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PERUGIA: Capitale Italiana della Cultura 2015

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Perugia, l’incontro tra arte e gusto in una cornice di modernità e tradizione

Una città d’arte fra le più dinamiche d’Italia. Perugia, capoluogo dell’Umbria, offre in ogni angolo lo splendido fascino del suo autorevole passato e l’energia del suo vivace presente. La tradizione enogastronomica e artigianale qui convive con grandi eventi e realizzazioni artistiche innovative.

Nel capoluogo umbro sono conservati i resti delle antiche civiltà all’interno di un singolare contesto sociale e culturale. Monumenti che testimoniano secoli di arte e storia tra strade, passaggi sotterranei, vicoli e scalinate.

La scoperta della città è una preziosa esperienza, che sorprende da subito con la sua distintiva cinta muraria etrusco-romana assieme a quella medievale.

Arrivati a Perugia, e precisamente in Piazza Italia, una delle cose più importanti da vedere è la Rocca Paolina.

Un’antica fortificazione del Cinquecento, voluta da Papa Paolo III  con l’intenzione di trasformare Perugia in una cittadella fortificata per annetterla allo Stato della Chiesa. Fino all’Unità d’Italia rappresentò il simbolo del potere, anche militare, dei pontefici in terra umbra.

Per costruire la sua roccaforte, Papa Paolo III fece abbattere centinaia di abitazioni, chiese e monasteri, procurandosi l’avversione dei perugini che più di una volta, nel corso dei secoli, assaltarono e danneggiarono la Rocca.

Alla fine, dopo oltre 300 anni, la fortificazione venne distrutta nel 1860. Dell’intera rocca, oggi, sopravvivono soltanto piccoli frammenti che spesso vengono utilizzati come sedi di manifestazioni culturali e mercatini.

Una particolarità di questo edificio riguarda la Porta Marzia, una delle porte più antiche della città che originariamente non si trovava nella posizione odierna.

La Rocca Paolina fu progettata dall’architetto Antonio da Sangallo, che inquadrò, all’interno dei bastioni, l’antichissima Porta Marzia realizzata dagli Etruschi nel III secolo a. C. Ancora oggi, sulle sue mura, si possono osservare le decorazioni in stile italo-corinzio che testimoniano l’antico passato della città.

La visita a Perugia prosegue sullo splendido Corso Vannucci, via principale del centro storico, dedicata a  Pietro Vannucci, detto “il Perugino”, l’artista che fu maestro di Raffaello. Percorrendo questa strada si arriva a Piazza IV Novembre, cuore del centro cittadino, luogo simbolo di Perugia e uno degli angoli più pittoreschi della città.

Sulla piazza si presentano meravigliosi edifici che contraddistinguono Perugia, tra cui sicuramente una delle strutture religiose più rappresentative della città come la Cattedrale di San Lorenzo.

La chiesa, progettata nel Trecento, ha assunto le forme attuali nel XV secolo.

Foto di Gianni Careddu

L’esterno, lasciato incompiuto, presenta facciata e fiancata rivestiti con marmo rosso e bianco.  La facciata si apre su piazza Danti ed è ravvivata da un portale barocco del 1729 opera di Pietro Carattoli.

La fiancata, invece, è caratterizzata da un portale dell’Alessi del 1538 sopra il quale, in una nicchia, è collocato il Crocifisso ligneo che i perugini deposero nel 1540 durante la guerra del sale contro papa Paolo III.

Tra le opere conservate nella chiesa si ricordano il sarcofago del vescovo Giovanni Andrea Baglioni opera di Urbano da Cortona del 1451 e la grande tela di Giovanni Antonio Scaramuccia con la Vergine fra i patroni della città e i Santi Agostino, Domenico e Francesco.

Ma all’interno della Cattedrale di San Lorenzo è presente un altro prezioso elemento come la reliquia dell’Anello nuziale della Vergine.

L’anello, inserito in un apposito reliquiario, è racchiuso in una cassaforte con sette serrature e posto ad otto metri di altezza dentro un vano protetto da inferriata dorata.

Il sant’Anello viene mostrato solo due volte all’anno: tra il 29 e il 30 luglio e nella penultima domenica di gennaio, quando si celebra la festa dello Sposalizio e vengono benedetti gli anelli nuziali.

Sempre su Piazza IV Novembre spicca la Fontana Maggiore, progettata da Frà Bevignate da Cingoli e realizzata tra il 1275 ed il 1277 in pietra di Assisi.

La fontana è costituita da due vasche marmoree poligonali e decorata da un gruppo bronzeo di figure femminili dal quale sgorga l’acqua.

