegna un paesino da scoprire interamente a piedi. Tra questi vicoli emerge Vicolo Villadorata. Il suo arco unisce Piazza Regina Margherita, cuore del borgo su cui si affacciano le due chiese, alla Balata, uno dei porticcioli del paese. La piazza di quest’ultimo, da un lato è bagnata dal mare, dall’altro è delimitata dalla vecchia tonnara e dalle piccole e colorate casette dei pescatori, oggi trasformate in ristoranti tipici o case di villeggiatura. A Marzamemi sono presenti anche bellissime spiagge, tra cui la Spiaggia della Spinazza, a breve distanza dal centro abitato.
Proseguendo verso nord si trovano le incantevoli spiagge della Riserva di Vendicari. Una costa da percorrere interamente a piedi in cui si alterna sabbia fina e chiara, litorali rocciosi e specchi d’acqua di azzurro intenso. Ad esempio la spiaggia di Marianelli, incontaminata e selvaggia con acqua cristallina. La spiaggia di Calamosche, incastonata tra le rocce e la macchia mediterranea. Attraverso una pineta, seguendo il percorso a piedi segnato da una passerella, si arriva alla spiaggia di Vendicari.
Lasciando il mare si visita Noto, un altro grande simbolo del barocco siciliano.
Cittadina meravigliosa in cui passeggiare e ammirare chiese e palazzi costruiti con la caratteristica pietra calcarea giallo dorata, attraversando le sue tre strade principali tutte orientate per essere sempre illuminate dal sole. Non può mancare la visita all’ incantevole Cattedrale di San Nicolò e alla Chiesa di San Francesco all’Immacolata che si innalza in cima ad un’imponente scalinata.
La passeggiata a Noto continua in via Nicolaci, protagonista della tradizionale Infiorata. Artisti compongono un mosaico di petali variopinti, fino a formare un tappeto che ricopre il selciato della strada. Questa manifestazione floreale ogni anno dedica un tema ad un diverso paese del mondo.
La visita culturale viene allo stesso tempo impreziosita appagando il gusto. Si arriva ad Avola per assaggiare le mandorle e il vino. Le prime vengono impiegate per prodotti dolciari come il Biancomangiare, soffice budino dolce a base di mandorle, oppure per biscotti, torroni e granite. Ad accompagnarle un calice di Nero d’Avola, che viene prodotto con le pregiate uve coltivate in queste zone.
Poco distante si trova la Riserva di Cavagrande del Cassibile, conosciuta anche come laghetti di Avola. Un canyon modellato dallo scorrere delle acque del fiume Cassibile, in cui si presentano dei punti che creano bacini, dove potersi tuffare in acque cristalline e rinfrescanti.
Si procede verso nord, sulla costa orientale siciliana, facendo tappa a Siracusa.
Una delle città più antiche della Sicilia, baluardo del periodo della Magna Grecia. Ci si ritrova a Piazza Archimede, dedicata al matematico e fisico originario di Siracusa. Una piazza dal fascino ottocentesco, che accoglie la Fontana di Diana, circondata da palazzi che riassumono la storia della Sicilia.
Una visita al solenne e scenografico Teatro Greco, interamente scavato nella roccia che raccoglie le testimonianze di varie epoche. Sotto il Teatro Greco, nell’antica cava di pietra detta latomia del Paradiso, una grotta artificiale molto particolare, l’Orecchio di Dionisio. Chiamata così per la sua forma e per la singolare amplificazione dei suoni al suo interno.
Poi un piccolo gioiello. Collegata a Siracusa dal ponte Umbertino si trova l’isola di Ortigia.
All’ingresso dell’isolotto si viene accolti dalla magnificenza delle rovine del Tempio di Apollo, il tempio in pietra più antico della Sicilia. La cultura viene accompagnata da gusto e tradizione. Poco distante, infatti, si passa vicino al piccolo mercato in cui si è avvolti da profumi e sapori di tutti i tipi. Si presenta così l’occasione di conoscere i prodotti tipici locali come u strattu, concentrato di pomodoro utile per arricchire sughi e stufati, peperoncini dell’Etna, frutti di mare e pesce freschissimo.
Continuando il viaggio nella parte orientale della Sicilia si arriva a Catania.
Una città bellissima, ricca di tradizioni e di arte. Ad iniziare da Palazzo Biscari, il più importante della città che rappresenta un affascinante esempio di barocco catanese. Oggi, oltre ad essere la dimora della famiglia Biscari, ospita eventi culturali.
Dietro al Duomo di Catania, nel tunnel delle mura di Carlo V, si snoda il mercato del pesce, un po’ all’aperto e un po’ coperto. Un luogo in cui ogni giorno sotto i grandi tendoni rossi e i sui banchi di marmo, avviene da tempi remoti la vendita del pesce, ma anche della carne e della frutta. Le grida dei venditori e la variegata offerta gastronomica, ne fanno uno dei luoghi più emblematici della città. Un modo perfetto per immergersi nella cultura popolare catanese e restarne affascinati.
