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RICOMINCIO DA TE, ITALIA: ITINERARIO DI VIAGGIO, IL FRIULI VENEZIA GIULIA

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Il Friuli Venezia Giulia come non l’avete mai visto. Un crocevia di lingue e culture in un territorio dal fascino singolare

Un desiderio di rinascita. La voglia di ripartire dalle piccole abitudini quotidiane, ma anche di realizzare scelte più ragionate ed impegnative. Tra queste l’organizzazione di un viaggio, di una vacanza o di un semplice weekend per staccare la spina.

Quest’anno l’approccio al turismo sarà diverso, ma non per questo meno coinvolgente e stimolante.

Da situazioni difficili, a volte, possono nascere occasioni inaspettate. Ancora di più se si vive in Italia che, con la sua immensa varietà, offre degli scenari incantevoli.

FRIULI- VENEZIA- GIULIA

Friuli Venezia Giulia. L’incontro tra cultura latina, slava e germanica che presenta paesaggi incantevoli e sapori unici.

 

Il viaggio in questa regione parte da Trieste, accogliente porto sul mondo e città dall’anima internazionale.

Il cuore di Trieste si scopre attraversando piazza Unità d’Italia, simbolo della città, da cui si volge lo sguardo verso il mare dove si distende il Molo Audace. La visita della città prosegue ammirando i suoi palazzi monumentali e la chiesa greco-ortodossa di San Nicolò, sul Canal Grande.

Una particolarità di Trieste sono i suoi caffè letterari, un tempo frequentati da grandi autori come James Joyce e Italo Svevo e ancora oggi molto amati da scrittori e intellettuali. All’interno di questi locali si può rivivere un’esperienza unica, ma bisogna anche conoscere ed imparare un apposito gergo per ordinare un caffè.

Qui l’espresso prende il nome di “nero”, mentre il “gocciato” è un espresso con una goccia di crema di latte al centro. Si può ordinare anche il “capo in b”, un espresso macchiato in un bicchiere, di dimensione più grande di una tazzina, molto simile a un macchiatone. Ogni caffè ha la sua particolare definizione per rivivere una caratteristica tradizione.

A pochi chilometri da Trieste si presenta il castello di Miramare.

Una struttura costruita tra il 1856 e il 1860 come residenza per l’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo e per sua moglie Carlotta del Belgio. Lo stesso arciduca seguì personalmente la progettazione del castello e l’allestimento del vasto parco, ricco di piante rare, sculture e laghetti, che scende con ampi gradoni verso il mare.

L’interno del castello è costituito da oltre venti stanze. La raffinatezza degli interni viene presentata dalle “Sale di Massimiliano“, fra le quali la camera da letto, arredata come una cabina di nave, e dalla “Sala del trono“. Gli ambienti sono visitabili secondo un percorso prestabilito che si articola dal pianoterra al primo piano. Si possono ammirare i lussuosi arredi originali delle sale di rappresentanza e degli appartamenti privati, ricchi di opere d’arte e oggetti preziosi.

Poco distante un altro incantevole castello, quello di Duino.

Dimora di origine trecentesca che si presenta all’esterno come una massiccia costruzione che domina il golfo di Trieste, mentre all’interno conserva importanti capolavori d’arte e raffinati cimeli storici. La visita al castello e al suo giardino permette di ammirare la scala Palladio e il panorama sul Golfo di Trieste che si gode dall’alto della torre.

Molti i personaggi illustri che vi hanno risieduto nel tempo, tra cui il poeta boemo Rainer Maria Rilke. Proprio a lui, infatti è dedicato il sentiero Rilke, dalle rocce a picco sul mare e dai profumi della macchia mediterranea. Un sentiero che si estende per 1700 metri e si figura come percorso panoramico in un’ area protetta di boschi, da cui ammirare il Castello di Duino da una posizione privilegiata. Lo sguardo, da qui, spazia su tutto il golfo di Trieste e si possono ammirare le falesie di Duino, formate da rocce carbonatiche, nate dalla sedimentazione di gusci di animali sul fondo del mare.

Una particolare visita merita la zona del Carso triestino, famoso per i suggestivi  paesaggi, le falesie a picco sul mare e le alture dell’entroterra da cui si godono  splendidi panorami.

Il Carso è un territorio particolarmente ricercato sotto il profilo naturalistico. La presenza di grotte e valli che l’acqua e i corsi ipogei dei fiumi hanno scavato nella roccia ha reso questa zona il luogo ideale per i geologi, mentre i botanici adorano quest’area per l’incredibile varietà della vegetazione.

E proprio da queste parti non bisogna perdere la Grotta Gigante. Un’enorme cavità alta quasi 100 metri e lunga 168. Durante la visita si percorrono 850 metri e si scende fino a 100 metri di profondità in cui la temperatura interna è costante a 11°C. Per ragioni di sicurezza, l’accesso è consentito solo con visita guidata. In più il centro didattico e il Museo scientifico speleologico sono a disposizione di tutti coloro che desiderano approfondire gli aspetti della Grotta, nonché gli studi sul territorio carsico circostante.

Oltre alle bellezze naturali, il Carso triestino è anche una terra dai sapori inconfondibili.