La vasca inferiore, completamente in marmo bianco, è composta da 25 specchi ciascuno suddiviso in due formelle. Le cinquanta formelle si articolano in base ai principali argomenti trattati, come ad esempio la rappresentazione dei dodici mesi dell’anno con relativi segni zodiacali, le otto arti liberali, le storie del Vecchio Testamento , la storia mitica della fondazione di Roma.

Nella vasca superiore, agli spigoli, sono posizionate 24 statue che rappresentano santi e protagonisti mitologici e biblici del vecchio e nuovo testamento.

La vasca deve essere letta come una rosa dei venti, in cui ogni punto cardinale raffigura dei personaggi fondamentali, ciascuno collegato ad altri a loro pertinenti.

Al tempo della sua costruzione vi fu una grande partecipazione della cittadinanza intera, che fu anche chiamata in causa a livello finanziario. Data la spesa elevata che il comune perugino doveva sostenere, venne richiesto alla popolazione il versamento di una somma di denaro, ognuno a seconda del proprio mestiere. Il denaro, contrariamente ad ogni previsione, tra il gennaio e l’aprile del 1286, venne riconsegnato ai cittadini in base a quanto stabilito dai patti.

Altro edificio simbolo della città è Palazzo dei Priori, che si mostra in tutta la sua eleganza su Piazza IV Novembre e lungo un lato di Corso Vannucci. L’imponente struttura risalta subito all’occhio per la sua maestosità e rappresenta una straordinaria espressione architettonica dello spirito comunale locale.

Il Palazzo dei Priori fu costruito in diverse fasi tra il XIII e il XV secolo.

Le asimmetrie e l’andamento irregolare della facciata si spiegano proprio attraverso la graduale realizzazione e le successive modifiche.

Le vicende dei suoi merli sono note ai perugini. Il perimetro merlato del tetto del palazzo, simbolo nel potere indipendente del comune, venne fatto demolire dai pontefici nel 1610 come dimostrazione della superiorità del potere della Chiesa Romana, per poi essere ricostruito solo con l’Unità d’Italia.

All’interno di Palazzo dei Priori è necessario soffermarsi ad ammirare alcune delle sue sale finemente decorate. Tra le più importanti la Sala dei Notari, completamente affrescata con leggende, storie bibliche e con gli stemmi delle famiglie al potere e dei capitani del popolo che governarono la città nel Trecento.

A questa si accede direttamente da Piazza IV Novembre, attraverso la maestosa scalinata che conduce al portone gotico sormontato dal Grifo e dal Leone, simboli della città di Perugia e dei Guelfi.

La Sala dei Notari nasceva come sede per le assemblee popolari del libero comune di Perugia.

Fino al 1582 era conosciuta con il nome di Sala del Popolo, ma in quella data cambiò uso e denominazione, prendendo il suo nome attuale. La grande sala rettangolare è sorretta da otto robusti archi trasversali a tutto sesto, mentre lungo il suo perimetro sono stati sistemati stalli e sedili, ricostruiti sui modelli originali del Cinquecento.

La visita di Palazzo dei Priori non può tralasciare la bellissima sala delle udienze del Collegio del Cambio. Il potere dei banchieri perugini viene qui rappresentato dalle meravigliose volte affrescate dal Perugino  con l’aiuto del suo più illustre allievo Raffaello.

Più semplici, ma comunque affascinanti le sale del Collegio della Mercanzia che accoglievano, nel Palazzo dei Priori, le corporazioni mercantili. Le sue volte sono interamente rivestite di decorazioni in legno in un vero capolavoro del tardo gotico.

Il Palazzo dei Priori oggi è sede del Comune di Perugia, ma soprattutto ospita la Galleria Nazionale dell’Umbria, che costituisce un viaggio dall’arte sacra al Rinascimento. Una vera e propria immersione nelle opere che spaziano dal XIII al XIX secolo.

La Galleria conserva la raccolta museale più ricca e completa di tutta l’Umbria, con i pezzi più pregevoli degli artisti umbri e alcune delle più significative testimonianze artistiche dell’Italia centrale,

Qui, infatti, oltre ad alcune opere del Perugino, è possibile ammirare anche i lavori del Pinturicchio e di Piero della Francesca grazie ad un percorso espositivo che ha raccolto in sequenza cronologica una vasta tipologia di opere, dai dipinti su tavola o tela, agli affreschi murali fino alle sculture in legno e pietra.

Tra i capolavori conservati nella Galleria sono sicuramente da citare le opere del Perugino come la Pala Signorelli del 1517 e soprattutto il Polittico di Sant’Agostino, mentre tra le opere del Pinturicchio risalta l’imponente Pala di Santa Maria dei Fossi del 1498.

Le grandi finestre di alcune sale della Galleria si aprono proprio sul corso o sulla piazza sottostanti e permettono alla luce naturale di diffondersi all’interno, illuminando le opere esposte, offrendo così un valore aggiunto alla visita della galleria.

