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trulli di alberobello

Patrimoni Unesco: 1996, Trulli di Alberobello

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trulli di alberobello

Viaggio tra i Patrimoni Unesco in Italia

I trulli sono straordinari esempi di edilizia in pietra a secco dalla caratteristica struttura rettangolare con tetti piramidali, a cupola o conici, costituiti da lastre di calcare e pietre incastonate. Un originale tipo di costruzioni edificate da piccoli proprietari terrieri o braccianti agricoli come rifugi da campo temporanei, magazzini o come abitazioni permanenti.

Queste particolari ed esclusive abitazioni rurali sono diffuse principalmente in tutta la Valle d’Itria, nel sud della Puglia, una porzione di territorio che coincide con la parte meridionale dell’altopiano delle Murge e si estende tra le province di Bari, Taranto e Brindisi.

La massima concentrazione di esemplari meglio conservati di questa forma architettonica si trova nella cittadina di Alberobello, con più di 1500 strutture.

I trulli di Alberobello rappresentano una tradizione costruttiva in pietra a secco, vecchia diverse migliaia di anni e presente in tutta la regione mediterranea.

A metà del XIV secolo il territorio di Alberobello fu concesso al primo Conte di Conversano da Roberto d’Angiò, Principe di Taranto. In realtà Alberobello nacque tra il ‘400 ed il ‘500 ad opera di alcuni contadini mandati sul luogo dai Conti di Conversano, all’epoca proprietari del territorio.

La legge vigente nel Regno di Napoli, a quei tempi, sottoponeva ogni nuovo insediamento urbano ad un’autorizzazione regia, che si otteneva previo pagamento dei tributi dovuti. Per evitare questa procedura, i Conti di Conversano imposero ai contadini, inviati a colonizzare quello che allora era un bosco di querce, di realizzare solo costruzioni precarie che non avessero i caratteri della stabilità delle dimore ordinarie.

Così nacquero i trulli, costruiti appunto in pietra a secco, per facilitarne la demolizione e in modo tale che, in caso di ispezione regia, non si scorgessero i tratti di un insediamento urbano, evidentemente abusivo.

Una storia di precarietà che si è trasformata gradualmente in una storia di civiltà.

Alla fine del XVIII secolo la comunità contava oltre 3500 persone. Nel 1797 cessò il dominio feudale e Ferdinando IV, re Borbone di Napoli, assegnò ad Alberobello lo status di città regia. Dopo tale periodo, l’edificazione di nuovi trulli cadde in declino, mentre  tra il 1909 e il 1936, alcune parti di Alberobello furono designate come monumenti protetti del patrimonio culturale.

La comunità di Alberobello si è adattata ed è cresciuta in un ambiente carico di difficoltà, a cominciare da quelle di ordine igienico e sanitario, ma ha saputo resistere fino a trasformare la sua debolezza nella sua forza e a diventare Patrimonio UNESCO nel 1996.

I Trulli di Alberobello illustrano l’utilizzo sapiente della costruzione in pietra a secco, sono un esempio straordinario della capacità di adattamento dell’uomo e una testimonianza di quanto possa essere realizzato dalla voglia di vivere e dalle incredibili risorse dell’ingegno. Un progetto di insediamento umano creato in un territorio dove era vietato costruire, se non in maniera precaria, ed in cui l’unico materiale abbondante era la pietra.

La particolarità di Alberobello deriva dal fatto che queste creazioni siano state le abitazioni  delle prime popolazioni autoctone, messe insieme una accanto all’altra. Il paesaggio agrario in cui sono inseriti i trulli è caratterizzato da una folta vegetazione di mandorli ed ulivi tipica del terreno carsico mentre, dalle rocce calcaree stratificate, viene estratto il materiale utilizzato per la copertura dei trulli.

Alberobello è l’unico paese al mondo nato e cresciuto come un paese di trulli.

Tipicamente, gli edifici sono di forma rettangolare con tetti conici formati da piccole lastre di pietra calcarea grigia chiamate chianchiarelle nel gergo locale.

Le pareti dei trulli, imbiancate a calce,  sono costruite direttamente sulla roccia calcarea e realizzate con la tecnica dei muri a secco, cioè senza l’utilizzo di malta o cemento. Sui muri a doppio rivestimento si apre una porta e piccole finestre, mentre un focolare interno e delle alcove sono incassati nelle spesse mura.

La struttura del tetto si appoggia direttamente sulle pareti,  utilizzando semplici archi angolari che consentono il passaggio dalla struttura muraria rettangolare alle sezioni circolari o ovali dei tetti. Questi recano spesso iscrizioni in cenere bianca dal significato mitologico o religioso e terminano con un pinnacolo decorativo che aveva lo scopo di scacciare le influenze maligne o la sfortuna.

Rampe di stretti gradini in pietra danno accesso ai tetti, mentre l’acqua viene raccolta tramite grondaie sporgenti dalla base del tetto, dalle quali poi fluisce attraverso un canaletto fino ad una cisterna sotto l’abitazione.

Apparentemente simili tra loro, in realtà, i trulli differiscono sia per il disegno della pianta, che spesso presenta nicchie con diverse funzioni, sia per i semplici motivi dipinti sulle chianchiarelle, che per la forma dei comignoli e dei pinnacoli.

Questa originale proprietà comprende sei lotti di terreno che si estendono su una superficie di 11 ettari e racchiudono due quartieri della città, il Rione Monti con 1.030 trulli e il  Rione Aia Piccola con 590 trulli collegati da Piazza del Mercato, a cui si aggiungo il Trullo Sovrano, un raro esempio di trullo a due piani, Casa d’Amore e Museo Storico.

Un intero complesso che forma il perimetro  del sito genericamente indicato con il nome di “Trulli di Alberobello”

L’estensione e l’omogeneità di quelle aree, la persistenza delle tecniche costruttive tradizionali, unita al fatto che i trulli siano ancora abitati, fanno di questa proprietà un eccezionale paesaggio urbano storico.

I trulli sono una magnifica testimonianza di una civiltà e costituiscono un esempio straordinario di tipologia edilizia e di paesaggio, che illustra più fasi della storia umana. Un modello lungimirante dell’utilizzo di risorse territoriali e dell’interazione dell’uomo con l’ambiente. Un mirabile esempio di insediamento umano che conserva la sua forma originale in misura notevole e sopravvive all’interno di un contesto di paesaggio urbano storico.

L’integrità della proprietà è assicurata dal numero di edifici superstiti e in gran parte originali che si possono osservare nella ben conservata disposizione dei due quartieri in cui si trovano le più alte concentrazioni di trulli.

I materiali dei trulli, insieme alla loro forma particolare, omogeneità ed estensione, ne fanno un gruppo chiaramente riconoscibile e distintivo.

La pietra calcarea da cui sono costruiti e la calce bianca utilizzata per dipingere le pareti, riflettono la geologia locale e l’impostazione del paesaggio.

Nonostante le potenziali minacce dallo sviluppo urbano e dall’aumento dell’attività turistica, la proprietà conserva ancora un alto livello di autenticità per ciò che riguarda la sua espressione di eccezionale valore universale. Il modo in cui vengono effettuati il restauro e la manutenzione dei trulli è prescritto dalla legislazione locale che opera per impedire aggiunte o modifiche inappropriate a edifici storici e vieta la demolizione e costruzione di finti trulli.

Alessandro Campa

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