Poco distante dal Duomo il Monastero di San Nicolò l’Arena, gioiello del tardo barocco siciliano e complesso benedettino tra i più grandi d’Europa. L’edificio monastico custodisce al suo interno una domus romana, i chiostri e uno splendido giardino pensile.
E poi in giro per i chioschi catanesi, simbolo della vita quotidiana di questa città e punto di ristoro e di incontro sia il giorno che la notte. Ce ne sono tantissimi che usano da sempre gli stessi ingredienti e strumenti come zucchero, frutta, miscelatori, bicchierini e presse per spremere gli agrumi. Spesso sono gli stessi “cioscari” catanesi che producono gli sciroppi agli agrumi siciliani per confezionare bibite al mandarino, al tamarindo, o il celebre “sciampagnino” (cedrata con acqua e seltz).
E per restare in tema di tradizioni, la festa di S. Agata è un esempio particolare.
Il 3, 4, 5 febbraio, tre giorni d’intensa fede animati dal folklore e preceduti da un mese di grandi preparativi. La celebrazione di Sant’Agata è la terza festa popolare religiosa al mondo per partecipazione di fedeli, dopo la Settimana Santa di Siviglia in Spagna e la festa del Corpus Domini a Cuzco in Perù. In questi tre giorni la città dimentica ogni cosa per concentrarsi sulla festa. La processione ripercorre i luoghi del martirio e i più antichi tracciati della città attraverso le sfilate delle “candelore”, grandi candelieri decorati e portati in spalla dai devoti.
Nelle vicinanze di Catania si presenta un itinerario tra storia e natura. Un percorso affascinante tra i piccoli borghi marinari, i borghi della lava, che si affacciano sulla riviera jonica etnea. Da San Giovanni Li Cuti ed il porticciolo di Ognina ad Acitrezza, passando per Acicastello. Nel territorio di Acireale, da Capomulini a Santa Maria La Scala, attraversando la Riserva Naturale della Timpa con le silenziose Chiazzette ed il borghetto di Santa Caterina, dal quale si può godere di un incantevole panorama a strapiombo sul mare. Trascorrere una giornata a bordo di un peschereccio d’alto mare accanto ai pescatori, conoscendo l’ambiente costiero ed i segreti delle profondità marine e gustando il pesce appena pescato a bordo o a terra. Un ‘esperienza dalle sensazioni uniche.
Non si può concludere il viaggio e lasciare la Sicilia senza aver visitato l’Etna.
Il vulcano più alto d’Europa e tra i più attivi al mondo. Con i suoi 3327 metri d’altezza domina l’intera regione. Le straordinarie eruzioni e le infuocate colate di lava sono uno spettacolo unico.
L’Etna, chiamato anche Mongibello, è meta per le tante attività sportive che qui si possono praticare, dallo sci discesa e di fondo, al trekking, al rafting, all’equitazione. Molto apprezzato in estate dagli escursionisti per la visita ai crateri attivi nelle aree sommitali. In inverno offre l’incredibile possibilità di praticare, a pochi chilometri dal mare, anche gli sport sulla neve.
Le diverse escursioni a piedi si compiono lungo i sentieri natura del Parco dell’Etna, tra boschi e frutteti verdeggianti, fino alle quote più alte con vedute di colate laviche secolari, grotte e fumarole attive, che svelano il fascino di questa straordinaria oasi naturale.
Il territorio offre la possibilità di visitare le grotte di scorrimento lavico, sempre accompagnati da esperte guide speleologiche. Tra le più note, la grotta del Gelo che ospita il ghiacciaio più a sud d’Europa, e la grotta dei Lamponi e dei Ladroni. Tanti i sentieri da percorrere in mountain bike, dai percorsi più facili a quelli più impegnativi che si distendono sulle pendici del vulcano.
Da provare anche le escursioni a dorso d’asino, un modo differente per conoscere le meraviglie di questa montagna. I tour a cavallo, invece, sono organizzati da diverse associazioni equestri, sempre in compagnia di esperte guide naturalistiche.
Ampie zone del territorio etneo sono dedicate alla produzione agricola e vitivinicola d’eccellenza. Nel versante nord-occidentale è nota la coltivazione del pistacchio verde di Bronte con la sua variegata offerta dolciaria. La produzione di olio di oliva DOP si concentra nell’area di Biancavilla, Belpasso e Ragalna. Da non perdere il miele e i biscotti tipici sciatori, che si producono a Zafferana Etnea, e le zeppole o crispelle di riso, diffuse ovunque.
Anche la produzione vitivinicola è degna di nota. La Strada del Vino dell’Etna è un’area che si estende a nord, da Randazzo fino a Piedimonte Etneo per proseguire fino a Viagrande. Tutta la zona è ricca di accoglienti cantine dove degustare del buon vino Etna DOP accompagnato dai prodotti tipici locali.
Alessandro Campa
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