Per provarli è necessario entrare nelle osmize, tipiche osterie, o nei ristoranti per assaggiare la jota, una tradizionale minestra di fagioli e crauti. A questa si aggiunge l’assaggio del formaggio Jamar, stagionato per almeno quattro mesi in fondo a una grotta carsica, che in sloveno si dice appunto jama. E poi tanti altri prodotti come i sottaceti, il prosciutto crudo del Carso, i formaggi tipici accompagnati dal miele di Marasca, molto diffuso nella zona, il pane fatto in casa.

Da non perdere i pedoci,(le cozze) consigliate “a la scotadeo”, i caperozzoli (vongole) e i sardoni (alici), i più diffusi nel golfo, da provare quelli in savor, fritti e marinati con aceto e cipolla. Tutte pietanze da abbinare ad un calice di Terrano o di aromatica Vitovska, ricavata dall’omonimo vitigno a bacca bianca.

Lasciata Trieste si fa visita a Monfalcone.

Una città da sempre legata all’attività cantieristica navale. All’interno della sua zona è stato istituito il Muca, un museo diffuso che ha trasformato l’ex quartiere operaio di Panzano, offrendo oggi un quadro completo su come si è sviluppata nel tempo l’industria navale sul territorio.

Non solo polo industriale, Monfalcone presenta anche inediti risvolti storici, come la Rocca di origini medievali, suo monumento simbolo. All’interno di questa si trova il Museo paleontologico, con reperti che descrivono la storia geologica a partire da circa 500 milioni di anni fa. In centro città, presso l’edificio restaurato del vecchio mercato coperto, ha sede la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, e costituisce uno dei maggiori spazi espositivi dedicati all’arte contemporanea del Friuli Venezia Giulia.

Nei dintorni di Monfalcone, particolarmente coinvolgente è il Parco tematico della Grande Guerra, dove ci si può immergere nel periodo tra il 1915 e il 1918 e passeggiare tra trincee e camminamenti. Il Parco è collegato al Museo all’aperto del comprensorio difensivo della Dolina dei Bersaglieri e  al museo all’aperto di San Martino del Carso.

Il percorso nella regione prosegue con la Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo, tra paludi di acqua dolce, ma anche vaste zone umide salate, canneti e boschi.

La Riserva della foce dell’Isonzo è l’habitat ideale per tante specie animali e in particolare per uccelli stanziali e migratori che ha reso questo luogo la migliore area d’Italia per il birdwatching. Il suo cuore, l’isola della Cona che ospita il centro visite, è uno tra i siti di maggiore interesse didattico, scientifico e naturalistico a livello internazionale. Visitabile a piedi o percorrendo le piste ciclabili nei dintorni che consentono di raggiungere facilmente punti di grande valore naturalistico come il Bosco Alberoni.

L’esplorazione della natura continua nella Riserva naturale regionale dei laghi di Doberdò e Pietrarossa, caratterizzata da due depressioni carsiche parzialmente riempite da laghi e separate da una dorsale. Il lago di Doberdò è uno dei pochi esempi in Europa di lago carsico.

Il livello delle sue acque varia in relazione alle portate dei fiumi Vipacco e Isonzo. Il particolare ambiente naturale contrasta con la circostante aridità, propria dell’ambiente carsico.

Lungo le sponde del lago di Doberdò si trova una sottile striscia di bosco formato da pioppo nero e da altre specie di alto fusto rifugi ideali per i picchi. Poi un’ampia presenza di mammiferi, dalle specie molto comuni, come il capriolo, ad altre più rare, come lo sciacallo dorato. La riserva ospita, inoltre, il sito archeologico di un castelliere appartenente all’Età del Bronzo, un antico villaggio difeso da una cinta muraria costruita in pietra a secco, testimonianza delle prime forme abitative del Carso.

Gorizia si presenta come una città di confine, punto di incontro tra est e ovest.

La posizione geografica di Gorizia è sempre stata influenzata culturalmente dall’incrocio tra la civiltà latina, quella slava e quella germanica. Fino al 2004 la piazza Transalpina era fisicamente divisa da un muro e qui ci si ritrova con un piede in Italia e uno in Slovenia. L’emblema della città è il castello medioevale, da dove la vista spazia sulle dolci distese di colli e su tutta Gorizia.

Fra i molti palazzi storici si presentano Palazzo Attems Petzenstein e Palazzo Werdenberg, sede della Biblioteca Statale Isontina. A questi seguono incantevoli parchi, come il Parco Piuma sul fiume Isonzo e il Parco del Palazzo Coronini Cronberg, con alberi di tutto il mondo. Tanti i particolari e curiosi musei da visitare, come il Museo della moda e delle arti applicate e il Museo del Medioevo Goriziano all’interno del castello. Sulle alture della città, in località Oslavia, si trova l’Ossario di Oslavia, che custodisce le spoglie di soldati italiani ed austro-ungarici caduti durante la Prima Guerra Mondiale.

I dintorni di Gorizia sono rappresentati da un incantevole e rilassante paesaggio nella zona del Collio.

Da queste parti è possibile fare visita alle numerose enoteche e cantine distese su questo territorio collinare. Qui si producono vini bianchi tra i migliori al mondo e corposi rossi. La poca distanza dai monti e dal mare favorisce un microclima ideale che crea un legame perfetto con la “ponka”, il caratteristico terreno del Collio, ideale per la coltivazione della vite.

