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suoni dell'oceano

Il cambiamento climatico sta alterando i suoni dell’oceano

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Gli effetti del riscaldamento oceanico sulla comunicazione fra le specie marine

Avvertire suoni e rumori è una strategia di sopravvivenza fondamentale per gli animali. I segnali che vengono lanciati da altri esemplari o le vibrazioni emanate da un evento naturale (come i terremoti), viaggiano molto meglio nell’acqua che nell’aria. In base alle condizioni, i rumori sott’acqua possono viaggiare anche fino a centinaia o migliaia di chilometri di distanza.

Le balene comunicano fra di loro e si orientano ascoltando il suono delle onde che si infrange sulle coste; i delfini ecolocalizzano le prede grazie ai suoni; i pesci che vivono nei coralli, sfruttano i suoni prodotti dai reef corallini per trovare una casa.

Il riscaldamento degli oceani, sta cambiando le condizioni di temperatura, salinità e pressione e di conseguenza anche il modo in cui le onde sonore si propagano tramite l’acqua. Le ripercussioni sugli animali marini non sono ancora del tutto chiare.

Anche i suoni sono onde, frutto di vibrazioni che possono essere generate in svariati modi, che si propagano producendo una variazione di pressione, in questo caso comprimendo e decomprimendo le molecole nell’acqua. Quando l’acqua è più calda, le molecole vibrano più velocemente, permettendo alle onde sonore di viaggiare più velocemente.

Lo studio

Alice Affatati e Chiara Scaini dell’OGS Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale hanno pubblicato uno studio su come il riscaldamento oceanico potrebbe cambiare il modo di comunicare di una specie in particolare, la balena franca nordatlantica. Per effettuare i loro calcoli hanno scelto due zone, fra cui il mare della Groenlandia: l’Artico si sta riscaldando quattro volte più velocemente rispetto al resto della terra.

Secondo i loro calcoli la velocità di propagazione dei suoni nell’acqua potrebbe aumentare dell’1.5% entro il 2100.

La speranza è che altri scienziati utilizzino il metodo da loro sviluppato per calcolare l’impatto che questo fenomeno potrebbe avere anche su altre specie.

Come riportato dal giornalista scientifico Matt Simon su Wired, grazie ad una raccolta di dati idrofonici, effettuati con microfoni che riescono a captare cambiamenti di pressione sott’acqua, i ricercatori del Monterey Bay Aquarium Research Institute sono riusciti a capire quanto sono importanti i suoni per le balenottere azzurre. “Abbiamo notato che le balenottere azzurre cooperano e si segnalano acusticamente i migliori posti in cui trovare cibo, possiamo capire quando stanno per migrare, con tempi che possono variare da anno in anno”.

Per studiare meglio il caso è stato istituito un sistema di monitoraggio e di protezione delle balene, il Whale Safe che avvisa le navi, quando ci sono balene nei dintorni. In questo modo gli animali hanno la possibilità di allontanarsi.

Effettuare studi sulla propagazione dei suoni nell’oceano è un passaggio fondamentale per sviluppare nuovi modi di salvaguardare le specie marine.

Luna Riillo

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