Agrigento e la Valle dei Templi. Ma non solo

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La Valle dei Templi e’ la testimonianza di una storia millenaria ad Agrigento, la cui zona archeologica e’ ritenuta Patrimonio mondiale dell’Umanita’ dall’Unesco

Fondata nel VI secolo a.C. dai coloni greci di Rodi e Creta, Agrigento è stata in passato e lo è tutt’ora una delle città leader della Sicilia. Ponte del bacino Mediterraneo, mostra ancora la sua supremazia grazie ai resti dei templi dorici, che tra campi e frutteti, dominano ancora oggi la città italiana. Ritenendo Agrigento una delle più grandi città del mondo antico mediterraneo conservata  eccezionalmente in uno  stato integro, essendo un capolavoro del genio umano, una testimonianza di interscambio di valori umani, essendo i resti di una tradizionale cultura, ed esempio di un edificio capace di illustrare una tappa significativa della storia dell’umanità il Comitato Unesco ha deciso, nel 1997, di inserirla tra i suoi siti patrimonio dell’umanità. La sua grande fila di templi dorici è, infatti, uno dei monumenti più importanti dell’arte greca e della cultura ellenistica.  Uno studio approfondito mostra come tale città possa vantare la presenza greca fin dal VII secolo a.C., quando un insediamento greco si era stabilito sul fianco di una collina limitrofa, ponendo le basi per l’espansione di Akragas (Agrigento) e per un suo futuro prospero.

La felice posizione geografica di Agrigento, la fertilità dell’entroterra, che consentiva di produrre in abbondanza cereali, vino, olio d’olivo,  e la natura collinare del territorio, che permetteva la pastorizia e l’allevamento dei cavalli, favoriscono lo straordinario sviluppo e la crescita economica della polis akragantina.  In meno di due secoli dalla fondazione, Akragas è divenuta, infatti, una delle città più popolate del mondo greco e uno dei centri propulsori della cultura ellenica nel Mediterraneo.

Area Archeologica_Agrigento

La sua storia vede avvicendarsi le Tirannie di Falaride (570-555 aC) e Terone (488- 472 a.C.), i quali spingono i confini della città Sicula fino alle coste tirreniche della Sicilia, con la presa di Imera nel 480 a.C. e la vittoria contro l’armata cartaginese di Amilcare.  In questo periodo di massimo splendore vengono avviate le grandi opere pubbliche. Nel 471 sale al potere Empedocle, ingegno aristocratico di spirito democratico che rifiutò il posto di tiranno offertogli dai suoi concittadini. E’ il periodo della eudaimonia o prosperità economica, assicurata dai rapporti con Cartagine. Alla prosperità segue la decadenza, e Agrigento, segnato dalle battaglie interne con Siracusa, vede le sorti della sua sopravvivenza finire in mano ai Cartaginesi, che guidati da Annibale, dopo un assedio di 8 mesi, si impossessano della città nel 406 a.C. La città Siciliana inizia una lotta per la riconquista dei suoi territori, riuscendo ad impossessarsi di questi nel 339, grazie al corinzio Timoleonte, il quale ha sconfitto i Cartaginesi al Crimiso, riportando le città siceliote sotto l’influenza siracusana e segnando un periodo di rinascita e sviluppo per la cultura ellenica in Sicilia. Akragas fu rifondata con nuovi coloni. Il periodo di pace non dura a lungo: alla presa del potere di Agatocle a Siracusa, nel 311 a.C., Agrigento riprende la sua politica antisiracusana e, approfittando dell’assenza del tiranno impegnato nella sua campagna militare in Nord Africa, da vita ad una lega di città greche, sconfitta per ben due volte dai Siracusani.

Agrigento cade quindi nelle mani di Finzia, la cui tirannide dura dal 289 al 270 a.C. Schierandosi con Pirro, re dell’Epiro e, durante la prima guerra punica (264), con i Cartaginesi, Agrigento diventa un premio conteso tra Cartaginesi e Romani,  fino all’incorporamento di questa nell’impero Romano, nel 210 a.C. In questi anni  Agrigento beneficia ancora dall’essere l’unica città commerciale ancora attiva sulla costa meridionale della Sicilia. Tuttavia, il declino dell’impero occidentale e l’ascesa del Cristianesimo ha portato allo spopolamento e impoverimento della città stessa, che a partire dal VII secolo d.C. vede ridimensionarsi drasticamente i propri confini. L’insediamento è stato è stato successivamente occupato dagli Arabi (che lo chiamarono Kerkent o Girgent), nell’ 829 e dai Normanni (per i quali era Girgenti, il nome che ha mantenuto fino al 1927) nel 1086.

La Valle dei Templi, comprendente  la maggior parte della città antica e dei suoi monumenti pubblici,  si caratterizza per i resti di ben dieci templi in ordine dorico, tre santuari, una grande concentrazione di necropoli (Montelusa; Mosè; Pezzino; Necropoli romana e tomba di Terone;  Necropoli Paleocristiana; Acrosoli); Opere idrauliche (giardino della Kolymbetra e gli Ipogei); fortificazioni; due importanti luoghi di riunione: l’Agorà inferiore (non lontano dai resti del tempio di Zeus olimpio) e l’Agorà superiore (che si trova all’interno del complesso museale); un Olympeion e un Bouleuterion (sala del consiglio) di epoca romana su pianta greca.

Area archeologica Agrigento

Tra i templi più importanti e più grandi ricordiamo il tempio di Zeus, di cui rimane solo l’altare maggiore e le fondamenta, edificato dopo la vittoria di Himera sui Cartaginesi (480-479) per onorare Zeus. Questo  era il tempio più grande di tutto l’occidente antico e unico nell’architettura del suo genere. Era caratterizzato dalla presenza dei Telamoni, immense sculture alte sette metri e mezzo, e raffigurazioni di Atlante che sorregge la volta celeste.

Importante è anche il cosiddetto Tempio della Concordia, il cui nome deriva da un’iscrizione latina ritrovata nelle vicinanze dello stesso tempio. Costruito nel V secolo a.C., attualmente è con ogni probabilità il tempio meglio conservato, grazie anche alle circostanze che lo hanno trasformato, nel VI secolo d.C, in Tempio Cristiano.

Costruito anch’esso nel V secolo a.C, Tempio di Hera Lacinia, è stato incendiato nel 405 a.C. dai cartaginesi e le tracce del fuoco sono tutt’ora visibili. Era il tempio in cui di solito si celebravano le nozze.

Dedicato a Demetria è il tempio che sorge nella parte orientale della città, sul fianco del pendio con cui si conclude la Rupe Atenea nella valle del fiume Akragas. Dal terrazzo del tempio, attraverso una scalinata incavata nella roccia, si giunge al sottostante santuario completamente scavato all’interno della collina.

Costruito lontano dalla Valle vera e propria, è il Tempio di Atena, il quale si trova nel centro storico della città di Agrigento. Sulla base del tempio sorge oggi la chiesa medievale di Santa Maria dei Greci.

La patria di Empedocle e di Pirandello, ha attirato l’attenzione di grandi scrittori. Carlo Picchio, scrittore novecentesco, scrive di questa città “Le grandi meraviglie di Agrigento sono raccolte nella Valle dei Templi e sono, tra le altre, il Tempio della Concordia, perfetta opera dell’architettura dorica, sacro probabilmente ai Diòscuri; il Tempio chiamato, per errore, di Giunone Lacinia, e il Tempio di Giove Olimpico, il maggiore degli edifici sacri di Sicilia.”

(red)

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