Poco distante da Palazzo dei Priori ci si imbatte in Palazzo Sorbello, residenza seicentesca nei cui sotterranei si trova la più monumentale tra le opere di ingegneria e architettura idraulica etrusca.

Il Pozzo etrusco, infatti, è uno splendido esempio dell’abilità costruttrice dell’epoca.

L’opera è stata realizzata nella seconda metà del III secolo a.C., sulla base delle somiglianze tecniche riscontrate con la cinta muraria della città. Una grande testimonianza dello sviluppo urbanistico raggiunto da Perugia in epoca etrusca.

La struttura aveva duplice funzione di pozzo e cisterna ed era alimentata da acque sorgive. Il Pozzo etrusco è caratterizzato da una cavità cilindrica che per dodici metri ha un diametro di circa sei metri ed è rivestita da grandi blocchi simili a quelli utilizzati per le mura etrusche della città.

Dopo un restringimento, il pozzo assume un diametro di circa tre metri e raggiunge una profondità di quasi quaranta metri, alimentato da tre sorgenti d’acqua perenni. Il pozzo presenta una copertura formata da due strutture portanti costituite da quattro grandi blocchi di travertino, due orizzontali e due obliqui, sostenute da una chiave di volta centrale.

Un sistema che serviva a rinforzare una pavimentazione a lastroni di travertino da cui ricavare la bocca di attingimento dell’acqua.

La capacità massima calcolata ammonta a 424.000 litri, risultando la più grande tra i vari pozzi e cisterne della città in uso fino alla costruzione del primo acquedotto pubblico del XIII secolo.

Proprio quest’ultimo ha rappresentato una vera e propria sfida alle difficili condizioni del terreno cittadino, caratterizzato da ampi dislivelli. L’acquedotto medievale di Perugia sfruttava esclusivamente la pendenza dei suoi vari tratti per trasportare l’acqua e approvvigionò la città fino al 1850 circa, quando vennero realizzate opere idrauliche più moderne.

Oggi, ciò che rimane dell’antico acquedotto è stato riconvertito in strada, fornita di balaustre di sicurezza e di una comoda pavimentazione a scale. Il tratto più affascinante si distende da Porta Sant’Angelo fin nei pressi della Fontana Maggiore, che un tempo riceveva l’acqua proprio da questo impianto. Qui è possibile fare una meravigliosa ed incantevole passeggiata tra le colorate case del centro medievale.

Un’altra antica ed importante eredità è l’Arco Etrusco, che rappresenta la più integra e monumentale delle porte etrusche cittadine.

Di fronte ecco Palazzo Gallenga-Stuart, la sede principale dell’Università per Stranieri di Perugia.

La Piazza Fortebraccio, su cui affaccia il palazzo, è infatti il luogo di ritrovo dei numerosi studenti stranieri che frequentano questa università, finalizzata alla conoscenza ed alla diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo.

Una visita al palazzo è consigliata per ammirare la sua architettura in stile tardo-barocco, ma anche per vedere le sue sale riccamente decorate. L’interno è abbellito da affreschi del Giuli e del Carattoli, mentre in aula magna si può ammirare il dipinto dell’apoteosi di Roma del pittore futurista Gerardo Dottori.

Un’ulteriore testimonianza del passato è anche la Porta Trasimena, uno dei varchi di accesso alla Perugia etrusca che conduceva lungo la via del lago Trasimeno. Nei pressi della porta si trova la Chiesa di San Francesco al Prato, a cui si affianca a sinistra l’oratorio di San Bernardino.

Fondata dai francescani minori nel XIII secolo, seguendo la configurazione dell’edificio Superiore di San Francesco in Assisi, la chiesa, fin dalla sua creazione, divenne simbolo di devozione delle maggiori famiglie della città. Queste vi fecero costruire i loro sepolcri all’interno, realizzando così un vero e proprio pantheon di Perugia.

Questa chiesa così celebre e ricca di capolavori fu però vittima di numerosi problemi di staticità, poggiando su un terreno cedevole. Sin dal XV secolo, si resero necessari continui lavori di consolidamento e restauro fino a quando nel Settecento la chiesa venne integralmente ripristinata su progetto di Pietro Carattoli

L’elevato peso dei nuovi contrafforti, però, accelerò il cedimento della collina e a meno di un secolo di distanza dall’intervento del Carattoli fu necessario demolire la cupola, le volte di navata e del transetto e parte dei muri absidali.

La ricostruzione della facciata venne effettuata nel 1926 ad opera di Pietro Angelici. Questa fu rifatta sul modello di quella antica e si presenta con rivestimento geometrico bianco e rosa e tarsie colorate.

