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Siamo sicuri che fu Colombo il primo a scoprire l’America?

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Venezia batte Genova per qualche perlina di differenza

Partiamo da una certezza: Cristoforo Colombo fu inequivocabilmente il primo uomo a scoprire l’America! Di questo ne siamo sicuri. Però in questa bella scoperta tutta italiana, rientra anche in territorio veneto. Come?

Andiamo per gradi.

La scoperta dell’America

Il 12 ottobre del lontano 1492, Cristoforo Colombo approdò dall’altra parte dell’Atlantico, dando il via al processo chiamato “scambio colombiano”, che segna l’avvio dell’Età moderna.

Scoprì così l’America (convinto di essere in India).

L’impresa navale di Colombo, motivata dal desiderio di raggiungere le Indie e commerciarvi direttamente e più velocemente, fu resa possibile dalla determinazione del viaggiatore genovese ma anche, come avviene nel caso di molte scoperte, da un suo errore. Colombo sosteneva che la Terra avesse un diametro più piccolo di quello effettivo.

A quell’epoca nessuna nave sarebbe stata in grado di compiere gli oltre 20.000 km che separano la Spagna dal Giappone, se non altro perché non esisteva una nave capace di stoccare a bordo un quantitativo di provviste sufficienti al compimento del viaggio, che avrebbe richiesto più di quattro mesi. I calcoli di Colombo erano sbagliati: stimava in appena 4400 km la distanza dalle isole Canarie alla costa asiatica, un valore cinque volte più piccolo di quello reale.

La grande fortuna di Colombo fu che il suo viaggio venne molto ridotto, perché sulla strada per le Indie trovò le Americhe, altrimenti la sua spedizione sarebbe sicuramente perita in mezzo all’oceano, o sarebbe tornata indietro.

Perline di vetro di Murano trovate in Alaska

Cosa c’entra il territorio veneto in tutto ciò?

Piccole perle di vetro veneziane (della grandezza di un mirtillo) sono state rinvenute fra i resti di villaggi Inuit lungo i monti Brooks, in Alaska. Risalirebbero ad alcune decine di anni prima del viaggio di Cristoforo Colombo.

In uno studio pubblicato sulla rivista American Antiquity, gli archeologi Mike Kunz e Robin Mills, hanno analizzato sia nuovi sia vecchi reperti negli insediamenti della zona, concludendo che si tratta dei più antichi oggetti di provenienza europea presenti nel continente americano.

Passando di mano in mano le perline fecero probabilmente tappa a Trebisonda (Turchia), Tabriz (Iran), Teheran (captale dell’Iran) e Samarcanda (Uzbekistan).

I risultati dei test una volta esaminate le perline, hanno mostrato che sono fatte di vetro soda, comune nella manifattura veneziana del quattrocento.

Diamo dunque a Colombo quel che è di Colombo ma diamo a Murano quel che è di Murano!

D.T.

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Alaska, America, cristoforo colombo, inuit, vetro di murano

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