Il centro principale di questa zona è Cormòns. Una graziosa cittadina di stampo asburgico circondata da piccoli e caratteristici borghi sul confine con la Slovenia, come Dolegna del Collio, San Floriano del Collio, Savogna d’Isonzo, dove si parla lo sloveno. Di grande importanza storico-artistica sono Palazzo Locatelli del XVIII secolo e il Duomo di Sant’Adalberto.

Nei dintorni di Cormòns è possibile visitare la “Cantina produttori di Cormons” dove viene prodotto il “Vino della Pace”.

Ma il palato viene anche deliziato da alcune prelibatezze come gli gnocchi di susine o il prosciutto dolce di Cormòns, affumicato al fuoco di legno di ciliegio e alloro. Per poi passare ai dolci, alcuni dei quali condivisi con Trieste, come le favette, il presnitz e la putizza.

Procedendo verso nord i scoprono le Valli del Natisone, chiamate anche Nediške Doline, ricche di boschi di frassini, castagni, tigli si presentano a visitatori con una grande varietà di colori e profumi in tutte le stagioni. Sentiero Gadda, degli Artisti dei Guziranje , delle Chiesette votive e sui siti della Grande Guerra. Questi sono alcuni dei numerosi sentieri tematici presenti nella zona e meta perfetta per gli amanti di mountain bike, speleologia, arrampicata sportiva e passeggiate a cavallo.

In questo territorio si scopre Cividale del Friuli.

Una città che conserva ancora importanti testimonianze longobarde, prima fra tutte il Tempietto, una delle più straordinarie e misteriose architetture dell’alto medioevo occidentale. Nei due musei cittadini sono custoditi altri tesori.  L’altare fatto costruire dal duca Ratchis e il battistero del patriarca Callisto sono visibili nel Museo Cristiano del Duomo, mentre il Museo Archeologico Nazionale mostra i corredi delle necropoli longobarde cividalesi. Ma oltre a questi, Cividale merita una visita anche per il CIPS, centro espositivo dedicato alle marionette del cividalese Vittorio Podrecca, il più grande interprete italiano del teatro di figura.

Ecco poi Udine, città ancora oggi legata in modo quasi simbiotico alla campagna circostante, che rifornisce le sue osterie di pregiati vini e le sue trattorie di specialità del territorio.

Da qui si può scoprire la vera anima del Friuli. Una vasta area che si estende dalle Alpi al mare Adriatico e custodisce castelli, borghi rurali e cantine. Un’ interessante scoperta riguarda i suoni di una lingua millenaria come il friulano, ancora oggi utilizzato per la comunicazione familiare, ma usata anche come lingua letteraria da Pier Paolo Pasolini. Il friulano è riconosciuto e tutelato dall’Unione europea come lingua minoritaria, e qui viene accompagnato anche dallo sloveno e da alcune particolari varianti del tedesco. La presenza di lingue provenienti da tutti e tre i grandi ceppi linguistici europei rappresenta un caso unico in Europa, rendendo questo territorio speciale anche dal punto di vista linguistico e culturale.

Da Piazza Libertà a Piazza Matteotti Udine presenta il suo fascino circondata da portici e antichi palazzi. Sul colle della città sorge il castello da cui si intravedono le montagne che la circondano e, verso sud, il mare Adriatico. Udine nel Settecento fu la città di Giambattista Tiepolo che qui raggiunse la sua maturità artistica e oggi si possono ammirare i suoi capolavori nelle Gallerie del Tiepolo, presenti nel Palazzo Patriarcale, nel Duomo e nella chiesa della Purità. Nelle seducenti vie del centro si affacciano negozi e botteghe d’ d’artigianato, in cui l’arte orafa riprende gli stilemi longobardi.

Una città a misura d’uomo in cui incontrare la cordialità della gente nei caffè e nelle osterie storiche. Proprio qui si consuma il rito del tajut.

Nel tardo pomeriggio, dopo il lavoro, la gente si trova nelle osterie tipiche della città per bere, come si dice in lingua friulana, un taj di chel bon, ossia un buon bicchiere di vino da gustare assolutamente in compagnia. I sapori friulani, gli eventi e le feste della tradizione come Friuli Doc si sposano perfettamente con la cultura. Molti, infatti, i musei da visitare a Udine, come la Galleria d’Arte Moderna, i Civici Musei di Storia e Arte Antica con la Collezione Ciceri e il Museo Friulano della Fotografia.

Lasciata Udine si può intraprendere un percorso che conduce fino al nord della regione. Seguendo questa direzione si incontrano alcune località davvero degne di nota. A partire da   Fagagna.

Qui si viene accolti dal volo delle cicogne dell’Oasi dei Quadris e dagli incantevoli panorami che si godono dal colle con i ruderi del castello di Villalta, che si erge in mezzo alla campagna con la sua torre e le mura merlate. Il Museo della vita contadina, ospitato in Cjase Cocèl, una tipica dimora friulana di campagna del XVII secolo, merita una visita perché si tratta del museo più vivo e completo della civiltà rurale in Italia.

Sono stati ricreati tutti gli ambienti della memoria friulana, dalla cucina con il fogolâr, alla camera da letto e al granaio.

