Scienziati a difesa della barriera corallina, contro carbone in Australia

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L’espansione del porto di carbone ad Abbott Point potrebbe danneggiare la barriera corallina. Scienziati chiedono ad Authority del Parco Marino di non concedere permesso

 

 

Duecentoquaranta autorevoli scienziati marini internazionali si sono fermamente schierati contro l’espansione di un porto carbonifero ad Abbott Point, nel nordest dell’Australia, prospiciente la Grande barriera corallina, un patrimonio che l’Unesco sta già considerando di includere nella lista dei siti ‘in pericolo’.

In particolare, scienziati giapponesi, britannici, neozelandesi, australiani e della British Columbia, hanno chiesto, all’Authority del Parco Marino della Grande Barriera Corallina di rifiutare il permesso di scaricare nelle acque del Parco Marino i sedimenti di drenaggio del bacino portuale, per un volume stimato in tre milioni di metri cubi. Questa operazione, infatti, sarebbe contraria allo statuto dell’Authority, di proteggere la Barriera: l’espansione del porto ad Abbott Point avrebbe un effetto negativo sulla barriera. 

‘I sedimenti del drenaggio possono soffocare i coralli e le alghe ed esporli a veleni e a livelli elevati di nutrienti’, scrivono. A schierarsi contro l’espansione del porto carbonifero ad Abbott Point  anche la popolazione: è stata consegnata all’Authority anche una petizione di 70 mila firme, organizzata dal gruppo attivista online GetUp, nel tentativo di fermare l’espansione portuale, mentre Greenpeace Australia ha lanciato una campagna a mezzo email diretta alla stessa Authority.

gc

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