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L’Arte rupestre della Val Camonica

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La Val Camonica e’ ricca di bellezze naturali tipiche delle montagne, ma e’ soprattutto conosciuta grazie al suo patrimonio di incisioni rupestri

Nell’anno 1979 l’Arte Rupestre della Val Camonica è stata inserita nella lista dei Patrimoni dell’Umanità Unesco. Diversi sono i criteri base di ammissione che vengono soddisfatti da questo importante sito culturale. I disegni nella roccia della Val Camonica ripercorrono tutti gli 8 mila anni che precedono la nostra era presente. Essi testimoniano quindi una fase essenziale per la storia dell’umanità. Quest’arte costituisce una straordinaria documentazione figurativa di quali fossero i costumi e quale la mentalità nella preistoria. La sistematica interpretazione, la classificazione tipologica e lo studio cronologico di queste configurazioni in pietra hanno dato un notevole contributo allo studio della preistoria, della sociologia e dell’etnologia.

La Val Camonica, infatti,  è  ricca di incisioni per quantità e  per temi.  Un censimento portato avanti dai diversi gruppi di ricerca, infatti, ha rivelato che vi sono almeno 300.000 incisioni rupestri camune attualmente note. E il dato, grazie ai continui ritrovamenti, è destinato ad aumentare progressivamente. Esauritasi la Glaciazione Würmiana, la Val Camonica accoglie le prime presenze umane fra 14.000 e 10.000 anni fa. I segni considerati unanimemente dagli studiosi i più antichi accertati in Val Camonica sono attribuiti al periodo Epipaleolitico, al VII millennio a.C. circa.

 

Arte rupestre della Valcamonica

 

 

I più recenti, invece, si datano alla fine del XIX secolo.Nell’incredibile arco di 10.000 anni le incisioni sono state prodotte a ritmi intermittenti e con intensità diverse. Esse hanno dimostrato una persistenza millenaria della tradizione istoriativa.  Benchè accomunati da una tradizione incisoria costante nei millenni, a dare vita alle antiche incisioni sono stati diversi gruppi umani diversi. I Camuni (Camunni), ai quali alcuni autori latini hanno fatto riferimento nel corso del primo periodo imperiale (I sec. a.C. – I sec. d.C.), sono gli incisori dell’età del Ferro. Dei loro antenati dell’età del Bronzo, dell’età del Rame  del  Neolitico e dell’Epipaleolitico, non conosciamo i nomi ma solo pochi aspetti dedotti a fatica dalla ricerca archeologica e dai loro segni misteriosi.

Le figurazioni rupestri, infatti, ci offrono indizi, ora chiari, ora evanescenti, sulle conoscenze via via acquisite dalle popolazioni del passato, sulle loro attività, sulle abitazioni tipiche, sugli attrezzi usati per la caccia e anche sulle loro credenze. Studiando le incisioni possiamo notare come queste furono create con, almeno, due diverse tecniche. Alcune sono state effettuate tramite  percussione prodotta battendo direttamente o indirettamente sulla superficie con strumenti incisori di pietra (quarzite e selce) o di metallo; mentre altre sono dei graffiti, ottenuti graffiando le superfici con strumenti appuntiti di pietra o di metallo. Percussione o graffiti, le incisioni dichiarano intenti di eternità, così come temi e simbolismi dichiarano ambiti immateriali, ove vivono le idee, quelle attinenti alla sfera religiosa dell’uomo (come suggeriscono le immagini di riti) o a quella della sua laicità (come suggerisce l’esaltazione della virilità, dell’eroismo, del prestigio sociale, della forza armata).

 

Val Camonica

 

Gli studiosi concordano nel ritenere che le incisioni rupestri  della Val Camonica venissero prodotte nell’ambito di riti celebrativi, commemorativi, iniziatici o propiziatori, in occasioni particolari, singole o ricorrenti, sotto la regia di sacerdoti-sciamani-stregoni-capi. Nel corso del tempo le ritualità privilegiarono dapprima la sfera religiosa, poi quella più laica, nell’età del Ferro. Nelle Alpi, tuttavia, costellate ovunque di segni incisi, si affiancano alla Val Camonica altri siti altrettanto noti agli studiosi, quali il Monte Bego, il Vallese svizzero, la Valtellina e il Monte Baldo.

 

 (red)

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