Poi ogni prima domenica di settembre, dal 1861, nella piazza di Fagagna si svolge la tradizionale “Corse dai Mus“, la corsa degli Asini. L’evento si svolge nella piazza del capoluogo e la domenica seguente il Palio dei Borghi assegna lo stendardo all’asino che ha vinto la gara, dopo una rappresentazione teatrale che vede impegnati i borghi Centro, Paludo, Riolo e Piç.

Si prosegue a nord per Tarcento, distesa sulle pendici dei monti Chiampeon, Stella e Bernadia e caratterizzata dalla splendida varietà del suo ambiente.  Nelle sue strade con le ville liberty si rivive la Belle Epoque, per poi godere delle atmosfere sospese dell’entusiasmante passeggiata a fianco del torrente Torre. Un appuntamento imperdibile è l’Epifania friulana, il 5 e 6 gennaio di ogni anno, che si svolge tra corse con carri infuocati e grandi falò propiziatori: i pignarûi. Poco lontano da qui meritano una visita, da marzo fino a settembre, le spettacolari Grotte di Villanova tra stalagmiti e laghetti sotterranei, mentre sul monte Bernadia si possono fare piacevoli escursioni e scoprire un fortino utilizzato durante i conflitti bellici.

Da qui si procede per Artegna, piccola località ricca di fascino.

Sul colle di San Martino, luogo incontaminato e immerso nella natura, sorge il castello medievale di Savorgnan, oggi interamente ricostruito dopo il terremoto che colpì il Friuli nel 1976. All’interno del castello è possibile seguire percorsi storici per approfondire l’origine del sito, visite archeologiche per ripercorrere scoperte e ritrovamenti oppure procedere lungo itinerari artistici dedicati agli affreschi della chiesa di San Martino che si trova in cima al colle assieme al castello.

Una tappa importante riguarda la zona del Gemonese, alle pendici delle Alpi Giulie. Il territorio del Gemonese, ricco di acque e ambienti umidi, è oggi Ecomuseo delle Acque. Un museo diffuso e partecipativo che valorizza i siti naturali e le manifestazioni della cultura materiale e immateriale. Proprio l’impegno dell’ecomuseo ha reso possibile il recupero del “pan di sorc”, un tipico pane dolce e speziato fatto con farine ricavate da cereali locali. La bellezza e la varietà dell’ambiente naturale rendono quest’area perfetta per tanti sport e attività all’aria aperta, dal ciclismo al trekking, dagli sport dell’aria a quelli dell’acqua.

Nel cuore del Friuli, il Gemonese custodisce due delle sue cittadine storiche più significative, Gemona del Friuli e Venzone, entrambe risorte dopo il terremoto del 1976 e divenute simbolo della rinascita della regione.

Gemona, adagiata alle pendici delle Prealpi Giulie, è una delle più belle località storiche del Friuli Venezia Giulia.

Nel suo centro antico risalta imponente il Duomo di Santa Maria Assunta dalle architetture romanico-gotiche, a cui segue una serie di antichi e incantevoli palazzi. Tra questi il meraviglioso Palazzo Elti sede del Museo Civico.

Qui si trova anche il Santuario di Sant’Antonio, il più antico luogo di culto al mondo dedicato al Santo di Padova. Ogni anno, il primo week end del mese di agosto, a Gemona si fa un tuffo nel medioevo con “Tempus est jocundum”, evento con dame e cavalieri, compagnie teatrali erranti, mercanti e abili artigiani e affollate taverne che animano ogni piccolo angolo del bellissimo centro storico. Il 6 gennaio invece si celebra l’Epifania del Tallero, antica cerimonia ricca di gesti rituali, che trova il suo culmine nella celebrazione della Messa del Tallero.

Venzone, invece, oltre ad aver mantenuto le sue tracce storiche alquanto intatte, è famoso anche per una singolare esposizione: 40 mummie rinvenute nelle tombe del locale duomo. Le Mummie di Venzone sono custodite nella Cripta della Cappella cimiteriale di San Michele, situata nel Sagrato del Duomo di S. Andrea apostolo e le salme risalgono ad un’epoca che va dalla metà del 1300 a fine 1800. .

Da Venzone si prosegue visitando il Parco regionale delle Prealpi Giulie. che si estende su poco meno di cento chilometri.

Numerosi sentieri cavalcano i monti dell’area protetta. In estate qui è possibile godere appieno del fascino della montagna, dei colori e dei profumi delle varie fioriture, mentre nella stagione invernale, è divertente percorrere con le ciaspole o gli sci ai piedi gli itinerari innevati.

Nei pressi del Centro informativo di Pian dei Ciclamini a Lusevera, si trova il Sentiero per Tutti, un percorso che si sviluppa su circa seicento metri ed è dotato di batti ruota, fune guida e pendenze contenute che lo rendono percorribile anche alle sedie a rotelle. Sono presenti anche installazioni didattiche opportunamente studiate e fruibili dai non vedenti che forniscono informazioni sull’area del Parco.

Il viaggio nella regione prosegue scoprendo un luogo incantevole come il lago di Cavazzo.