La chiesa ospitava al suo interno opere d’arte di straordinaria importanza.  Tra le più significative, la Deposizione Baglioni e l’Incoronazione della Vergine di Raffaello, oggi rispettivamente conservate nella Galleria Borghese e nella Pinacoteca Vaticana di Roma.

La chiesa, attualmente sconsacrata e scoperchiata, da alcuni anni è sede dell’Accademia di Belle Arti di Perugia.

A Perugia, gli appassionati di musica e gusto possono partecipare a due eventi di notevole rilevanza. Per quanto riguarda i primi, nel mese di luglio, si svolge Umbria Jazz, uno degli appuntamenti più famosi ed importanti d’Italia. In contemporanea hanno luogo anche i seminari della Berklee Summer School at Umbria Jazz Clinics, organizzati dal Berklee College of Music di Boston.

Per circa dieci giorni la città di Perugia accoglie ed ospita il meglio del jazz, e non solo, italiano ed internazionale, tra l’Arena Santa Giuliana, il Teatro Pavone, l’Oratorio Santa Cecilia, Piazza IV Novembre ed altri luoghi d’eccezione.

Il Festival nacque ufficialmente il 23 Agosto 1973 e la formula della manifestazione dei primi anni presentava alcune differenze rispetto allo svolgimento attuale. In origine, infatti, il festival era gratuito ed itinerante, svolgendosi in alcuni tra i luoghi più belli dell’Umbria.

Negli anni, però, una serie di problematiche logistiche hanno modificato alcune caratteristiche del festival fino ad interromperlo per un periodo.

La ripartenza è avvenuta nel 1982, anno in cui Umbria Jazz ha acquisito il programma attuale.

L’evento, infatti, è diventato permanente, si è stabilito nel centro storico di Perugia e ha accolto non solo jazz ortodosso, ma anche alcune parentesi musicali di pop-rock, come hanno testimoniato le partecipazioni di Elton John, Carlos Santana ed Eric Clapton.

Per ciò che interessa il gusto, invece, nel mese di ottobre tutta la città di Perugia si trasforma in una grande cioccolateria a cielo aperto. Durante questo periodo si svolge Eurochocolate, evento interamente dedicato al cioccolato e al suo universo, tra stand, sculture di cioccolato e gadget a tema.

Perugia è nota anche per la Perugina, storico marchio di prodotti dolciari specializzato in cioccolato.

I più golosi possono fare tappa alla Casa del Cioccolato per vivere un’esperienza unica. Il percorso dedicato al cioccolato inizia nel Museo Storico, per scoprirne storia e curiosità, e prosegue nella Scuola del Cioccolato, dove è possibile cimentarsi in cucina ed imparare le arti di questo dolce mestiere.

Per continuare a soddisfare il palato è necessario conoscere anche la cultura gastronomica di Perugia. Ed ecco gli Strangozzi, chiamati anche stringozzi, fettuccine fatte in casa tipiche del territorio umbro, al tartufo o alla norcina.

Poi la celebre Torta al testo, conosciuta anche come crescia.

Un prodotto alimentare tipico della gastronomia umbra che si compone di un impasto di acqua, farina, bicarbonato e sale, a cui viene data forma piatta e rotonda.

La cottura avviene, da tradizione, su di una piastra rotonda in ghisa detta «testo», da cui il nome del prodotto. La si può gustare al naturale o farcita con prosciutto, salsiccia cotta, verdure lessate, porchetta, stracchino e rucola. Un buon abbinamento per questi piatti sono gli ottimi vini bianchi e rossi del territorio. Perugia, infatti, è parte della Strada dei Vini del Cantico e della Strada del Vino Colli del Trasimeno.

Dal salato al dolce con la Ciaramicola, tipico dolce pasquale della provincia di Perugia.

Una torta a forma di ciambella, di colore rosso con glassa bianca e confettini colorati di copertura. Un dolce nato come inno alla città di Perugia che rappresenta i cinque rioni di Porta Sole, Porta Sant’Angelo, Porta Susanna, Porta Eburnea e Porta San Pietro.

Il Torcolo di San Costanzo ha una forma simile alla Ciaramicola, ma è composto da cedro candito, uva sultanina e pinoli. Un dolce tipico di Perugia che viene preparato il 29 gennaio, giorno della festa di san Costanzo, uno dei patroni della città.

Poi il Torciglione, dolce secco a base di mandorle con una forma a spirale che ricorda un serpente attorcigliato.

Originario del lago Trasimeno, un tempo veniva consumato durante le festività natalizie fino a capodanno, mentre oggi si produce durante tutto l’arco dell’anno. E per concludere le Pinoccate, bianche, alla vaniglia, oppure nere, al cioccolato, che presentano una caratteristica forma a rombo, densa di zucchero e pinoli.

Alessandro Campa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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