Lungo 6500 metri si presenta come il più esteso tra i laghi naturali friulani e offre la possibilità di dedicarsi ad una vasta serie di attività all’aria aperta. Sul lago di Cavazzo, infatti, è possibile praticare la pesca e altri sport d’acqua come il canottaggio, il windsurf, la vela, o anche solo fare una bella nuotata nelle sue acque. Il territorio è ricco di sentieri naturalistici e di percorsi ciclabili, mentre per chi ha voglia di rilassarsi immerso nella natura, Cavazzo offre delle aree in cui rilassarsi all’ombra degli alberi.

Affacciato sull’omonimo lago si trova Cavazzo Carnico, situato a circa trecento metri sul livello del mare offre un meraviglioso panorama sulle Prealpi Carniche. Sulle rive si trovano piccole spiagge dove poter prendere il sole e vi è la possibilità, inoltre, di noleggiare imbarcazioni e di pescare. Al centro del paese, fra i monumenti più significativi, la settecentesca chiesa di San Daniele che conserva al suo interno una pala del Tintoretto raffigurante la Natività della Vergine ed una tela di Francesco Bassano con la Fuga in Egitto.

In campagna si trova invece la cinquecentesca chiesa votiva di San Rocco, con arredi del ’600 e del ‘700.

Meritano una visita la Pieve di Santo Stefano Protomartire di Cesclans, in cui nelle sue fondamenta sono stati scoperti i resti di un castello. E poi l’Antiquarium, situato nella parte sottostante la Pieve, contiene resti ossei umani, tracce di affreschi di vecchie chiese e ancora monete e antichi rosari. La visita dell’Antiquarium è attualmente limitata alla giornata della domenica in occasione della santa messa.

Da Cavazzo, continuando verso nord si visita la Carnia. Qui si arriva per scelta, valicando passi impervi, attraversando le Alpi e poi scoprendo la vita autentica di queste montagne. Aspri massicci rocciosi, circondati da praterie d’alta quota, si elevano sopra boschi meravigliosi e donano un fascino quasi selvaggio a queste montagne, che sono le più antiche dell’intero arco alpino. Anche se meno famose di quelle dolomitiche, le loro pareti rocciose sono ideali per l’arrampicata, mentre sentieri, boschi e vallate offrono occasione per praticare trekking, mountain bike, equitazione e tutte le discipline di sport invernali.

La Carnia conserva tra le sue montagne un patrimonio culturale e religioso peculiare, rappresentato da resti archeologici romani e tipici borghi rurali, piccole pievi e riti celtici.

Architettura spontanea e piccole botteghe artigiane sono la dimostrazione dell’equilibrio che la popolazione ha stabilito nel tempo con la natura. Una gastronomia semplice, ma ricchissima di sapori e tra le montagne della Carnia si devono assolutamente assaggiare i ravioli locali, detti “cjarsons”.

Nell’estremo nord della regione si visita la zona di Tarvisio. Circondata dalle Alpi Giulie e ricca di ampie vallate e boschi, la Foresta di Tarvisio è la più grande foresta demaniale d’Italia. La cittadina di Tarvisio ha un aspetto moderno ma anche un’anima antica e grazie alla sua particolare posizione a ridosso del confine, è un crocevia di lingue e culture dove si incontrano Italia, Slovenia e Austria. Tarvisio è anche meta di numerosi pellegrini grazie al suggestivo Santuario della Madonna del Lussari, luogo in cui la tradizione narra sia avvenuta un’apparizione della Madonna.

Tarvisio è uno dei più importanti poli sciistici e località montana del Friuli Venezia Giulia.

Con gli sci ai piedi, lungo discese mozzafiato o piste da fondo immerse in boschi magici come l’emozionante Pista di Prampero a Camporosso, o con le ciaspole, per ammirare il fascino di panorami fuori dal tempo e trascorrere magnifiche giornate sulla neve. In estate, invece, si può scegliere tra numerosi sentieri in cui fare trekking, andare a cavallo o in mountain bike, per poi sbucare in ampie radure che ospitano rifugi e malghe.

La bellezza della natura qui si esprime con i Laghi di Fusine.

Specchio di corone di creste e alte conifere e di uccelli migratori, cervi e caprioli. E nel Parco Avventura Sella Nevea ci si diverte in tutta sicurezza facendo tarzaning tra piattaforme sugli alberi, passerelle, funi e ponti tibetani. Ma questa è anche una zona di particolari tradizioni incise dai Krampus, terribili diavoli che, il 5 dicembre, a suon di grida e campanacci annunciano per le strade del Tarvisiano l’arrivo di San Nicolò. Al Carnevale resiano e al Museo dell’arrotino si possono ammirare due interessanti aspetti di un luogo particolarissimo, la Val Resia, dove si parla una lingua protoslava unica nel suo genere.

Da Udine si può anche scegliere di raggiungere il Friuli collinare.

Adagiato proprio su queste colline si trova San Daniele del Friuli, un centro di particolare bellezza, conosciuto a livello mondiale per la produzione della trota affumicata e soprattutto di un prosciutto dal sapore eccezionale, risultato di una tradizione millenaria e di un microclima unico.

Ma San Daniele non è solo meta per soddisfare il palato. La cittadina ospita la Biblioteca Guarneriana, una delle più prestigiose biblioteche d’Italia nonché la più antica del Friuli Venezia Giulia, che conserva preziosi codici miniati. Inoltre si resta affascinati dal Duomo settecentesco e dagli affreschi dell’ex Chiesa di Sant’Antonio Abate, il più bel ciclo rinascimentale della regione, tanto da definire San Daniele “piccola Siena del Friuli”. Tra gli eventi, Aria di festa, a fine giugno, è il momento ideale per scoprire il sapore del prosciutto di San Daniele, all’insegna del buon umore e dei sapori tipici, con visite guidate ai prosciuttifici.

Da San Daniele si possono anche raggiungere le Grotte di Pradis, uno dei tempi nazionali degli speleologi.

Scendendo 207 scalini si può ammirare la forra creata dal torrente Casa e, arrivati in fondo all’orrido si possono scoprire numerosi reperti di epoca preistorica. Nei pressi della grotta è visitabile il Museo delle Grotte di Pradis, che contiene numerosi reperti paleontologici e archeologici provenienti dalle grotte e dal territorio.

Tutto è circondato dalle Dolomiti Friulane, luogo ideale per escursioni, trekking e alpinismo. Dalle cime più alte, nelle giornate di sole, lo sguardo riesce a entrare nel blu del mare Adriatico, mentre chi preferisce immergersi nel blu del cielo, dalla Castaldia, a 1108 metri sul livello del mare, ci si lancia tra le nuvole con il deltaplano.

In direzione sud e costeggiando il fiume Tagliamento si fa tappa a Spilimbergo, una delle città d’arte più belle e interessanti del Friuli Venezia Giulia. Questa città si sviluppò principalmente nel Medioevo e durante il Rinascimento, mantenendo la sua struttura fino ad oggi. Un passato glorioso che prende vita ogni anno ad agosto durante la Rievocazione Storica della Macia, un festival che deve il suo nome a una vecchia unità di misura per tessuti raffigurati su uno degli edifici di Piazza del Duomo.

Una caratteristica speciale di Spilimbergo si ritrova nella sua fama mondiale per i mosaici decorativi.

Proprio qui ha sede la scuola di mosaico più prestigiosa e unica al mondo, fondata nel 1922, dove viene insegnata l’applicazione delle tecniche dell’arte romana, bizantina e moderna e si creano soluzioni estetiche e funzionali in accordo ad un design contemporaneo.

Si prosegue verso nord arrivando ad Andreis, piccolo villaggio ai piedi delle Alpi Carniche che porta ancora con se il fascino delle antiche borgate montane del Friuli Venezia Giulia, che sono state preservate nel tempo. Testimone dell’antica cultura di questo luogo è il Museo di arte e cultura contadina. Andreis è il punto di partenza ideale per numerose escursioni, essendo incorporato nel Parco Naturale delle Dolomiti Friulane.

Dalla strada che conduce da Andreis a Barcis si può vedere il burrone di Molassa, che appartiene al parco naturale “Forra del Cellina”. La Forra del Cellina è stata scavata dalle acque all’interno della roccia calcarea, creando uno spettacolare canyon che si può ammirare da un punto di vista davvero unico: la Sky Walk. Una passerella affacciata direttamente sull’orrido, che si può percorrere a piedi in tutta sicurezza.

Poi si arriva a Barcis, così chiamato per la sua caratteristica forma a valle.

Un villaggio di montagna nel Friuli occidentale a 409 metri sul livello del mare, famoso per il suo bellissimo lago verde smeraldo. Tante le attività da svolgere, tra cui guidare una barca a motore, fare una passeggiata sui sentieri panoramici o godere del relax con vista sul lago. Non mancano i divertimenti per gli escursionisti che possono scegliere tra una varietà di percorsi culturali e naturali di trekking e alpinismo. Da non perdere la Riserva Naturale delle Gole della Cellina, particolarmente attraente per la forma a canyon della gola che porta al Parco Naturale Dolomiti Friulane.

Segue Piancavallo, un vasto e soleggiato altopiano a 1.260 m di altezza. Piancavallo è una  meta ideale per tutti gli amanti dello sport, grazie ai moderni impianti sciistici per lo sci di discesa e di fondo, le pareti da arrampicata, i sentieri escursionistici e le piste per mountain bike. Vicino a Piancavallo, inoltre, sono si trovano laghi dove è possibile praticare canoa e kayak, vela e surf.

Si arriva a Polcenigo, dove l’interazione tra elementi naturali e storico-artistici ha reso questa località uno dei  luoghi più belli d’Italia.

Le rovine del castello medievale, alcune residenze signorili del XVI e XVII secolo e varie chiese, come la SS. Trinità, che sono circondate dal magnifico sfondo delle sorgenti del fiume Livenza, testimoniano la lunga storia del luogo.

Tutta la natura in cui si presenta questo luogo è caratterizzata da una grande abbondanza di acqua. Oltre alle sorgenti del fiume Livenza, di particolare bellezza sono anche le vicine sorgenti del fiume Gorgazzo con le loro acque cristalline che nascono da una grotta carsica. Polcenigo, inoltre, ospita il Museo dell’Arte Cucinaria, in memoria delle molte generazioni di chef emigrati da tutto il mondo. L’evento più antico e tradizionale del luogo è la Sagra dei sést, che si svolge la prima domenica di settembre, ovvero la festa dei cestini e, in generale, dei rami di salice, erba di giunco e rafia.

Ecco Pordenone, una città dal legame inseparabile col fiume Noncello.

Un corso d’acqua che è stato navigabile per secoli e ha contribuito allo sviluppo economico della città e ad una speciale tendenza allo scambio e al confronto.

Creatività e vivacità sono evidenti nell’architettura, nella produzione artistica, musicale e letteraria e in tutti gli eventi internazionali che si svolgono a Pordenone. Tra questi si ricordano il festival del libro ” Pordenonelegge“,  e le Giornate del Cinema Muto “, che hanno reso la città una realtà culturale ricca e originale in Italia.

Ma Pordenone è anche natura. Nelle immediate vicinanze della città, sulla riva destra del Noncello, si snoda una pista ciclabile da cui si può ammirare una meravigliosa oasi verde.Un’altra grande area verde è il Parco Galvani. Al suo interno è presente una villa che è stata restaurata e ampliata con un nuovo edificio e oggi ospita il museo dei fumetti “PAFF!”.

Il parco ha una struttura che ricorda i giardini delle ville venete, tra cui un laghetto sulle cui sponde si trova il MIRA – Museo Itinerario della Rosa Antica. Un museo a cielo aperto in cui è possibile ammirare numerose varietà di rose in una visita organizzata appositamente da poter tracciare la storia della rosa e del suo albero genealogico.

Nelle vicinanze si trova Sacile, la cui storia è legata al fiume Livenza.

La città viene anche soprannominata “Giardino di Venezia” per il suo carisma veneziano, tra raffinati palazzi in stile laguna che si riflettono nel blu del fiume. Merita una visita la cattedrale di San Nicolò, dedicata al santo patrono della città e alla navigazione fluviale, la chiesa della Madonna della Pietà e la Piazza del Popolo, fiancheggiata da splendidi edifici e portici.

Numerosi palazzi del XVI secolo donano a Sacile il fascino di una tipica città rinascimentale. Importanti esempi sono rappresentati dalla splendida Loggia Comunale e in particolare da Palazzo Ragazzoni Flangini Billia. Ad agosto, la città si anima ogni anno in occasione della tradizionale Sagra dei Osei, una delle più antiche feste popolari italiane, mentre la fiera degli uccelli e il mercato degli uccelli, dimostrazioni e gare di canto si svolgono contemporaneamente tra i numerosi esempi rappresentati.

Partendo da Pordenone in direzione sud si trova Sesto al Reghena, riconosciuta dalla maestosa abbazia benedettina del VII secolo di S. Maria in Sylvis, attorno alla quale fu gradualmente costruito il villaggio. Oltre alla basilica, oggi sono ancora conservate alcune parti dell’abbazia come la robusta torre d’ingresso, l’unica delle sette torri di difesa erette nella seconda metà del X secolo, il campanile, un tempo torre di avvistamento e l’ufficio, con una grande facciata in stile romanico.

Fuori del borgo, raccolto intorno all’abbazia, le settecentesche villa Fabris e, nella frazione Ramuscello, Villa Freschi.

Meritano anche una visita l’antico mulino di Stalis sul varco posto tra Friuli e Veneto e la chiesetta campestre di San Pietro del XII secolo in località Versiola

Poco distante Cordovado, un antico borgo medievale con un centro storico ben conservato. Dal Castello di Cordovado si può notare l’area esterna, costituita dal fossato, dal muro, dai ponti in muratura e dalle due caratteristiche torri d’ingresso. Ma a Cordovado si può anche ammirare l’area dell’antica chiesa parrocchiale di Sant’Andrea e del Convento di Padri domenicani del XVII secolo che collegano il vecchio villaggio, all’interno della zona fortificata, con il “Borgo Nuovo“, che fu costruito nel Rinascimento. Da vedere anche due palazzi nobiliari del XVIII secolo, Villa Attimis e Palazzo Ridolfi, detto anche Palazzo del Capitano.

Da qui si parte direttamente alla scoperta del mare friulano con Lignano Sabbiadoro.

Otto chilometri di spiaggia dorata presentano questa incantevole località marina. Un’oasi creata per il relax con qualsiasi tipo di piacere e di svago, a metà strada tra Venezia e Trieste. La tradizionale vita notturna di Lignano e la grande offerta di negozi e boutique di moda attirano molti giovani, mentre l’intrattenimento in spiaggia, il mare calmo con le sue acque poco profonde lo rendono ideale anche per le famiglie.

Si prosegue lungo la parte che costeggia la laguna di Marano, tra l’ultimo promontorio di Lignano Sabbiadoro e la laguna di Grado.

Un’area di eccezionale bellezza naturale con una fauna e una flora uniche.

La laguna è protetta dal mare aperto da una serie di isole e isolotti, come l’isola di Sant’Andrea e l’isola di Martignano, anche conosciuta come Isola delle Conchiglie. Questa è caratterizzata da una particolare vegetazione palustre e dagli unici insediamenti di pesca temporaneamente abitati, i tipici “Casoni“, case di pescatori fatti di canne e legno, che rendono la laguna di Marano uno dei più interessanti luoghi dell’Alto Adriatico.

Prima di intraprendere le gite in barca nella laguna è necessario fare tappa all’ex villaggio di pescatori di Marano Lagunare, che un tempo apparteneva alla Repubblica di Venezia. Un passato che ancora oggi si può intravedere nello stile architettonico delle vecchie case e del dialetto, nonché nelle specialità tipiche di mare tutte da gustare. Marano è anche un punto di partenza ideale per esplorare la laguna e il suo paesaggio di straordinaria bellezza, caratterizzato dalla vegetazione palustre.

Un evento da non perdere è la processione in barca, che si svolge a giugno in onore del santo patrono Vito.

Un rituale che esiste dal XIV secolo per scongiurare i pericoli che minacciavano i pescatori e ricordare coloro che lasciavano la vita in mare. Arrampicarsi su una delle barche che partecipano alla processione in laguna è un’esperienza particolarmente impressionante.

E da qui si raggiungono anche due riserve naturali umide, quelle di Valle Canal Novo e quella di Foce della Stella. Quest’ultima si può visitare in motoscafo turistico e, tra i canneti che corrono lungo il fiume si possono ammirare falchi di palude, cigni e aironi.

La riserva regionale Valle Canal Novo, invece, ha una superficie totale di circa cento ettari e si estende su una ex laguna di pescatori da cui prende il nome. Anche qui si può trovare il particolare stile architettonico tipico dei Casoni locali. Una nuova importante proprietà è stata recentemente inaugurata all’interno della Riserva, il Cason Sarsegna, una struttura moderna e accogliente che può ospitare fino a sessanta persone. Singoli gruppi scolastici o gruppi di studenti possono rimanere qui e avere un’opportunità originale per approfondire la conoscenza di quest’area con la sua storia, natura e cultura uniche.

Segue una tappa ad Aquileia, città un tempo importante dell’Impero Romano e in seguito rilevante centro per la diffusione del cristianesimo nell’Europa settentrionale e orientale.

Aquileia offre ai visitatori luoghi unici e un’esperienza culturale indimenticabile, legata al suo importante sito archeologico e ai magnifici mosaici pavimentali. Tra questi, oltre al più grande e famoso mosaico della basilica di S. Maria Assunta del IV secolo, Aquileia ospita numerosi altri reperti di mosaici di epoca romana e paleocristiana, rendendola una specie di capitale dei mosaici romani occidentali.

Poi Palmanova, che rappresenta uno dei modelli più riusciti di città fortezza. Un vero e proprio gioiello per gli appassionati di architettura militare. La sua forma a stella, con nove punte tutte uguali, celebra la perfezione e la simmetria urbanistica. La struttura si componeva di bastioni, cortine e rivellini. Tra queste è presente un fossato e una rete di gallerie sotterranee che permettevano alle truppe di muoversi tra le varie linee. L’accesso alla città, che avviene attraverso le tre porte, era pensato anche per permettere al visitatore di godere subito di uno scorcio profondissimo.

Con un solo sguardo è infatti possibile raggiungere direttamente Piazza Grande, cuore di Palmanova.

Su questa piazza si affacciano i principali monumenti, tra cui il Duomo Dogale, con la sua facciata barocca, uno dei più illustri esempi dell’architettura veneta nel Friuli Venezia Giulia e la Loggia dei Mercanti. Merita anche una visita il Museo della Grande Guerra e della Fortezza di Palmanova, sopra Porta Cividale, per scoprire la storia militare della Fortezza dalla sua Fondazione ai giorni nostri. Da non perdere l’evento Palma alle Armi durante il primo weekend di settembre. Si tratta della rievocazione storica italiana con il più alto numero di partecipanti in abito storico. Un fine settimana durante il quale va in scena la storia della fortezza, tra picchieri, moschettieri, soldati e popolo, nei giorni delle Guerre Gradiscane contro gli Asburgo.

Il percorso nella regione del Friuli Venezia Giulia si conclude nella località di Grado, un’elegante cittadina di mare con un centro storico dal fascino veneziano che si rivela tra campielli e vicoli su cui si affacciano le pittoresche case dei pescatori. Nella città vecchia, in Campo dei Patriarchi, dominano la scena la Basilica di Santa Eufemia e la Basilica di Santa Maria delle Grazie, la più antica di Grado.

Questa località è nota anche come isola del sole, perché i suoi tre chilometri di spiaggia, rivolti a sud, non sono mai in ombra.

Appartenente un tempo ai domini dell’Impero austro-ungarico, Grado fu molto amata dall’aristocrazia asburgica che, fin dall’Ottocento, raggiungeva l’Isola per i bagni e le Terme marine che ancora oggi uniscono salute e bellezza per ridare vitalità al corpo e allo spirito. I bassi fondali rendono il litorale gradese particolarmente adatto alle famiglie e un’efficiente rete di piste ciclabili permette piacevoli escursioni nell’entroterra. Ogni prima domenica di luglio, a Grado, si celebra una festa caratteristica. Si tratta del Perdòn di Barbana, in cui un suggestivo corteo di barche, addobbate con fiori, ghirlande e bandiere raggiunge il santuario mariano nell’Isola di Barbana, per sciogliere un antico voto della città fatto 800 anni fa.

Alessandro Campa

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